ATTUALITÀ - Mondo Voc maggio 2013 Torna al sommario
DAI DATI ISTAT UNA FOTOGRAFIA DELUDENTE DELLE UNIONI IN ITALIA
Il matrimonio si è rotto
I numeri della crisi
Ormai da qualche anno i rapporti dell’Istituto Nazionale di Statistica sulle unioni in Italia descrivono lo stesso trend: ci si sposa sempre meno, mentre aumentano separazioni, divorzi e convivenze. Il rischio di questa situazione è che salti l’intera società in quanto organizzazione fondata sulla famiglia, cioè sull’unione suggellata dal matrimonio.
di Novella Caterina
Quando qualcosa si rompe, va da sé che smette di servire al suo scopo. Se ciò che si è rotto fa parte di un insieme, viene compromesso il funzionamento o la funzionalità del tutto. È così se si spacca un pezzo di un’automobile, la vettura smette di camminare. È così se si buca la manica di un maglione, il capo d’abbigliamento diventa immettibile. È così se si sfascia la famiglia, la società rischia di saltare. È ciò che sta accadendo nel nostro paese al matrimonio che, ormai è un’evidenza, non funziona più.
Cosa si è rotto
Quelli che l’Istat ci racconta sulle unioni in Italia sono i numeri di questa rottura, in atto da alcuni anni; numeri che sono soggetti ad un trend in crescita, soprattutto dal 2009. Il quadro che ne esce si può sintetizzare così: si sono rotti gli impegni duraturi tanto che la forma più diffusa di legame è diventata la convivenza, che si sta sostituendo progressivamente al matrimonio. All’altare arrivano sempre meno coppie. Si è rotto il ruolo della Chiesa: chi decide di suggellare il legame ufficialmente preferisce sempre più il rito civile a quello religioso. Tra quelli che si sposano comunque, meno della metà arriva a festeggiare le nozze d’argento. Si è rotto anche perciò il valore del legame matrimoniale.
I numeri dell’Istat
Vediamo qualche dato. La durata media dei matrimoni in Italia è oggi di 15 anni. Secondo l’ultimo rapporto Istat, pubblicato nel 2012 e riferito alle rilevazioni del 2011, nel nostro Paese si sono celebrati 204.803 matrimoni, 12.870 in meno rispetto all’anno precedente. Quelli in Chiesa registrano un calo considerevole rispetto ai numeri del 2008: il bilancio si chiude con 39mila celebrazioni in meno. Perfino i matrimoni misti, quelli in cui uno dei due coniugi è di nazionalità estera - sono 18mila nel nostro Paese – sono in decremento. L’età media è sempre più alta: 34 anni per i maschi, 31 per le donne, come sempre maggiore è il numero delle separazioni e dei divorzi. In Italia, nel 2010, su 100 matrimoni si sono registrate 30 separazioni e 18 divorzi. Questo vuol dire che quasi la metà di essi si scioglie. Ma se si considera che accanto alle separazioni legali e ai divorzi ci sono le separazioni di fatto, che non sono rilevate dalle statistiche, allora è plausibile affermare che ben oltre la metà dei matrimoni naufraga. La gravità del dato emerge se lo si confronta con quello analogo del 1995. 15 anni fa la percentuale dei divorzi era del 15% (la metà rispetto ad oggi) e quella dei divorzi non arrivava al 10% (0,8%).
Rappresenta qualcosa di assolutamente nuovo il fatto che siano in aumento anche le separazioni tra gli ultrasessantenni. Negli ultimi dieci anni si è passati da 4247 a 8726 allontanamenti di coppie non più giovanissime. Il numero, in questo caso, è più che raddoppiato.
Altro dato che fa riflettere è il regime patrimoniale scelto dai coniugi che è, nella stragrande maggioranza dei casi, quello della separazione dei beni. Indice questo di una scarsa considerazione per quel concetto di unione totale, morale e materiale, che dovrebbe essere alla base di ogni famiglia.
Correre ai ripari
C’è da chiedersi allora cosa stia succedendo. Che fine hanno fatto le famiglie? Una società può sopravvivere senza i suoi pilastri? Se il matrimonio è in crisi, viene meno qualcosa di simile alla parte meccanica di un automobile, con compromissione inevitabile del suo funzionamento. Normalmente però, quando questo accade, per evitare danni irreversibili e “dolorosi” ci si prodiga per correre ai ripari.
La stessa cosa deve accadere se il problema lo si trasla alla società. Questa è un’organizzazione fondata sulla famiglia, sull’unione di un uomo e una donna suggellata con il matrimonio (è così per la Costituzione italiana, è così per la legge divina).
Se la famiglia viene meno, la società perde la sua base e crolla. Se una sua parte funzionale e fondante non funziona più, si rischia di compromettere l’armonia del tutto. Corriamo ai ripari in fretta, il matrimonio si è rotto!
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