DIVERSO PARERE - Mondo Voc maggio 2013 Torna al sommario
Castità prematrimoniale
Una rapida inchiesta tra giovani della porta accanto rileva le tendenze generali della società in materia di sesso prima del matrimonio, ma mostra anche la presenza di una minoranza di giovani cattolici impegnati che praticano la castità prematrimoniale come libera scelta in nome del rispetto delle persone, e in vista della piena realizzazione della vita di coppia.
di Aldo Maria Valli
Se ci si guarda in giro si vede che la castità prematrimoniale non è più praticata, o lo è pochissimo. In compenso, però, quei pochi che la praticano lo fanno in base a una convinzione profonda, e non soltanto per abitudine, per tradizione, per convenzione o per imposizione sociale, come avveniva in passato.
Succede la stessa cosa che vediamo succedere con la fede religiosa: rispetto a un tempo ce n’è di meno, ma quella che c’è è frutto di una scelta consapevole.C’è da chiedersi se la castità prematrimoniale sia mai stata, in effetti, un valore, anche quando veniva osservata dalla maggior parte delle persone. Il sospetto è che fosse un’ingiunzione più che un’opzione. Si doveva fare così e basta: prendere o lasciare.
Una mentalità diffusa e… pacifica
Ma guardiamo avanti. Ho chiesto ad alcuni giovani che conosco. La maggioranza mi ha risposto che, vivendo in piena sintonia con il proprio partner, non vedono perché dovrebbero astenersi dall’avere rapporti sessuali. La sessualità è parte della personalità, una parte importante, e se ci si vuole bene è giusto esercitarla. Il problema non viene neppure percepito e le prescrizioni del passato suonano come un retaggio medievale, qualcosa di inconcepibile. Tutti i giovani che mi hanno dato questa risposta si dicono non credenti, oppure affermano di avere un rapporto personale con Dio e di non avvertire il bisogno di una mediazione da parte della Chiesa né di qualunque altra istituzione religiosa.
Una minoranza significativa
Ho però anche trovato coppie che hanno deciso di mantenersi caste fino al matrimonio. È una minoranza, ma significativa. Si tratta infatti di giovani coppie cattoliche che hanno fatto propri gli insegnamenti dottrinari non perché qualcuno li abbia imposti loro, ma perché vi hanno trovato una forma di arricchimento interiore. In particolare sostengono di aver imparato il valore dell’attesa. Qualcosa che rende il rapporto più bello e intenso, meno strumentale, meno consumistico. La cultura nella quale siamo immersi spinge al consumismo nei confronti delle persone oltre che a quello nei confronti delle cose. Ma questi giovani minoritari non si sentono sminuiti. Anzi, trovano che il loro andare controcorrente sia stimolante. Hanno fatto una scelta impegnativa, ma si motivano a vicenda. La preghiera è la grande risorsa.
L’importanza della motivazione di fede
Queste coppie vivono spesso un’esperienza all’interno di movimenti religiosi laicali che permettono loro di rinforzare la scelta. Hanno guide autorevoli, dispongono di esempi concreti da seguire. Non sono abbandonati a loro stessi e ciò li conforta e li rafforza. Ho notato che i non cattolici, o per lo meno coloro che dicono no all’insegnamento ufficiale della Chiesa in materia, sono piuttosto polemici: sostengono che l’istituzione ecclesiale manipola le coscienze per tenere le persone in uno stato di soggezione e impedire la loro “liberazione”. Sta di fatto che le storie di queste coppie, apparentemente molto libere, mostrano una certa tendenza a finire nel fallimento. Non è una regola generale, ma abbastanza spesso il legame si sfalda. Evidentemente, tanta libertà non garantisce di per sé la tenuta della coppia. Sembra anzi favorire un rapporto piuttosto debole.
La castità prematrimoniale come sceltà di libertà
Generalizzare è sempre difficile, specie quando si parla di un mondo così variegato come quello giovanile, ma l’impressione è che le coppie che fanno la scelta della castità prematrimoniale abbiano interiorizzato di più e meglio l’idea di liberta. Loro parlano non tanto di libertà da, ma di libertà per. E attribuiscono anche molta importanza al rispetto per se stessi e per il partner.
Vivere la castità prematrimoniale oggi è come risalire la corrente di un fiume turbinoso. Tutto invita a lasciarsi andare, a lasciarsi trasportare come fanno i tronchi d’albero. È bello, divertente, ci si sente cullati da messaggi ripetuti. Carpe diem, dicono questi messaggi. Il che, bisogna ammetterlo, suscita sempre un certo fascino, specie in momenti di crisi sociale ed economica. Eppure quei pochi che vanno controcorrente dimostrano di trovare un grande tesoro: un’autentica serenità personale e di coppia. E anche questo vuol dire qualcosa.
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