ORIENTARSI - Mondo Voc maggio 2014                                                    Torna al sommario

 

 

La vocazione è anzitutto innamoramento di Dio per la sua creatura

 

Ezechiele e il… trapianto di cuore


La vicenda raccontata dal profeta Ezechiele è una storia di esilio e di deportazione, di infedeltà e di prostituzione, ma anche di riscatto per mano di Dio, di un ritorno, del dono di un cuore nuovo, che possa finalmente pulsare al ritmo dell’amore di Dio e del prossimo.


di Amedeo Cencini


cb_ezechiele_profetaEzechiele è un esiliato, collega di sventura di tanti israeliti in terra straniera, a scontare la pena dell’infedeltà. Soprattutto è membro di un popolo che sta rischiando di sparire dalla faccia della terra, ed è assalito dunque dalla sfiducia e dalla disperazione.

 


“Mi trovavo tra i deportati…”

Ma Ezechiele è anche sacerdote, anzi è sacerdote e profeta, contemplativo e uomo d’azione, poeta ispirato e sottile ragionatore, annunciatore di una rovina imminente ma pure di una salvezza insperata, profeta della prostituzione d’Israele e del cuore nuovo che Dio gli darà… È il solito gioco della chiamata divina, che sembra spesso divertirsi a mettere insieme polarità che sembrerebbero escludersi l’un l’altra.

 

E invece il Signore pone parole di fuoco sulla bocca del timido, chiama un povero uomo a proclamare la sua santità, lo sceglie peccatore in un popolo di peccatori per manifestare a tutti la sua misericordia; si rivela a un deportato sulle rive del Chebar, in pieno esilio, per dire al suo popolo deportato che egli rimane il suo Dio, fedele per sempre alla sua alleanza.


Il nostro Dio è il Dio non delle mezze misure, ma delle misure estreme, che si rivela solo quando la tensione è alle estreme conseguenze, solo quando l’uomo sperimenta la debolezza fino all’impotenza, e lì coglie che solo Dio lo può salvare, come quella volta Pietro che stava per affondare, o come Paolo con la sua spina nella carne.


Quando la capiremo che la vocazione non è un premio per i più buoni, ma la scommessa vincente della grazia sulla fragilità umana!? Quando la finiremo di avere paura, pagana ovviamente, delle nostre debolezze, e impareremo invece proprio attraverso esse l’umiltà del cuore che rende liberi, liberi anche di rischiare la nostra faccia!? Allora, finalmente, cesseranno le nostre stucchevoli depressioni, che sono tra le maggiori cause della crisi vocazionale: chi mai, infatti, potrebbe sentirsi attratto dalla tristezza o da un triste chiamato?

 


“Ti feci un giuramento e divenisti mia”

profeta_EzechieleC’è grande efficacia poetico-narrativa al cap16 ove il Signore si rivolge al suo popolo per raccontargli la sua storia, specie quella degli inizi, quando Israele nacque e fu abbandonato. Allora “io ti vidi…, coprii la tua nudità…, strinsi alleanza con te e divenisti mia. Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio. Ti vestii…, ti adornai di gioielli e vesti preziose…, divenisti sempre più bella, una regina, uno splendore” (cf 16, 6-14).

È la storia di ciascuno di noi, storia vocazionale, perché la vocazione dice anzitutto l’innamoramento di Dio per la sua creatura, è la cura divina per la bellezza di essa; ogni vocazione è rivelazione di questo splendore, che a sua volta svela la bellezza di Dio! Per questo l’autentico chiamato non segue una vocazione solo perché… Dio lo chiama, ma perché vi scopre dentro una grande bellezza che lo attrae potentemente e gli piace: è la “sua” bellezza e il suo modo di raccontare quella di Dio, o di creare e spargere bellezza attorno a sé! Ma quanti chiamati possono dire in verità: ho scelto qualcosa di bello, che mi piace sempre più?

 


“Tu però ti sei prostituita”

Ezechiele_mosaico_1La storia amarissima di Israele è resa con questa espressione, che evoca il peccato (e il mestiere) più antico dell’uomo, quello di chi tradisce l’amore.


C’è prostituzione in chiunque manda a vuoto l’innamoramento del Creatore per la creatura, e segue un altro progetto, o si illude di potersi realizzare altrove, e va in esilio da se stesso. Pensiamo ai tanti chiamati con i quali Dio ha stabilito un patto d’amore, che loro hanno rinnegato in una specie di prostituzione vocazionale. Pensiamo ai tristissimi casi di scandali sessuali e abusi vari che stanno orribilmente macchiando il volto della Chiesa. Ma pensiamo anche a chi è costretta a prostituirsi, svendendo la propria bellezza a chi ha già smarrito la sua, in un commercio di corpi che abbrutisce la vita. Pensiamo in particolare all’infanzia violata e offesa, cui la bellezza è rubata, forse per sempre; o alle adolescenti (le baby-squillo) ingannate dal denaro di chi ha perso e fa loro perdere ogni dignità. Ma pensiamo pure alla prostituzione di chi non ha il coraggio di condannare tutto ciò e difendere il debole, di chi non si scandalizza abbastanza, di chi vi collabora con la sua vile omissione. Pensiamo alla nostra personale prostituzione, di ognuno di noi.


Il lamento del Signore con la prostituta Israele è come un grande pianto su tutte queste prostituzioni, antiche e moderne, pubbliche e nascoste, mondane ed ecclesiali.

 


Ezechiele_2“Vi darò un cuore nuovo…”

Ma non è l’ultima parola di Dio sul suo popolo. Dio non chiude con la condanna. Perché “si ricorda della sua alleanza”, cioè della chiamata delle origini. Lui è fedele, è il vasaio che non butta via l’argilla imperfetta o il prodotto mal riuscito, anzi, semmai ricomincia di nuovo. Da dove? Dal cuore, rifatto nuovo, come un trapianto, via il vecchio, quello di pietra, dentro “uno spirito nuovo…, un cuore di carne” (36,26), finalmente di carne, contro ogni sclerocardia.

 

Un cuore vivo, capace di contatto con altri cuori, di ospitarne il dolore e provare compassione, di voler bene e di lasciarsi benvolere, soprattutto libero di mettere insieme e far incrociare le due polarità più… polari che si possano pensare: l’amore di Dio e quello per l’uomo, ovvero la capacità di amare Dio con la propria umanità (coi suoi sentimenti e i suoi slanci), e la libertà di amare l’uomo con il cuore di Dio, o con un cuore di carne che impara sempre più ad amare alla maniera divina. Cuore umano che palpita di battiti divini!


Allora l’esilio sarà terminato, e con esso sparirà ogni prostituzione.

 

 

 

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