ORIENTARSI - Mondo Voc gennaio 2013 Torna al sommario
La Bellezza, dono battesimale
Una suggestiva lettura del rito del Battesimo, e della sua ricca simbologia, all’insegna della bellezza. La riscoperta in chiave estetica del sacramento che ci introduce alla “vita bella” (anche se poi questa è esposta alla tentazione di diventare “bella vita”).
di Francesco Bruno
Se non suonasse un po’ strano potremmo dire con uno slogan dal sapore pubblicitario: “battezzato è bello” anzi “è più bello”. Potrebbe anche essere la risposta provocatoria a quanti contestano il battesimo dei bambini: “il battesimo rende più belli”, e questo non grazie ad una semplice operazione di cosmesi o di chirurgia estetica, ma in forza di una nuova creazione. San Leone Magno ha detto: “L’ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l’invidia del demonio ci aveva privati”. Parafrasando possiamo dire che il dono di grazia ricevuto da Cristo nel battesimo ci ha resi più belli di come eravamo prima che la gelosia del demonio ci rendesse brutti. Ne era convinto anche San Paolo: “Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20).
Il peccato abbruttisce, la grazia abbellisce! Il peccato distrugge, la grazia fa nuove tutte le cose (Ap 21,5)! Rivolgendosi ai genitori dei bambini a cui stava per amministrare il battesimo, Benedetto XVI ha detto: “Essi riceveranno in dono la grazia del Battesimo e lo Spirito Santo abiterà in loro come in un tempio, trasformando in profondità il loro cuore. Da questo momento, la voce del Padre chiamerà anche loro ad essere suoi figli in Cristo e, nella sua famiglia che è la Chiesa, donerà a ciascuno il dono sublime della fede”. Ecco la sorgente della bellezza: il dono della grazia, il seme della vita eterna, la vita stessa di Gesù Risorto, la vita vera, la vita bella, la vita buona, la vita felice.
La cultura di una “vita bella”
È quello che si chiede proprio nel dialogo iniziale del rito del battesimo. Come ogni dono, anche questo della vita bella deve essere accolto e coltivato. Così nel secondo dialogo del rito siamo chiamati a dire no, per tre volte, a tutto quello che si presenta sotto un’apparente promessa di bellezza e di felicità, ma che in realtà non è altro che una cultura di morte. A questa promessa di una “bella vita” diciamo no per coltivare la cultura della “vita bella”. È il nostro sì a Cristo, il sì al vincitore della morte e il sì alla vita nel tempo e nell’eternità. “Il Battesimo è dono di vita. È un «sì» alla sfida di vivere veramente la vita, dicendo il «no» all’attacco della morte che si presenta con la maschera della vita; ed è «sì» al grande dono della vera vita, che si è fatta presente nel volto di Cristo, il quale si dona a noi nel Battesimo e poi nell'Eucaristia” (Benedetto XVI).
Anche i gesti ed i simboli presenti nel rito dicono la bellezza del dono di grazia, quasi un inno alla vita bella. Il segno della croce è la sintesi di tutta la vita di Gesù e di chi voglia seguirlo; l’acqua è simbolo della vita nuova in Cristo; l’olio è simbolo della salute (in antico era considerato un medicamento prezioso) e della bellezza (perché rende splendente ciò che unge); la veste bianca è simbolo dell’urgenza di irradiare questa bellezza, manifestando con la parola e la vita la gioia di essere nuova creatura; la candela accesa al cero pasquale, infine, è simbolo della verità che Cristo fa risplendere nel cuore di chi Lo accoglie, e del calore del Suo amore. Vita nuova, bellezza, splendore, verità, amore: ecco le realtà significate dai gesti e dai simboli del battesimo.
La Bellezza divina che trasforma
Lo splendore della grazia si manifesta chiaramente nell’episodio evangelico della Trasfigurazione, che proprio per questo è stato letto spesso come una spiegazione della realtà del battesimo. In modo particolare quattro elementi ci aiutano a cogliere la bellezza divina che ci trasforma: il fulgore del volto di Gesù, la sua veste candida, la nube e la voce. Anzitutto il volto di Gesù: “E si trasformò Gesù davanti a loro e rifulse il volto di lui come il sole” (Mt 17,2a). Il rifulgere del suo volto nella Trasfigurazione richiama la creazione della luce e richiama la luce del volto di Cristo risorto che si riflette sul nostro volto.
Il battesimo è quindi l’illuminazione del volto, è l’apertura degli occhi, che permette di considerare la bellezza della vita e della storia perché presenza del regno di Dio. “E le vesti di lui divennero bianche come la luce” (17,2b). Nella simbologia biblica le vesti bianche risplendenti indicano le opere del cristiano, le opere luminose e belle dei santi, delle quali nessuno può dire male. Anche nell’Apocalisse la veste bianca è simbolo delle opere.
Viandanti della Bellezza
Il battesimo trasforma e abbellisce, dunque, sia la visione che le opere, sia la mentalità che l’agire del cristiano. “Una nube luminosa li coprì con la sua ombra” (17,5). La nube che avvolge i discepoli, come l’unzione dell’olio, indica l’azione dello Spirito Santo che prega, ama e loda nel battezzato, spingendolo a un continuo superamento di sé verso la bellezza divina. Infine la voce del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato”. È la parola creativa del Padre su di me, che mi fa figlio come Gesù, che vede in me Gesù. Prima che io lo invochi “Padre mio, Padre nostro”, Dio ha detto: “Figlio mio, io ti amo, tu sei per me Gesù, tu sei il più bello tra i figli dell’uomo (Sal 45,3)”. Battezzato, dunque è bello, anzi, più bello!
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