ef37bfa18224 marzo 2013

E’ morto mons Nervo, fondatore della Caritas. Si è spento a 94 anni un grande testimone del post Concilio. “Ci ha insegnato a ripartire dagli ultimi”

Chiamato dalla Carità

Ciao, don Giovanni. Titola così oggi, con un velo di mestizia, il portale della Caritas Italiana: l’organismo per l’educazione alla carità della Chiesa in Italia saluta non solo il suo primo presidente, ma anche un padre e un testimone, un “grande” del post Concilio nel nostro Paese con il cuore che batteva a livello mondiale. “Una guida e un esempio per tutti noi che ha testimoniato e vissuto quotidianamente e con coerenza la carità evangelica, specie accanto ai più poveri, i più deboli, i più piccoli”.
Nato a Casalpusterlengo (MI) il 13 dicembre 1918, da una famiglia di profughi veneti (proveniente da Solagna nel vicentino, a 13 anni entra nel Seminario della diocesi di Padova, e ordinato  nel 1941. Durante la Guerra, già prete, fa da supporto alla staffetta della Resistenza. Dal 1945 al 1950 è assistente provinciale delle ACLI a Padova, e dal 1950 al 1963 cappellano di fabbrica con l’ONARMO (Opera nazionale assistenza religiosa e morale agli operai), istituita da mons. Ferdinando Baldelli, della quale dal 1963 al 1965 diventa responsabile nazionale del servizio sociale.
Nel 1964, insieme a don Giuseppe Pasini e altri docenti della Scuola di servizio sociale di Padova, da lui istituita nel 1951, crea un centro di studio, ricerca e formazione nel settore delle politiche sociali e dei servizi sociali e sanitari, dedicata a Emanuela Zancan, già vicedirettrice della Scuola di servizio sociale, morta nel novembre 1963. Mons. Nervo ne ricopre la carica di presidente dal 1964 all’ottobre 1997, poi sostituito da mons. Pasini.
Nel 1971 la svolta del suo ministero: il 2 luglio 1971, già sciolta la P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza) da papa Paolo VI, la Conferenza Episcopale Italiana istituisce la Caritas Italiana come proprio organismo allo scopo di “ favorire l’attuazione del precetto evangelico dell’amore nella comunità ecclesiale italiana in forme consone ai tempi e ai bisogni, in visto dello sviluppo integrale dell’uomo, con particolare attenzione alle persone e alle comunità in situazione di difficoltà” e a Giovanni. Nervo viene affidato l’incarico per una efficace struttura organizzativa. Nervo resterà presidente fino al 1976, quando a seguito di una modifica dello Statuto, la carica è assunta da uno dei vescovi vicepresidenti della CEI e lui acquisirà quella di vicepresidente, che manterrà per tutto il tempo previsto dal nuovo Statuto della Caritas, e cioè fino al 1986.
Si tratta di far passare l’idea di una carità che non è elemosina o erogazione di servizi assistenziale, bensì di una dimensione costitutiva dell’essere cristiano. Di qui la sua espressione del “valore pedagogico” della carità e la sua azione per la promozione in “ogni” diocesi di un organismo locale con uno specifico delegato.
Il contesto ecclesiale, culturale e sociale della Caritas degli inizi è quello degli anni ’70: per la Chiesa italiana, sono quelli del primo piano pastorale "Evangelizzazione e sacramenti" e del primo Convegno ecclesiale su "Evangelizzazione e promozione umana" (Roma, 1976) nel quale, tra l'altro, viene lanciata ai giovani la proposta dell'obiezione e del servizio civile e alle ragazze quella dell'Anno di volontariato sociale (Avs). Il terremoto del Friuli del 1976 diventa un terreno di prova per la sensibilità delle comunità italiane sui temi delal solidarietà e del volontariato: Nervo promuove i “gemellaggi” di intere diocesi con i comuni colpiti e decine e decine di giovani obiettori o solo volontari temporanei, provenienti da gruppi parrocchiali, movimenti, si recano in Friuli a prestare un aiuto prezioso alle popolazioni creando un filo di fraternità che non si è mai interrotto.
Ad inizio anni ’80 il problema dei profughi vietnamiti allarga forse per la prima volta l’orizzonte della Chiesa italiana, già missionaria “verso” le zone impoverite della terra, nella direzione dell’immigrazione di persone provenienti da altri paesi. E’ lui il vero ispiratore (lunga la sua amicizia con l’abate di San Paolo, il benedettino Giuseppe Nardin suo collaboratore) si quella “scelta preferenziale per i poveri e quel documento della CEI del 1981, La Chiesa italiana e le prospettive del paese con l’espressione “ripartire dagli ultimi”.
Terminato l’incarico, mons. Nervo è rimasto membro del Consiglio nazionale della Caritas continuando però senza sosta il suo impegno a favore dei poveri e della pace, attraverso un’opera pubblicistica a partire dal mensile Italia Caritas e numerose riviste cattoliche e di volontariato.
Nel ’96 ha ricevuto la laurea honoris causa dell’università di Udine in Economia e commercio per il suo impegno a favore dei terremotati del Friuli e nel 2003 quella in Scienze dell’educazione all’università di Padova per il suo incessante testimonianza sul valore pedagogico dell’educare alla carità.
Tra i suoi numerosi testi, editi dalla Fondazione Zancan e dal Messaggero di Padova, titoli come “Giustizia e pace si baceranno”, “La solidarietà. Uno per tutti tutti per uno”.

(www.vaticaninsider.it)