padre_Gian_Paolo31 marzo 2014

Gian Paolo Bergamini racconta le attività della Famiglia piamartina, ed evidenzia l’opera più grande dei missionari: “La formazione all’impegno, alla giustizia e alla verità”

«Qui in Angola per formare le coscienze»

“Pietas et labor”. La testimonianza di San Giovanni Battista Piamarta (1841-1913) rivive nell’opera dei suoi figli spirituali che, in Italia, Brasile, Cile, Angola e Mozambico, si prodigano nel campo dell’educazione e della formazione professionale. In Angola, in particolare, il 54 enne padre Gian Paolo  Bergamini è impegnato nella formazione dei seminaristi e nell’attività di coordinamento della comunità religiosa piamartina.
Padre Bergamini, sacerdote della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth, è arrivato nella capitale angolana all’inizio del 2013. Con la semplicità che accompagna la quotidianità dei missionari cerca di testimoniare con la sua vita che “Dio è un Padre che ci ama e che – racconta – si serve di noi per amare i fratelli, tutti, soprattutto i più poveri”. La missione nella capitale di Luanda sorse nel 1992 ma, dopo un anno, a causa della guerra venne sospesa e fu riaperta solo nel 1996. Poi nel 1998 l’esodo della popolazione dai territori della guerriglia e la concentrazione in nuovi agglomerati urbani all’interno della metropoli resero necessaria la costruzione di una nuova casa per la comunità religiosa, di una scuola, dei laboratori e di un seminario. Oltre al santuario dedicato a San Giovanni Battista Piamarta edificato nel 2009 in occasione della visita di Benedetto XVI, attualmente i settori che caratterizzano l’attività dei piamartini a Luanda sono tre: la scuola con più di 4000 alunni dal primo al decimo anno, la parrocchia di San Matteo che comprende circa 50mila abitanti e il seminario, il tutto con il coinvolgimento dei sacerdoti locali, di un cileno e di due italiani (padre Giuseppe Scolari e padre Gian Paolo).
La strada dell’educazione è tracciata dalla figura del Santo fondatore canonizzato il 21 ottobre 2012. “Realizzare il carisma piamartino della formazione umana e cristiana dei giovani è un bisogno molto sentito qui in Angola. Per fare questo servono strutture, laboratori ma – spiega padre Bergamini – soprattutto persone preparate che si mettano in gioco per il bene della gente. La mia scommessa è di dare il mio contributo per mettere in circolo nuove energie e aiutare i giovani padri locali a prendere in mano la situazione”.
Per padre Gian Paolo è importante anche mantenere un contatto con quanti dall’Italia lo aiutano, anche per questo motivo gestisce un sito (www.piamartaluanda.it) dove racconta la vita della sua missione. Una missione che, oltre alle opere dello spirito, deve badare anche a quelle materiali “come consolidare il muro di cinta, realizzare un nuovo laboratorio di informatica, distribuire la merenda ai ragazzi più piccoli e sistemare il tetto del santuario”. Piccole e grandi attenzioni rese possibili grazie al supporto dell’ong piamartina Scaip.
L’Angola è un Paese ricco di materie prime, petrolio e diamanti ma non vive una delle migliori realtà sociali. “Purtroppo la ricchezza è in mano a pochi e la maggioranza della popolazione vive di un’economia di sussistenza. Il “bairro” nel quale viviamo, non ha acqua corrente e ha energia elettrica in maniera occasionale; le strade sono in terra battuta e difficilmente percorribili… e pensare che siamo nella capitale”. In questo contesto la Chiesa “sta facendo molto. Scuole e ospedali per i poveri sono opere della Chiesa cattolica: se non ci fossero, molti bambini non andrebbero a scuola e moltissime persone rimarrebbero senza assistenza sanitaria. Ma credo che l’opera più grande che deve fare la Chiesa è la formazione delle coscienze all’impegno, alla giustizia e alla verità”.

(www.vaticaninsider.it)