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"Apriti alla verità. Porterai la Vita" è il tema della prossima GMPV 2014
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Nuovi sussidi vocazionali 2013-2014
"Vocazioni testimonianza della Verità", è il tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni - GMPV 2014
La verità della vita, che è bene ricevuto e bene donato, è il progetto fondamentale che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo. La pastorale vocazionale, allora, è chiamata a servire ogni persona, perché possa riconoscere in questo progetto la realizzazione di sé e della propria verità.
"Bella fuori e triste dentro": ora è felice!
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25 Luglio 2014
Le Carmelitane di Ostuni si..."svelano" (01)
Testimonianza Vocazionale di Sr. Teresa del Volto Santo
Mi chiamo Sr. Maria Teresa del Volto Santo, ho 34 anni e un po’ di anni fa non avrei mai potuto immaginare che avrei consacrato la mia vita al Signore. Fino all’età di vent’anni, Teresa camminava per altre vie lontane da Dio. Impregnata di paganesimo e di indifferenza per il messaggio evangelico, il mio culto erano i piaceri del mondo e il mio motto, apparire ad ogni costo, bella e felice; il mio cuore però non conosceva il vero senso della bellezza e della felicità e mi accontentavo solo di ciò che vedono gli altri. Bella fuori e triste dentro, vivevo una insoddisfazione profonda che avevo paura di affrontare.
"Chi è chiamato al ministero non è 'padrone' della sua vocazione, ma amministratore di un dono"
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03 Ottobre 2014
Alla Congregazione per il Clero
Il Papa: i vescovi vigilino su vocazioni
Vocazione, formazione, evangelizzazione. Papa Francesco ha incentrato su questi tre punti il discorso ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per il Clero, guidati dal cardinale Beniamino Stella. Il Pontefice ha sottolineato che non bisogna limitarsi a “fare i preti” ma vivere con gioia la propria vocazione, ed ha invitato i pastori a vincere la tentazione di prendere giovani in seminario senza valutarne bene le qualità.
Gli step per la valutazione delle scuole
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ORIENTARSI - Mondo Voc ottobre 2013 Torna al sommario
Gli step per la valutazione delle scuole
Dalle sperimentazioni alla nascita del S.N.V.
Il percorso disegnato dall’SNV (Sistema Nazionale di Valutazione) prevede quattro fasi ed eredita i risultati delle sperimentazioni condotte in Italia a partire dal 2008.
di Novella Caterina
All’origine del sistema di valutazione c’è l’istituzione – nel 2008 - di un ente ad hoc, l’Invalsi, investito, tra le altre cose, del mandato, di avviare sperimentazioni su possibili modelli e metodologie per la valutazione delle scuole, avvalendosi anche delle esperienze internazionali nel settore.
Il percorso che ha portato all’emanazione del D.P.R. 80/2013 è durato dunque circa quattro anni (dal 2009 all’inizio del 2013), durante i quali sono stati condotti i primi progetti sperimentali in materia. Valsis, Valutazione e Merito (VM), Valutazione Sviluppo e Qualità (VSQ) e Vales sono state le iniziative messe in atto dall’Invalsi e dal Miur che hanno permesso di elaborare un quadro teorico di riferimento, informato “dal basso” cioè ottenuto attraverso i dati e le informazioni recuperati direttamente nelle scuole partecipanti alle sperimentazioni.
La prima iniziativa
Valsis è stato il primo approccio istituzionale italiano al tema della valutazione. Prima di tale iniziativa, erano già state condotte alcune isolate esperienze a livello territoriale, che però non avevano prodotto – e forse non avrebbero potuto, per la mancanza di un coordinamento su scala nazionale – risultati sistematizzabili. Il progetto Valsis, partendo proprio dagli spunti offerti dalle piccole sperimentazioni precedenti e indagando il contesto internazionale, attraverso lo studio e l’analisi degli indicatori usati per la valutazione in circa venti paesi, ha permesso di mettere a fuoco il cosa valutare, ispirandosi al modello statunitense CIPP che contempla quattro dimensioni: contesto, input, processo, prodotto.
Due sigle per due nuovi passi
A Valsis hanno fatto seguito altre due sperimentazioni. Una, denominata Valutazione e Merito (VM), condotta su istituti delle regioni obiettivo convergenza, nell’ambito dei progetti finanziati con i fondi europei, è stata incentrata principalmente sulla valutazione esterna delle oltre quattrocento scuola coinvolte. L’altra, Valutazione Sviluppo e Qualità (VSQ), ha permesso di mettere a punto protocolli di misurazione e valutazione della performance di circa settanta scuole, ubicate in quattro regioni italiane, e strumenti standard di misurazione delle competenze di base degli studenti e delle prestazioni delle scuole.
L’apripista
VSQ in particolare ha contribuito alla maturazione di un clima più disteso nei confronti della valutazione delle scuole in Italia e ha definito alcuni punti fermi che sono stati utili all’avvio dell’ultima sperimentazione, prima che venisse approvato il Sistema Nazionale di Valutazione. Il progetto Vales, questo il suo nome, avviato nell’anno scolastico in corso, avrà durata triennale. La sua conclusione, nell’anno scolastico 2014/2015, coinciderà con l’avvio dell’SNV in tutte le scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado.
Vales anticipa di fatto il processo che il D.P.R. 80/2013 ha normato e reso obbligatorio per tutte le istituzioni scolastiche, avviando un ragionamento di sistema che permettesse di avere dati comparabili tra loro; un processo suddiviso in più fasi, di cui la prima è quella dell’autovalutazione o valutazione interna delle scuole, seguita dalla valutazione esterna e dall’attuazione di un piano di miglioramento.
Peculiarità dell’SNV
A differenza di Vales, il Sistema Nazionale di Valutazione prevede anche un ulteriore, importante momento: quello della accountability ovvero della rendicontazione verso l’esterno. Passaggio questo davvero fondamentale, oltre che delicato. In proposito, Angela Martini, ricercatrice…, osservava nel lontano 2007 che quando manca questo aspetto la valutazione si riduce ad una raccolta di dati ed elementi, finalizzati all’uso e consumo interno dell’istituto o degli addetti ai lavori. Cosa che sminuisce la valenza e le finalità di un percorso di valutazione, che invece deve servire a mettere le scuole di fronte a delle responsabilità, rispetto alla gestione e all’organizzazione, e a farle progredire attraverso il superamento delle proprie debolezze.
Prima però bisognerà passare attraverso l’autovalutazione, la valutazione da parte dei team esterni e l’attuazione del piano di miglioramento. Step questi che assorbiranno tre anni scolastici. Si partirà nel 2014/2015 con l’elaborazione del RAV, il Rapporto di auto valutazione, da rendere pubblico sulla piattaforma Scuola in chiaro.
I dettagli e la parte restante del percorso, che tocca anche la valutazione dei dirigenti scolastici e si svolgerà nei successivi due anni scolastici, sono una storia ancora da scrivere.
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