LIBRI - LIBRI - LIBRI - Mondo Voc gennaio 2011 Torna al sommario
A cura di Luciano Cabbia
Maternità, identità sessuale, culto della giovinezza, felicità, idolatria dell’intelligenza, tecnica, mercato e ossessione della crescita economica, tirannia della moda, il mito della globalizzazione …
L’autore cerca di ripensare l’effetto di questi moderni miti sulle persone di oggi, e denunciarne la natura ingannevole, mostrando come i falsi miti siano in realtà “idee malate”, non avvertite come tali, e quindi tanto più capaci di diffondere i loro effetti negativi senza trovare la minima resistenza.
Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili.
Miti che "governano” i comportamenti della gente con mezzi non logici, ma psicologici, radicati nel profondo dell’anima. Sono idee che le persone hanno mitizzato perché non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola: rassicurano. Eppure molti malesseri e disagi – personali e sociali – nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del pensiero, non consentono più di comprendere il mondo in cui si vive. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora, secondo l’autore, rivisitare questi miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, e sottoporli al vaglio della critica, per una vita più degna e una maggiore consapevolezza di che cosa stia accadendo intorno a noi.
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Jérome Garcin (a cura di), Nuovi miti d'oggi. Da Barthes alla Smart
Isbn Edizioni, Milano 2008, pag. 171
È il 1957 quando Roland Barthes pubblica "Miti d’oggi", il catalogo filosofico della cultura popolare e delle manie borghesi, smitizzate attraverso l’analisi dei loro stessi simboli. Barthes forniva lo strumento, gli oggetti di indagine invece si aggiornano in questa rivisitazione dei nuovi d’oggi.
Il compito di riscrivere il catalogo dei prodotti, dei marchi e dei feticci della contemporaneità spetta a cinquantasette intellettuali francesi che, con un tono lieve ma anche critico, spiegano come dietro la seduzione delle merci e la retorica del linguaggio della cultura di massa si nascondono oggetti culturali in grado di svelare il senso, o forse il non-senso, di un sistema sempre meno antropocentrico e sempre più "spersonalizzato".
Alla Citroen si sostituiscono la Smart e il suv, Greta Garbo cede il passo a Kate Moss, le patate fritte al sushi. Da Zidane all’i-Pod, al telefonino, a Google all’euro … saggi fulminanti e brevissimi, la descrizione acuta e leggera delle merci, dei marchi e delle icone pubbliche fondamentali per comprendere e definire la cultura contemporanea.
Il risultato è il pantheon laico della vita quotidiana dei nostri tempi.
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Wu Ming 4, L’Eroe imperfetto
Bompiani, Milano 2010, pag. 256
"Che ci piaccia o no, i miti persistono, fuori e dentro di noi, perché è solo attraverso le narrazioni che l’umanità racconta se stessa e prende coscienza della propria esperienza storica. Quello che allora ci serve è imparare a mettere in crisi i miti con altri miti …".
Negli ultimi tempi è in corso una profonda riflessione sulla figura dell’eroe, sulla sua crisi, sulla sua decadenza o esaurimento, sul suo "lato oscuro" e nondimeno sulla sua necessità. Chi è, in fondo, l’"eroe" oggi? Come raccontare di un eroe che però non sia... quell’eroe? Che possa, cioè, essere identificato e ricalato nell’agire sociale quotidiano?
Si tratta di riempire quella "sfera d’azione" (anche etica) con gesti sensati, emblematici, fecondi per la comunità.
Ma dove trovare le basi per ricostruire l’eroe/eroina? L’obiettivo del libro è di verificare se gli elementi classici in base ai quali la storia e la mitologia hanno identificato il profilo dell’eroe abbiano ancora un senso per noi, possano cioè ancora parlare alla nostra ragione, ai nostri sentimenti, anche in relazione alla drammaticità del vivere contemporaneo, che richiede sempre più prese di posizione in prima persona. Una ricerca sul campo, densa di echi letterari, sociali, psicologici, etici.
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Documento
Indagine conoscitiva 2010 sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza
(L’indagine è stata presentata al Senato della Repubblica giovedì 16 dicembre 2010, ed una sintesi si può consultare sul sito: www.eurispes.it).
Telefono Azzurro ed Eurispes hanno presentato l’Indagine conoscitiva 2010 sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
L’Indagine ha coinvolto oltre 3000 ragazzi e adolescenti tra i 7 e i 19 anni di età e riporta ciò che essi pensano della vita e del mondo che sta loro intorno. Uno studio da cui emerge che ragazzi e adolescenti in Italia sono disorientati e sempre più soli, sentono la crisi e le difficoltà economiche e passano sempre più tempo in Internet.
Ricco di dati e valutazioni, il Rapporto si pone come un valido strumento di conoscenza delle principali trasformazioni, delle linee di tendenza, delle potenzialità e dei rischi che caratterizzano l’età evolutiva nel nostro Paese. Le 40 schede che compongono il Rapporto approfondiscono macro-tematiche che vanno dall’abuso e disagio alla salute, dall’utilizzo dei nuovi media ai principali cambiamenti intervenuti a modificare taluni comportamenti delle agenzie di senso e di orientamento come la famiglia e la scuola, ma anche i luoghi della cultura e della fruizione del tempo libero.
Schede che analizzano i timori e i disagi dei ragazzi di non essere all’altezza, la loro paura di deludere genitori ed amici, di non risultare conformi alle aspettative degli altri (un primato figlio della società dell’apparenza ormai consolidatasi), ma anche le loro speranze e i loro sogni di realizzazione.
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