ATTUALITÀ - Mondo Voc maggio 2014                                      Torna al sommario

 

 

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO ALLE CANONIZZAZIONI DEL 27 APRILE


Roncalli e Wojtyla, testimoni della misericordia

 

Due uomini coraggiosi che hanno vissuto e mostrato la bontà di Dio


Nell’omelia pronunciata durante la celebrazione delle due canonizzazioni, Papa Francesco ha definito San Giovanni XXIII il “Papa docile allo Spirito” e San Giovanni Paolo II, il “Papa della famiglia”. Due uomini coraggiosi, “pieni di speranza viva e di una gioia indicibile e gloriosa”. 


di Salvatore Izzo


Izzo_maggio_1_primo_capoverso“San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II, i nuovi santi pastori del Popolo di Dio, ci insegnino a non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che sempre spera, sempre perdona, perché sempre ama”. Papa Francesco ha pregato così al termine dell’omelia della messa per le canonizzazioni dei due predecessori, celebrata in piazza San Pietro insieme al Papa Emerito Benedetto XVI e a più di 100 cardinali di tutto il mondo, davanti a una platea di circa un milione di persone, mentre molti altri milioni di fedeli seguivano il rito in Tv.  

 

Bergoglio ha dunque scelto il momento della massima visibilità del suo Pontificato per indicare quale sia la direzione che la Chiesa deve imboccare: quella dell’accoglienza e del perdono. Il tema della misericordia rappresenta del resto il filo rosso che lega i pontificati di Roncalli e Wojtyla a quello di Francesco.

 


Il Papa della docilità allo Spirito

Izzo_maggio_2_secondo_capoversoNell’omelia, il nuovo Papa ha sottolineato prima di tutto che San Giovanni XXIII “nella convocazione del Concilio ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata, guidata dallo Spirito Santo.

 

Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; e a me piace pensarlo come il Papa della docilità allo Spirito Santo”.

 

Anche nel volo da Rio de Janeiro a Roma, a fine luglio, Bergoglio aveva anticipato il suo pensiero sull’apertura di Roncalli al soffio dello Spirito. “Giovanni XXIII – erano state le sue parole – è stato un uomo docile alla voce di Dio, perché quello gli è venuto dallo Spirito Santo, gli è venuto e lui è stato docile. Pio XII pensava di fare il Concilio, ma le circostanze non erano mature. Credo che Giovanni XXIII non abbia pensato alle circostanze: lui ha sentito di doverlo convocare e lo ha fatto. Un uomo che si lasciava guidare dal Signore”. 

 


Il Papa della famiglia

ht59gyyb“Nel suo servizio al Popolo di Dio, San Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia”, ha affermato Francesco il giorno delle canonizzazioni, ricordando che Wojtyla “avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia”. “Mi piace sottolinearlo - ha aggiunto - mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie, un cammino che sicuramente dal Cielo lui accompagna e sostiene”. E nella conversazione con i giornalisti durante il viaggio aereo, Bergoglio aveva voluto sottolineare la decisione del Papa polacco di dedicare al tema della misericordia una delle più importanti Encicliche del Pontificato (la Dives in misericordia) riconoscendo che “la Chiesa è Madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia”.

 

“Se il Signore non si stanca di perdonare, noi - aveva osservato Francesco - non abbiamo altra scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti. È mamma, la Chiesa, e deve andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia per tutti. Io credo che questo sia un kairòs: questo tempo è un kairòs di misericordia. Ma questa prima intuizione l’ha avuta Giovanni Paolo II, quando ha incominciato con Faustina Kowalska, la Divina Misericordia: lui aveva qualcosa, aveva intuito che era una necessità di questo tempo”.  

 


La preghiera di Bergoglio

immagine_canonizzazione_papi_“Di Giovanni Paolo II – aveva confidato ancora Francesco - mi viene da dire: ‘il grande missionario della Chiesa’, un uomo che ha portato il Vangelo dappertutto. Andava! Sentiva questo fuoco di portare avanti la Parola del Signore. È stato un Paolo, un San Paolo, e un uomo così per me è grande”.“I due nuovi santi non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce; non hanno avuto vergogna della carne del fratello , perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù”, ha ripetuto ancora nell’omelia del 27 aprile e la sottolineatura di Bergoglio è stata dunque anche una rivendicazione della propria visione della Chiesa, che deve essere come un ospedale da campo che accoglie chi soffre e non un tribunale che condanna. “Che entrambi i due nuovi santi - ha chiesto infatti il Pontefice ad alta voce nella sua omelia - intercedano per la Chiesa affinché, durante questi due anni di cammino sinodale, sia docile allo Spirito Santo nel servizio pastorale alla famiglia”.

 


Izzo_maggio_5_quinto_capoversoDue uomini coraggiosi 

Roncalli e Wojtyla “sono stati – ha poi sintetizzato Francesco - due uomini coraggiosi, pieni dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia. Sono stati sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell’uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio che si manifesta in queste cinque piaghe; più forte era la vicinanza materna di Maria”.



“In questi due uomini contemplativi delle piaghe di Cristo e testimoni della sua misericordia dimorava - per Papa Francesco - ‘una speranza viva’, insieme con una ‘gioia indicibile e gloriosà. La speranza e la gioia che Cristo risorto dà ai suoi discepoli, e delle quali nulla e nessuno può privarli. La speranza e la gioia pasquali, passate attraverso il crogiolo della spogliazione, dello svuotamento, della vicinanza ai peccatori fino all’estremo, fino alla nausea per l’amarezza di quel calice”. “Queste - ha infine concluso - sono la speranza e la gioia che i due santi hanno ricevuto in dono dal Signore risorto e a loro volta hanno donato in abbondanza al Popolo di Dio, ricevendone eterna riconoscenza”.

 

 


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