ATTUALITÀ - Mondo Voc maggio 2011                                                            Torna al sommario

 

 

Sfide e compiti come educatori.

 

Ci vuole tenacia!

 

Per affrontare e risolvere il problema della sfida educativa occorre esserci! Esserci, scommettendo sui giovani, stimandoli, avendo fiducia nelle loro potenzialità e capacità, proponendosi come mentori e promotori delle loro energie positive e creative. Esserci, coltivando insieme i sogni e appassionando alla vita piena. Esserci con proposte chiare ed appassionanti, con progetti avvincenti e maturanti. Esserci aiutando a fare scelte libere e responsabili. Esserci con uno stile gioioso, amichevole, fiducioso, paziente e tenace: capace, cioè, di accettare i fallimenti, ma sempre disposto a ricominciare.


di Antonella Prenna


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La figura carismatica dell’educatore conduce al sommo Maestro, Gesù Cristo, che educava, conduceva (cum ducere) i suoi apostoli con amore, condividendo con essi la quotidianità. Purtroppo oggi siamo in presenza di modelli educativi che non sempre rispondono alle esigenze delle giovani menti che si trovano di fronte a smarrimenti profondi.

 

È facile additare i ragazzi con luoghi comuni che li vuole massificare come violenti, fannulloni, svogliati, disinteressati a quanto li circonda, privi di una morale e lontani dagli orientamenti cristiani che animano, o dovrebbero animare, la nostra società.


La realtà è che siamo in una vera e propria emergenza educativa dovuta prevalentemente alla incapacità del mondo adulto di offrire punti di riferimento e valori verso i quali proiettare questo mondo giovanile allo sbaraglio.


Prenna_2_maggioI “grandi” non sembrano pronti a mettersi in gioco, piuttosto sono propensi a criticare e non capire alla radice da dove nasce il fenomeno, a non riconoscere il fallimento nel loro compito di educatori.


Una delle prime carenze della nostra società è proprio la mancanza da parte di genitori, insegnanti, religiosi, istituzioni, ecc. della messa in discussione come educatori e domandarsi: siamo davvero presenti nel vivere le problematicità dei ragazzi? Dov’è quel sentimento di stima nei confronti delle potenzialità giovanili che dovrebbe contribuire ad una corretta educazione?


I ragazzi necessitano di una “guida” vera che sia innanzitutto compagno di viaggio e discepolo pronto a riconoscere i propri errori e le proprie debolezze arricchendosi anche delle esperienze dei più giovani e cercando di condividerle.


È indispensabile essere presenti nelle loro vite con stima, fiducia e stimoli di energia positiva e creativa. Esserci condividendo sogni, speranze che li aiutino a vivere in pieno e realizzare i propri progetti. Esserci con amore, proponendosi come mentore, promotore e sostenitore e non limitarsi a criticare scelte, o non scelte, ma interrogarsi sulle motivazioni che spingono i ragazzi a tali atteggiamenti. Non si può essere solo distruttivi e negativi verso tutto quanto proviene dal loro mondo. In fondo si tratta di un mondo che noi adulti proponiamo…


Prenna_5_maggioEcco ancora che bisogna essere presenti e proporsi con gioia, in modo conviviale, fiducioso ed accogliente per avvicinarsi alle esigenze dei più “piccoli”. Occorre “farsi piccoli tra i piccoli”!

 

L’unico grande Maestro della storia è stato Via, Verità e Vita con amore, dedizione, umiltà, appassionando e conducendo alla Vita piena.


In questi giorni il mondo è stato rallegrato dalla beatificazione di una delle figure che con i giovani in particolare ha sempre avuto un’intesa speciale. Chiediamo proprio a lui, il Beato Giovanni Paolo II, di continuare a “darci le dritte” per valorizzare le grandi potenzialità dei più giovani, di fare affrontare, con la stessa tenacia che ha animato l’intera sua vita, le difficoltà enormi che le nuove generazioni si trovano a vivere e di dare a noi adulti quel lume di saggezza per accompagnarli per mano, con vera passione e coraggio sui tortuosi sentieri del vivere quotidiano.

 

 

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