Luglio 2013
La preghiera va in Rete
Assisi unisce il mondo
Si chiama effetto Bergoglio e attraverso “fratello web” dimostra che un’altra strada è possibile. È quella di san Francesco. Grazie al Papa che ha assunto il nome del Poverello di Assisi, il mondo ha riscoperto infatti in poche settimane la preghiera a san Francesco anche via Internet e, in poco più di due mesi, il sito del Sacro Convento (www.sanfrancesco.org, e in particolare la sezione webcam sulla cripta di san Francesco), al quale è possibile connettersi e pregare sulla tomba del santo, ha registrato 18 milioni di contatti da 123 Paesi collegati, una cifra semplicemente pazzesca.
In particolare è il mondo occidentale, nonostante la secolarizzazione, a rivolgersi con varie intenzioni al patrono d’Italia.
Secondo i dati diramati dai francescani, infatti, dal 2 maggio al 2 luglio scorsi la Telecom ha rilevato quasi 8,6 milioni di contatti e preghiere via webcam solo dall’Italia, circa 1,7 milioni dagli Stati Uniti e 1,5 dalla Germania, 1,3 milioni dal Canada, un milione dalla Spagna, oltre 430 mila dalla laicissima Francia e 200mila dall’Argentina, la «fine del mondo» dalla quale arriva il Pontefice. Ma anche molti islamici si collegano al sito affascinati dall’uomo del dialogo.
Dati che per primi hanno impressionato i francescani del Sacro Convento, come spiega il direttore della Sala stampa del Sacro Convento, della rivista e del sito, padre Enzo Fortunato: «Quando ci siamo recati in visita al Papa, egli ha inviato la sua preghiera “O Francesco d’Assisi , intercedi per la pace nei nostri cuori”, e il nostro sito si è bloccato. Quell’incontro ha premiato anni di lavoro: l’impegno dei nostri ragazzi della redazione internet, la fatica di immergersi in una nuova cultura della rete alla quale non eravamo abituati.
Ma non avrei mai immaginato che da quel momento san Francesco e papa Francesco avrebbero bucato il web, allargando a dismisura il loro abbraccio. Abbiamo chiesto alla Telecom, che ha sostenuto il progetto, di ampliare la banda e facilitare le connessioni e ai primi di luglio, quando ci hanno consegnato le statistiche di due mesi anticipandoci che erano impressionanti – ben 18 milioni di contatti – siamo rimasti attoniti e un po’ spaventati, ma al contempo carichi di gioia e responsabilità».
Cosa chiedono le preghiere a Francesco?
Mostrano tutte le iridescenze, i colori dello spirito. I messaggi parlano di sofferenza, della richiesta di aiuto, di dolore, di gioia e di speranza. Merita una riflessione il fatto che la maggior parte dei fedeli appartenga al mondo occidentale che dimostra di non essere indifferente e di avere ancora grande bisogno di Cristo e dei valori evangelici che ricerca nella figura di san Francesco.
E cosa li ha affascinati in base ai messaggi che avete raccolto?
Le tre caratteristiche della spiritualità francescana che, come ci ha spiegato con grande semplicità ed efficacia papa Bergoglio, che il prossimo 4 ottobre visiterà Assisi, lo hanno spinto a scegliere il suo nome. Vale a dire l’essenzialità o la povertà, la custodia del creato e l’amore per la pace.
Chi si collega a www.sanfrancesco.org?
La rete è principalmente strumento di comunicazione per giovani, che mandano messaggi e le preghiere Poi ci sono anche molte famiglie con figli piccoli che con loro davanti al computer pregano, ringraziano e si affidano a Cristo.
Molti i contatti persino dal mondo islamico con messaggi dal Pakistan, dal Bangladesh, dall’Indonesia e dall’Arabia Saudita. Come lo spiega?
Con l’interesse che san Francesco, uomo del dialogo con i fedeli del Corano, suscita tra gli islamici. E credo sia un segno dell’attenzione che c’è per il Papa che porta il nome del santo di Assisi.
E ora che farete di questo patrimonio di contatti?
Presteremo sempre più attenzione al web. Attraverso la webcam collocata sulla tomba di san Francesco accorciamo le distanze: dove la materialità impone una distanza, la telecamera ne ha reso possibile l’annullamento e collega in un unico abbraccio gli uomini di buona volontà. Il santo di Assisi ha bucato la rete raggiungendo milioni di persone e abitando francescanamente il mondo digitale così come aveva comunicato usando tutti i mezzi a sua disposizione: la voce, la vita e l’inchiostro.
(Paolo Lambruschi su www.avvenire.it)