vocazioni7 dicembre 2012

Alla festa di S. Carlo in Seminario a Massa: Lettera- documento del vescovo Santucci; presentato il Piano pastorale vocazionale

“Eccomi, manda me”

“Eccomi, manda me”: si apre con queste parole, tratte dal profeta Isaia, il testo del Piano pastorale vocazionale, una lettera-documento del vescovo Giovanni Santucci sul tema della scelta di vita in generale e, in modo specifico, su quella che riguarda la vocazione al “ministero ordinato”. L’occasione per presentare il testo, che trova la sua ragion d’essere nella crisi vocazionale che colpisce la nostra diocesi non meno che nel resto della Chiesa universale, è stata la festa del Seminario di Massa, nella memoria liturgica del suo protettore S. Carlo Borromeo (la ricorrenza, a dire il vero, cade il 4 novembre, ma per concomitanza con la domenica è stata celebrata il giorno successivo). Erano presenti, tra gli altri, il rettore del Seminario maggiore don Marco Baleani, gli ex rettori don Severino Pizzanelli e don Corrado Giorgetti, il rettore della sezione distaccata “J. H. Newman” del Seminario diocesano, don Pietro Cantoni, il rettore del Seminario di Pisa mons. Roberto Filippini e il vescovo emerito Eugenio Binini. A loro e ai sette seminaristi della diocesi, Francesco Giannoni, Alberto Ianni e i cinque studenti della sezione “J.H. Newman” Fabio Arduino, Emanuele Borserini, Vito Piscitello, Marco Savoia e Stefano Pappalardo, mons. Santucci ha spiegato il perché del messaggio. “Avevo già in mente questo testo quando ero rettore del Seminario di Pisa - ha esordito il vescovo -. In quegli anni compresi che la difficoltà maggiore di chi dirige un seminario è aiutare le persone a prendere delle decisioni importanti: è Dio il regista della nostra vita, ma a noi è dato di cogliere le occasioni che ci capitano, di saperle riconoscere e di viverle poi appieno. La vita di tutti è una vocazione e una storia d’amore: per comprendere la missione cui siamo chiamati dobbiamo ascoltare Dio che ci parla, anche attraverso i fratelli, valorizzando il ruolo profetico che ciascuno di noi può esercitare verso gli altri”.
Al termine del dibattito seguito all’intervento del vescovo è stata celebrata, in Cattedrale, la S. Messa presieduta dallo stesso mons. Santucci. “Ognuno di noi - ha spiegato – può condividere le preoccupazioni dell’apostolo Paolo, il quale, nella lettura di oggi, riflette sulla grandezza della missione che, a fronte della sua umana debolezza, è chiamato a portare avanti. Noi sacerdoti siamo come fragili vasi di creta, chiamati a custodire un grande tesoro. Tuttavia, come risposta alle nostre paure, valgano le parole che il Signore rivolse proprio a San Paolo: “Ti basta la mia grazia”. Impegniamoci allora ad aprire il nostro cuore all’incontro con Dio, ricordando quello che lui stesso ci ha insegnato a pregare: “Sia fatta la tua volontà”, una frase che pronunciamo con le labbra e poi non assecondiamo col cuore”. La giornata si è conclusa col pranzo comunitario.

(Simone Ziviani su www.ilcorriereapuano.it)