25 Luglio 2014
Le Carmelitane di Ostuni si..."svelano" (01)
Testimonianza Vocazionale di Sr. Teresa del Volto Santo
Mi chiamo Sr. Maria Teresa del Volto Santo, ho 34 anni e un po’ di anni fa non avrei mai potuto immaginare che avrei consacrato la mia vita al Signore. Fino all’età di vent’anni, Teresa camminava per altre vie lontane da Dio. Impregnata di paganesimo e di indifferenza per il messaggio evangelico, il mio culto erano i piaceri del mondo e il mio motto, apparire ad ogni costo, bella e felice; il mio cuore però non conosceva il vero senso della bellezza e della felicità e mi accontentavo solo di ciò che vedono gli altri. Bella fuori e triste dentro, vivevo una insoddisfazione profonda che avevo paura di affrontare.
Ad un certo punto la caduta dal cavallo: la mia casa costruita sulla sabbia ha cominciato a scricchiolare, fino a crollare e mi sono ritrovata sola con il mio vuoto interiore, perché la ricerca affannosa dell’apparire, aveva invecchiato la mia anima. E’ stato un momento difficile e doloroso, ma provvidenziale; nella più profonda prostrazione, infatti i miei occhi hanno cominciato a vedere la luce, il calore dell’abbraccio di un uomo crocifisso che con me ed in me portava la mia angoscia; quando ho cominciato a percepire una voce diversa dalla mia solitudine silenziosa ho compreso che poteva essere solo opera di Dio che senza parole ammaestrava il mio cuore. La mia prima esperienza ecclesiale è avvenuta attraverso il Cammino Neocatecumenale, dove ho cominciato a dare un nome alla mia storia passata: quel momento di prova era stato il mio esodo, il mio passaggio dalla morte del mio essere battezzata. Mi sentivo profondamente amata, di un amore che cresceva in me e traboccava dal mio cuore in una gioia incontenibile; dopo un percorso di sei anni nel Cammino Neocatecumenale ho maturato finalmente il mio si totale a Dio, il mio fiat ad una vocazione che il Signore mi aveva posto nel cuore da sempre. Davvero in me si realizzavano le parole del profeta Geremia “ Mi hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurre”. Entrando al Carmelo il mio desiderio era quello di vivere più a fondo il memoriale della mia Pasqua ed è così che mi piace considerare la nostra vita di monache carmelitane: un entrare sempre più nel mistero di salvezza di Cristo, vivere sempre con più consapevolezza il nostro essere associata a Cristo sposo nella Chiesa. Attraverso un camino continuo di conversione dall’io a Tu di Dio veniamo trasfigurate in Cristo sposo ed in questo tutta la spiritualità del Carmelo ci è maestra, perché vede il cammino dell’uomo come un’ascesa di purificazione in purificazione sul monte Carmelo che è Cristo Signore. La clausura con la sua struttura diventa il deserto dove nel silenzio e nella solitudine Dio parla al cuore; e se il Carmelo significa giardino ricco di fiori e frutti, il deserto claustrale, in questo incontro amoroso trasformante con Dio, porta frutti di vita eterna per il bene del Corpo Mistico. La nostra giornata alimentata costantemente dall’ascolto orante della Parola e dalla partecipazione consapevole alla liturgia quotidiana, rende tutta la nostra vita una preghiera, relazione amorosa con Colui dal quale ci sentiamo amate; prolunghiamo così nel mondo la missione orante di Cristo, per diventare come Lui un’offerta gradita al Padre, una lode perenne della sua gloria. Oggi rendo grazie al Signore per avermi fatto passare dalla morte del peccato alla vita della grazia, dalle tenebre alla luce, per essersi manifestato a me come il Crocifisso e Risorto, per essere stato la mia Pasqua; non finirò mai di lodarlo per avermi donato la sua Parola, perché solo attraverso di essa il suo Spirito mi consola, mi conforta, mi istruisce e mi purifica. Lo lodo e lo benedico per avermi dato in dono la mia chiamata a questa vita, per avermi dato per madre la Chiesa e questa comunità nella quale io posso vivere il mio carisma carmelitano.
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