ATTUALITÀ - Mondo Voc aprile 2013 Torna al sommario
I Seminari e il Noviziato
secondo il Codice di diritto canonico
Una puntuale ricognizione del Codice di diritto canonico sui luoghi di accoglienza e formazione delle vocazioni: natura, finalità, obiettivi, criteri, normativa…, e due Documenti del Magistero nei quali leggere il presente e il futuro del sacerdozio e della vita consacrata.
di Sandro Perrone
I seminari e il noviziato vengono ampiamente descritti dal Codice di diritto canonico, che ne disciplina le funzioni e i requisiti di accesso.
Uno dei compiti più importanti della Chiesa è certamente la formazione di coloro che devono animare la comunità cristiana dei fedeli, i sacerdoti. «La Chiesa ha il dovere e il diritto proprio ed esclusivo di formare coloro che sono destinati ai ministeri sacri» afferma il can. 232 del Codice di dirittio canonico. Il luogo dove avviene la formazione è il seminario.
Il Seminario: tipologia, finalità, criteri
Nel seminario minore, la cura è posta «a dare una particolare formazione religiosa insieme con una preparazione umanistica e scientifica» (can. 234).
Nel seminario maggiore, l’attenzione viene concentrata sulla formazione ad una vita spirituale confacente all’obiettivo che i candidati intendono raggiungere, il sacerdozio, e ai relativi doveri, almeno per quattro anni (cf. can. 235).
Quali i criteri di ammissione? Il can. 241 così si esprime: «Il Vescovo diocesano ammetta al seminario maggiore soltanto coloro che, sulla base delle loro doti umane e morali, spirituali e intellettuali, della loro salute fisica e psichica e della loro retta intenzione, sono ritenuti idonei a consacrarsi per sempre ai ministeri sacri». È evidente che alcuni requisiti sono riscontrabili facilmente già all’atto di accettazione di un candidato, mentre altri si manifestano con maggiore chiarezza nel corso del tempo.
La finalità, si comprende, è quella di formare un sacerdote. Il can. 244 chiarisce: «La formazione spirituale e l’insegnamento dottrinale degli alunni del seminario vengano coordinati armonicamente e siano finalizzati a far loro acquisire lo spirito del Vangelo e un rapporto profondo con Cristo, unito ad una adeguata maturità umana, secondo l’indole di ciascuno».
Il successivo can. 245 è ancora più esplicito e precisa che i candidati siano permeati di spirito missionario e in atteggiamento di fede viva e di carità raggiungano la santità, ma insieme coltivino quelle virtù che sono ritenute di grande importanza nella convivenza umana, giungendo ad una adeguata armonia tra i valori umani e i valori soprannaturali. Inoltre amino la Chiesa e si sentano legati al Papa, al proprio Vescovo e ai fratelli, vivano in fraterna comunione col presbiterio diocesano.
Infine, il can. 247 raccomanda che siano preparati mediante un’adeguata educazione alla vita celibataria. Anzi, si precisa che «gli alunni siano resi debitamente consapevoli dei doveri e degli oneri che sono propri dei ministri della Chiesa, senza alcuna reticenza sulle difficoltà della vita sacerdotale».
La natura e gli obiettivi del Noviziato
Negli Istituti Religiosi, la funzione del Seminario minore e maggiore è svolta da varie istituzioni, la più importanti delle quali è il Noviziato, perché questo introduce di fatto alla vita consacrata ed è insieme periodo di formazione e di prova, per verificare se il candidato abbia le doti e i requisiti necessari per affrontare e vivere quel particolare genere di vita.
Assodato che spetta ai Superiori Maggiori il diritto di ammissione (can. 641), viene raccomandato loro di avere la più attenta cura per ammettere solo quelli che abbiano salute, indole adatta e la maturità sufficiente per assumere il genere di vita proprio dell'istituto; (can 642).
Tra i requisiti richiesti, è di particolare rilevanza quello che dichiara “nulla” l’ammissione di chi sia indotto ad entrare nell’Istituto con violenza, grave timore o inganno, e parimenti chi è accettato da un Superiore costretto allo stesso modo (can. 643).
La formazione dei novizi
Il Codice, successivamente, si dilunga sulla formazione dei novizi, con una ricchezza di suggerimenti veramente notevole (cann. 646-653). Di particolare interesse è il can. 652, che chiarisce come spetti al Maestro dei novizi il compito di discernere e verificare la vocazione e formarli a vivere la vita di perfezione; di seguito, il canone chiarisce quale sia l’obiettivo della formazione alla vita consacrata: «I novizi devono essere aiutati a coltivare le virtù umane e cristiane; introdotti in un più impegnativo cammino di perfezione mediante l’orazione e il rinnegamento di sè; guidati alla contemplazione del mistero della salvezza e alla lettura e meditazione delle sacre Scritture; preparati a rendere culto a Dio nella sacra liturgia; formati alle esigenze della vita consacrata a Dio e agli uomini in Cristo attraverso la pratica dei consigli evangelici; informati infine sull’indole e lo spirito, le finalità e la disciplina, la storia e la vita dell’istituto, ed educati all’amore verso la Chiesa e i suoi sacri Pastori». Si tratta, come si vede, di un impegno di non lieve entità, che per la verità abbraccia tutta la vita del religioso: inizia con il noviziato e termina solo con la sua morte, in cammino continuo, una formazione permanente, che abbraccia l’intera esistenza.
Due importanti Documenti del Magistero
Il breve accenno presentato in queste poche righe non dà ragione dell’interesse e dell’importanza che la Chiesa presta circa la formazione dei candidati alla vita sacerdotale e alla vita consacrata. In effetti, circa dieci anni dopo l’uscita del Codice (1983), dopo un Sinodo dei Vescovi appositamente celebrato, il Beato Giovanni Paolo II pubblicava l’Esortazione Apostolica post-Sinodale Pastores dabo vobis, documento circa la formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali (25 marzo 1992). Esattamente quattro anni dopo, Papa Karol Wojtyla, sempre dopo la celebrazione di un Sinodo sulla vita religiosa, pubblicava l’Esortazione Apostolica post-Sinodale Vita consacrata (25 marzo 1996), che aveva per oggetto la vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo.
Le due Esortazioni Apostoliche sono due autentiche miniere di pedagogia formativa, autentico punto di arrivo della riflessione teologico-pastorale sul cammino per il sacerdozio e la vita consacrata; insieme, tracciano delle prospettive validissime sul futuro, ancorate al presente, ricche di suggestioni ed indicazioni provenienti dalla tradizione della Chiesa, che ha forgiato intere generazioni di Santi.
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