ORIENTARSI - Mondo Voc ottobre 2014                                                                 Torna al sommario

 

 

IL GIORNO DEL SIGNORE DOPO IL TEMPO DELLA PROVA

Il profeta Gioele e la morte della suore saveriane

Un messaggio di speranza


La tragica morte delle tre suore in Burundi offre un’occasione per riflettere e comprendere le parole del profeta Gioele, che racconta la passione del popolo d’Israele dopo l’invasione delle cavallette. Ma anche per ritrovare la fiducia.


di Amedeo Cencini


Gioele-fabIl libretto del profeta Gioele (solo 4 capitoli) racconta un tempo di grande passione del popolo d’Israele a causa della fame e della carestia, provocata da una paurosa invasione di cavallette.

Gioele (=Jhwh è Dio) invita per questo tutta la gente a elevare a Dio un lamento in atteggiamento di pentimento sincero. L’invasione è, infatti, come un castigo che Israele s’è attirato su di sé, ma che potrà portare frutti di pentimento e conversione. Allora Dio interverrà per dare al popolo il suo Spirito. Sarà “il giorno del Signore”, giorno grande e terribile, ma pure giorno in cui tutti gli abitanti d’Israele saranno pieni dello Spirito trasformante.

 


Chiesa in affanno

Scrivo queste note ancora colpito dalla notizia tragica dell’uccisione delle tre suore saveriane in Burundi. La notizia mi ha raggiunto mentre ero all’estero, in un posto ove la chiesa vive in condizioni di non piena libertà e spesso subisce limitazioni e restrizioni varie alla sua azione evangelizzatrice. Due situazioni molto diverse, e al tempo stesso altrettanto simili, che possiamo leggere anche alla luce delle parole di Gioele.

C’è una situazione di oppressione, sociale o culturale, a volte di soffocamento della propria libertà di credenti, che può assumere svariate forme espressive, senza pensare esclusivamente a regimi o situazioni politiche di annullamento dei diritti fondamentali della persona. Ma il profeta ci dice che la storia dell’uomo, come un tempo quella di Israele, non è abbandonata alle sole forze umane, né alle prepotenze e prevaricazioni dell’uomo contro il suo simile. I giorni della vita dell’uomo non scorrono lungo un calendario predisposto unicamente da lui, lungo una sequenza di giorni che rotolano su altri giorni secondo un copione che si ripete e un ritmo che non s’arresta. C’è un giorno del Signore che irrompe in questa storia e la cambia dando un senso nuovo a tutti i giorni già vissuti, che magari sceglie una persona povera e semplice perché in nome suo apra strade nuove, dies Domini che forse non ci tira fuori immediatamente dal conflitto, ma lo rende misterioso fattore di grazia, sempre attraverso la disponibilità di credenti veraci, o il coraggio di chi è libero d’affrontare anche la morte, perché “la tua grazia vale più della vita”.

 


Suor Olga, missionaria martire

burundi_Suor Olga è una delle tre missionarie saveriane trucidate barbaramente lo scorso 7 settembre. La conoscevo molto bene, poiché la accompagnavo spiritualmente ormai da tempo. Mi telefonava con certa frequenza; l’ultima volta è stato per dirmi che andava a fare gli esercizi spirituali, giusto una quindicina di giorni prima di morire, quasi sentisse che doveva prepararsi. Era contenta. Non faceva granché da quando, coi suoi 83 anni, era voluta tornare in missione piuttosto debilitata per una serie di problemi di salute. Confesso che l’avevo sconsigliata di tornare, ma era stata irremovibile: “una missionaria muore volentieri nella sua terra di missione. E poi a me basta esserci, anche se non potrò fare tante cose”.

Quando ho letto esterrefatto della sua morte così atroce, mi son venute in mente queste sue parole; non mi son detto che avrebbe fatto meglio a darmi retta, ma che nonostante tutto è morta realizzando il suo desiderio.

 


“I vostri anziani faranno sogni…”

funerale-3-suore-morte-burundiCosì profetizza Gioele riguardo al tempo in cui il Signore effonderà il suo spirito sopra ogni uomo, e tutti diverranno profeti, persino schiavi e schiave. Suor Olga d’una sola cosa si crucciava: di trovarsi in un posto di cui non conosceva il dialetto, la lingua del popolo. E cercava per questo d’industriarsi, non temendo d’imparare dai più piccoli per cercar poi di dire loro Gesù.

Per questo la sua vita di missionaria era discreta e nascosta, fatta essenzialmente di contatti semplici e quotidiani, di accoglienza e piccoli servizi, di sguardi di benevolenza, di mani benedicenti e capaci di esprimere la carezza di Dio. E chi l’ha detto che la profezia non possa venire da una vita totalmente spesa per i piccoli e i poveri, vita essa stessa divenuta piccola e povera? Come accade, per altro, alla grande maggioranza dei missionari, che consumano umilmente la loro vita in angoli sperduti della terra, fuori d’ogni clamore mediatico, ma preparando il giorno del Signore.

Probabilmente suor Olga non ha mai pensato a un epilogo così drammatico della propria esistenza, ma se Gioele parla di anziani che faranno sogni, mi piace credere che morendo così suor Olga abbia realizzato il sogno tipico d’ogni missionario/a: dare la vita per la propria gente, che è il punto più alto d’ogni vocazione, massima realizzazione anche sul piano umano della propria dignità, marchio di garanzia della veracità della fede.

 


Domenica senza tramonto e missione compiuta

Purtroppo nessuno ci potrà raccontare con esattezza cosa sia successo in quei terribili momenti, ma oso pensare, per come ho conosciuto suor Olga, che una volta capite le intenzioni del suo omicida, gracile e fragile com’era, non abbia tentato alcuna resistenza, ma l’avrà guardato negli occhi mormorando nel cuore e poi anche con le labbra una parola di perdono e di pace, che senza dubbio l’altro avrà compreso o comprenderà.

E così sia entrata, in quella domenica del 7 settembre scorso che volgeva al termine, nel giorno che il Signore aveva preparato per lei, giorno senza fine, domenica senza tramonto!

E missione compiuta.

 

 

 

 


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