ATTUALITÀ - Mondo Voc gennaio 2014                                            Torna al sommario

 

 

QUELLI CHE … NON SONO SINONIMI

La musica che serve il rito

Non tutto il sacro è liturgico

 

Spesso si confondono i concetti di musica per celebrare con quelli di musica sacra e musica d’ispirazione cristiana. Solo la prima è davvero preghiera, ma non sono altrettanto i gospel o il rock cristiano.

 

di Graziano Ghisolfi

 

musicasacra1Musica sacra, musica religiosa, musica di ispirazione cristiana, musica liturgica, musica devozionale: ecco alcuni termini per indicare il fenomeno musicale in ambito religioso cristiano. Potrebbero sembrare sinonimi, ma non lo sono.

 

Infatti ci sono casi in cui un brano di musica sacra può anche essere liturgico, sicuramente di ispirazione cristiana, a volte anche devozionale. Ma sono molte, invece, le situazioni in cui occorre distinguere bene tra i vari generi.


Per comprendere in maniera efficace l’esatta definizione della musica liturgica, perché questo è lo scopo di questi brevi appunti, sarà meglio leggere la situazione per contrasto, guardando cioè cosa non è la musica liturgica.

 


Musica d’ispirazione cristiana

GospelPartiamo dalla cosiddetta “musica di ispirazione cristiana”; il suo ambito è ben caratterizzato perché - definizione di Wikipedia - «include la musica cristiana contemporanea, il rock cristiano, i canti di lode contemporanei, il gospel e la musica cristiana hip hop.

 

L'origine della musica cristiana parte dalle Chiese evangeliche nord americane e in un secondo momento, dopo il Concilio Vaticano II, è stato parzialmente accolto anche dal mondo cattolico».

 

Come si vede si tratta di un segmento molto particolare, circoscritto nel tempo e nel genere musicale; e non ha nulla a che fare con la musica liturgica.

 


Musica sacra

musica_sacra_2C’è, poi, la musica religiosa in generale, tipica di ogni credo religioso, che noi cristiani, nel nostro ambito, abbiamo amato definire “Musica Sacra”. Questa definizione l’abbiamo volutamente scritta con virgolette e lettere maiuscole perché, nel corso dei secoli, è stata a volte fraintesa equivocando sul termine “Sacra”.


Se, guardando in generale alla storia della musica occidentale, diamo un’occhiata alla produzione musicale che prende spunto da testi religiosi e liturgici, ci troviamo di fronte ad un repertorio sterminato. Sono rari i compositori che non si siano cimentati a musicare un testo liturgico. Se, allora, la produzione “Sacra” è veramente enorme ciò non significa che sia automaticamente “liturgica”. E non significa neppure che, essendo il testo tratto dalla liturgia, sia ipso facto una composizione intoccabile e perfetta, come potrebbe suggerire la definizione “sacra”. Abbiamo molta Musica Sacra, ma molta meno “musica liturgica”.

 


Musica liturgica

musica_liturgicaPer musica liturgica intendo quel particolare tipo di repertorio che è stato scritto appositamente per la liturgia, seguendo le sue esigenze e i suoi ritmi. Se penso, ad esempio, ad un coro che voglia fare un concerto in chiesa in cui mostrare tutte le proprie capacità, sarà difficile che attinga ad un repertorio liturgico; sarà più facile che esegua brani di musica sacra: testi liturgici, sì, ma con primaria volontà di fare musica. Nella musica liturgica, invece, l’attenzione primaria è al rito non alla musica.


Quali sono, allora, le attenzioni che la musica liturgica deve avere per essere veramente tale?


Prima di tutto è pensata guardando alla celebrazione. Non è scritta per mostrare la bravura del compositore o per essere eseguita primariamente in concerto.


Il rito, con le sue esigenze, è la preoccupazione principale: se si compone un canto, ad esempio, si deve pensare alla sua collocazione all’interno di una ampia celebrazione. A momenti specifici, infatti, corrispondono necessità specifiche.


La musica liturgica, poi, farà in modo di essere sempre preghiera: inni, acclamazioni, salmi, litanie e invocazioni, nella loro differenza formale, saranno tutte possibilità di pregare Dio con gesti veri e appropriati.


Da ultimo, poiché le liturgie non sono spettacoli da “vedere”, ma momenti comunitari da celebrare insieme, la musica liturgica svolgerà la funzione di collante fra le persone. Il cantare con una sola voce è, infatti, la modalità più bella per creare quell’unità che altri linguaggi o gesti non riescono a raggiungere.

 

 

 

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