Povertap10 novembre 2013

I Missionari Verbiti di Skt. Gabriel accolgono da 20 anni rifugiati di ogni nazione

In monastero la casa dei profughi

Ventun anni di aiuto Caritas ai rifugiati nel monastero di Skt. Gabriel dei Missionari Verbiti. Dai primi anni '90 la Casa di Mödling, vicino Vienna, ha accolto oltre 3mila persone di 30 Paesi. Questa mano tesa sa di "profezia" e si inserisce, oggi, nella linea auspicata da Papa Francesco di aprire i conventi europei ai profughi. I padri missionari del Verbo Divino hanno di recente fatto il punto sulla loro esperienza e nuove scelte di accoglienza verso i profughi, sempre più numerosi, stanno caratterizzando tale opera.
 
Disperati di ogni Paese. La Casa di Skt. Gabriel offre un totale di 140 posti per richiedenti asilo. È stata fondata nel 1992, quando l'Ordine dei Verbiti ha messo a disposizione della Caritas un'ala dell'edificio per accogliere e assistere i disperati che fuggivano dalla Bosnia-Erzegovina, allora segnata dalla guerra seguita al crollo della ex Jugoslavia. I Verbiti si occupano degli immigrati presenti a Vienna anche nel centro di sosta detentiva per i profughi in attesa di espulsione. Tra il 1992 e il 1998 vi hanno trovato rifugio oltre mille persone provenienti soprattutto dalla Bosnia. Molte di loro si sono poi stabilite nel Paese alpino e nel frattempo hanno ottenuto la cittadinanza austriaca. Nel 1995 sono stati accolti per la prima volta i cosiddetti "stranieri senzatetto". Nel 1999, la Casa è stata luogo di prima accoglienza per profughi kosovari. Nel 2004, sono state quindi alloggiate persone che beneficiavano dell'assistenza di base.
 
Sostegno particolare. Dal 2009, Skt. Gabriel è l'unico alloggio in Austria Inferiore ad accogliere i richiedenti asilo che necessitino un sostegno particolare a causa di malattie fisiche, di traumi gravi o di altre malattie psichiche. Queste persone provengono attualmente in gran parte dalla Cecenia, alcune dall'Afghanistan e da altre nazioni, per lo più dell'est. "All'inizio non è stato facile, soprattutto per i confratelli più anziani. Alcuni di loro avevano vissuto per 40 anni senza altre persone attorno, e improvvisamente si sono trovati bambini che correvano e giocavano nei corridoi", racconta padre Paul Budi Kleden, membro del Consiglio generale dei Verbiti (attualmente in missione in Ghana, dove i religiosi sono presenti dal 1938), e uno dei promotori dell'istituzione della Casa per i profughi. "Abbiamo voluto fare qualcosa di concreto in Austria e abbiamo sgomberato le nostre stanze e ci siamo spostati in un'altra ala del monastero". Una serie di attività offerte, come corsi di tedesco all'interno della struttura, sostegno all'apprendimento per i bambini, attività e progetti sportivi aiutano a trascorrere in modo costruttivo l'attesa del riconoscimento dell'asilo in Austria, operazione che spesso si protrae per anni.
 
Uno spazio per i giovani. "Un'attività che aiuta questi stranieri a inserirsi nella società viennese è l'aiuto al vicinato, prestando lavoretti domestici a privati dai quali ricevono delle offerte in denaro". È importante anche il percorso di sostegno psicologico ed educativo "attraverso il gioco, in cui i bambini possono rappresentare e rielaborare esperienze drammatiche", racconta a Sir Europa Ulrike Fleschhut, della Caritas di Vienna. A inizio 2013 "è stato fra l'altro deciso che la Caritas acquisisse ulteriori spazi nel monastero per creare una nuova casa per giovani profughi e circa 30 nuovi posti per adulti malati gravi. Da parte dei missionari Verbiti vi è stata grande disponibilità a incrementare l'aiuto a fianco della Caritas". "Nella casa - conferma Fleschhut - i giovani possono disporre di un alloggio provvisorio e un'assistenza adeguata alla loro età. Sono di età compresa tra i 14 e i 21 anni e sono fuggiti senza le famiglie da aree di crisi come l'Afghanistan e il Pakistan. Spesso hanno vissuto esperienze traumatiche nei Paesi di origine e durante la fuga". Un'équipe di operatori sociali, pedagogisti e psicologi si occupa delle loro esigenze.
 
Impresa che si rinnova. L'incontro e il dialogo tra le differenti culture e religioni sono un obiettivo importante dell'opera missionariale dei Verbiti in Austria e l'Ordine non solo è soddisfatto del fatto che nella Casa siano state accolte persone bisognose provenienti da tanti Paesi diversi, ma, anche attraverso l'appoggio costante del padre superiore generale Heinz Kulüke, sono sicuri di avere ancora molto da dare in questa azione congiunta con la Caritas. Lo scorso 26 ottobre padre Kulüke si è recato in visita alla casa Skt. Gabriel e ha potuto constatare, se ce ne fosse stato bisogno, la buona riuscita dell'impresa che si rinnova sulle orme degli insegnamenti di Papa Francesco.

(www.agensir.it)