Il numero di DICEMBRE 2012
affronta il tema
“Quando giunse la pienezza dei tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo, nato di donna, nato sotto la legge” (Galati 4,4). La sua incarnazione aveva uno scopo ben preciso, ed è ancora l’apostolo Paolo a scriverlo: “Per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché ricevessimo l’adozione di figliuoli” (Galati 4,5). Cristo, quindi, si è veramente incarnato e fatto uomo per liberarci dalla schiavitù del peccato. La sua nascita in questo mondo, pertanto, segna l’apice dell’amore di Dio verso la sua creatura, l’uomo. Ecco, in breve, il vero significato del Natale. Niente sentimentalismo, niente poesia, nessuna coreografia o tradizione. A Natale Dio si fa uomo per incontrarsi con l’uomo. Il Natale è questa meraviglia. Il Natale è questa gioia.
Lasciamo allora che l’albero, d’importazione nordica e sacro al dio germanico Odino, orni le nostre foreste e i nostri boschi; lasciamo che il bue e l’asino, presi dal vangelo apocrifo dello pseudo Matteo, e messi in voga nel medioevo da Francesco di Assisi, riscaldino le stalle delle nostre fattorie... Il ricordo del Natale di Cristo non deve essere un’occasione per ridimensionare la statura di Gesù, riducendolo ad un neonato inerme che si lascia trastullare come fosse un balocco.
La nascita di Cristo è ben altra cosa, per cui dovremmo esaminarci seriamente e chiederci: “Perché Cristo è venuto su questa terra? Perché ha voluto rivestire la nostra umanità? Ha egli ancora un significato per me?”; e alla luce della Sacra Scrittura, ripetere con l’apostolo Paolo: “Cristo Gesù è venuto in questo mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo” (1Timoteo 2,15).
Non fermiamoci solo alla mangiatoia del presepe, alle luminarie, ai regali e alla “poesia” di un Natale retorico e puramente esteriore. Perché sia veramente Natale è necessario che ciascuno si impegni a vivere il messaggio di amore che Cristo è venuto a portare. Per questo lo scrittore statunitense Washington Irving affermava: “Il Natale è la dolce stagione nella quale dobbiamo accendere il fuoco dell'ospitalità e la straordinaria fiamma di carità del nostro cuore”.
Madre Teresa di Calcutta, invece, amava dire: “È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza”.
A tutti un augurio di Buon Natale sincero e vero.
Gianni Epifani
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