MEDIAEDUCATION - Mondo Voc novembre 2013                                          Torna al sommario

 

 

LA TELEVISIONE DELL’INTEGRAZONE

All tv

Un progetto per una piccola rivoluzione culturale

 

I media danno eco ai migranti solo nelle cronache. Ma di come vivano, di quali siano le loro culture, le loro abitudini nessuno si interessa. Finché, un giorno, arriva un rifugiato che, grazie ai fondi comunitari, apre un canale digitale interamente dedicato all’integrazione interculturale. E “i nuovi italiani” vanno in onda.


di Stella F.

 

Jean_Claude_Mbede_FoudaFaceva il giornalista in Africa, precisamente nel suo Paese: il Camerun. Poi un giorno la sua vita cambiò tragicamente e, sotto minacce, fu costretto all’esilio. Aveva scoperto e denunciato gli abusi sessuali compiuti da alcuni politici del suo paese, ai danni di giovani in condizioni di povertà estrema, e l’arricchimento illecito di 44 ministri di Yaoundé, capitale del Camerun.

 

Così, dal 2008, Jean Claude Mbede Fouda – questo il suo nome - vive in Italia. Inizialmente come rifugiato, tra mille difficoltà, senza un lavoro e senza prospettive.

 

Oggi, grazie alla sua tenacia e ai fondi europei per i rifugiati politici, come direttore di un canale televisivo digitale, cosmopolita.

 


Missione: cittadinanza comune

All_tvAll tv, si chiama così il progetto che ha l’obiettivo di raccontare i “nuovi italiani”, le vite, la cultura e le abitudini degli immigrati che vivono nel bel Paese. Attenzione però a non chiamarla “la tv degli stranieri”, ammoniscono coloro che hanno dato vita al progetto. All tv è una televisione che parla di integrazione e “cittadinanza comune”, che mette in contatto le comunità etniche con la società italiana.


Attualmente in Italia, ogni comunità etnica si è dotata di un piccolo mezzo di comunicazione - ha commentato il direttore – […] ovvero un giornale, una web radio o una web tv, solo per raccontare la propria quotidianità nel paese ospitante.  Ma queste iniziative sono tutte realizzate nella lingua madre delle varie comunità che le intraprendono. “Questo distacco netto tra immigrati– ha aggiunto Jean Claude Mbede Fouda - ha fatto sì che ogni singola comunità tenda all'isolamento e quindi all'impossibilità della creazione di un punto d'incontro con le  altre comunità straniere, ma sopratutto di un mezzo efficace che conduca all'integrazione con la società italiana in cui vivono”.


Con la nascita di All tv si vuole creare un dialogo e un’occasione di incontro, prima tra le comunità straniere, poi tra queste e i cittadini della penisola. Ecco perché la lingua scelta per comunicare è l’italiano.

 


Uno sguardo sul mondo

All_tv_2In redazione 12 giornalisti - quattro italiani e 8 provenienti da altri contenimenti – e una programmazione che, attraverso la messa in onda di eventi interculturali, di esperienze e storie di vita, mira a far conoscere una realtà fino ad ora ignorata dai più.

 

Anche dai media, che hanno sempre sorvolato sulla questione, dando spazio ai migranti solo nei racconti di cronaca.


Così, nel palinsesto, troviamo servizi sulle feste di fine ramadan , su miss Costa d’Avorio, sui matrimoni celebrati con riti diversi da quello cattolico, sulle sfilate di moda etniche. Tante idee per dare voce e visibilità alle varie comunità presenti in Italia.


Il sogno è ora quello di trasformare il canale web in canale televisivo e continuare a costruire il ponte di dialogo tra i popoli.

 

 

 

 

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