DIVERSO PARERE - Mondo Voc ottobre 2013 Torna al sommario
AUTONOMIA, FIDUCIA, ALLEANZA E RESPONSABILITÀ SOCIALE ALLA BASE DEL RAPPORTO TRA GENITORI, FIGLI E INSEGNANTI
Se tra famiglia e scuola c’è dialogo
A partire dalla propria esperienza familiare, l’autore delinea alcuni atteggiamenti e traccia delle linee pratiche di condotta nel sempre problematico rapporto tra genitori e insegnanti. Buon senso e collaborazione in vista del comune e superiore interesse dei figli, sono le risorse che famiglia e scuola possono mettere in campo per l’educazione delle nuove generazioni.
di Aldo Maria Valli
Ho sei figli ma non possiedo nemmeno una teoria circa il rapporto tra scuola e famiglia o, per essere più precisi, tra genitori e insegnanti. La storia di ogni figlio è diversa. Diverse sono le esigenze, le eventuali difficoltà. E diverse di conseguenza sono le situazioni con le quali i genitori si trovano a confrontarsi.
Il difficile equilibrio tra autonomia e interesse
Se, in base alla mia esperienza, dovessi tuttavia trarre alcune considerazioni di carattere generale, al primo posto metterei la consapevolezza dell’autonomia che deve caratterizzare il percorso scolastico di un figlio. Papà e mamma devono essere senz’altro partecipi ed è bene che dimostrino la loro attenzione verso le vicende scolastiche del ragazzo o della ragazza, ma non devono diventare invadenti né tanto meno soffocanti. Occorre anzi che facciano capire l’importanza della responsabilità personale. Mai e poi mai il genitore deve sostituirsi al figlio e mai e poi mai deve invadere il campo degli insegnanti.
Immagino che mia moglie, quando leggerà queste righe, arriccerà il naso e si chiederà dove ho vissuto in tutti questi anni. Lei infatti non si è mai tirata indietro quando si è trattato di aiutare i nostri figli nello studio, a seconda delle loro specifiche e diverse esigenze. Ma io, quando parlo di autonomia, non dico che il genitore deve essere passivo, assente o indifferente. L’aiuto ci può e ci deve stare, per esempio quando si tratta di trasmettere un certo metodo nello studio o qualche competenza che in quel momento fa difetto nello studente. Quello che non ci può e non ci deve stare è la sostituzione: se il papà o la mamma si fanno carico dei doveri del figlio, di certo non lo aiutano. Magari riescono a tamponare una falla del momento, ma alla lunga il loro intervento sarà devastante, perché trasmetterà al figlio l’idea che, di fronte alla difficoltà, c’è sempre qualcuno che può rimboccarsi le maniche al posto suo.
Fiducia e affiancamento
Accanto all’autonomia metterei poi la fiducia. È davvero importante, specie in un tempo come il nostro, segnato da così tante incertezze, che i genitori trasmettano al figlio l’idea che in ciascuna persona ci sono le risorse necessarie per affrontare la vita, perché ogni persona è un miracolo vivente e la vita di ciascuno è segnata da un progetto buono.
La fiducia si trasmette con l’incoraggiamento e l’affiancamento, che sono cose diverse dalla sostituzione. Si trasmette anche con la capacità di sdrammatizzare. Si trasmette facendo capire al giovane che l’adulto non vuole stipare in lui una serie di competenze, come se si trattasse di riempire un vaso vuoto, ma è sempre disponibile per suscitare nel giovane capacità, interessi e sensibilità che sono già in lui e che hanno solo bisogno di essere stimolate.
Alleanza genitori\insegnanti
Ci sono tanti modi di esercitare autonomia e fiducia. Uno, importante, consiste senz’altro nell’evitare di trasmettere al figlio l’idea che tra la famiglia e la scuola sia in atto una sorta di guerra, con il figlio nel ruolo designato di vittima e gli insegnanti nel ruolo di aguzzini. Certo, gli insegnanti non sempre sono all’altezza della situazione e può succedere che i rapporti con alcuni di loro siano tutt’altro che facili, ma i genitori devono evitare di essere lamentosi e rivendicativi, come se l’insegnante non fosse un collaboratore ma una controparte. Purtroppo viviamo in una società conflittuale e litigiosa, segnata da aggressività e arroganza, ma proprio per questo occorre evitare di alimentare questo clima. Anche se a volte qualche insegnante può sembrare un nemico, aiutiamo i nostri figli a volare alto, a non restare prigionieri di piccole contese personali e facciamo capire loro che anche il dissidio o l’incomprensione fanno parte di un cammino educativo.
Crescere nella responsabilità verso gli altri
Nel rapporto scuola-famiglia i genitori hanno l’opportunità di trasmettere ai figli l’idea che la nostra vita non è fatta solo di diritti e che non si diventa adulti se l’unica preoccupazione è quella di fare lo slalom per evitare accuratamente i doveri.
Vorrei infine sottolineare un punto che può sembrare collaterale e invece mi sembra decisivo ai fini della crescita civile della comunità. Nell’accompagnare il nostro ragazzo o la nostra ragazza nel percorso scolastico cerchiamo di trasmettere l’idea che oltre a una responsabilità personale c’è anche una responsabilità sociale. Nel momento in cui io cerco di essere uno studente bravo e buono, in gamba sia tecnicamente sia umanamente, non sto affermando me stesso sugli altri, non sto combattendo una battaglia per impormi, ma sto dando il mio contributo alla crescita di tutti, dell’intera comunità nella quale sono inserito. Quando ci lamentiamo dell’individualismo esasperato, poniamoci sempre una domanda: ma io, concretamente, che cosa sto facendo per costruire un mondo diverso, all’insegna non dell’egoismo e della grettezza ma della generosità e della nobiltà d’animo?
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