MEDIAEDUCATION- Mondo Voc marzo 2013                                                 Torna al sommario

 

 

UN’EREDITÀ DI 20 MILIONI DI DOLLARI NON È IL SEGRETO PER ESSERE FELICI

 

È arrivata la felicità
Dal film, vincitore dell’Oscar nel ’37, una lezione sempre attuale

 

Può un’eredità enorme ed inaspettata fare la felicità? La pellicola del regista italo americano Frank Capra indaga su questo misterioso ed ambitissimo traguardo della vita di ogni uomo.

 

di Stella F.

 

E_arrivata_la_felicit_1Se “fare un film significa migliorare la vita”, come diceva Francois Truffaut, questo ne è la dimostrazione. Nel 2000 è stato censito tra le migliori cento commedie americane di tutti i tempi. Nel 2006 tra i cento film più commoventi. Nel 1936, anno in cui fu prodotto, ebbe il riconoscimento come miglior film dal National Board of Review Award e dal New York Film Critics Circle Award. Si tratta del capolavoro di Frank Capra: È arrivata la felicità che nel 1937 ebbe cinque nomination agli Oscar, vincendo quello per la miglior regia.

 


La trama
Il film è ambientato negli anni a ridosso della grave crisi economica del ’29. Il protagonista, interpretato da Gary Cooper, è un piccolo imprenditore del Vermont, uomo generoso e impegnato socialmente che, nonostante la depressione, dà lavoro a tanta gente e non si tira indietro se c’è da aiutare qualcuno. Ma nella sua vita che si svolge tranquilla e felice, succede all’improvviso qualcosa di stravolgente. L’arrivo di una grandissima eredità. 20 milioni di dollari (nel ’36 era una cifra impensabile) lasciati da uno sconosciuto zio. Si farebbe in fretta a spiegare così il titolo del film. Neanche per idea. La felicità che il protagonista trova a New York, dove è costretto a trasferirsi per sistemare gli affari legati alla somma ricevuta, non è certo quella del denaro. Tutt’altro. Per via dei tanti soldi scopre di avere intorno un sacco di persone interessate al suo denaro o ad avere successo alla sue spalle. Decide quindi di vendere tutto ed aiutare, con il ricavato, persone in difficoltà.


La felicità arriva alla fine, ma nell’amore non nella ricchezza a cui rinuncia volentieri perché, a conti fatti, gli ha complicato la vita e i rapporti interpersonali.

 


E_arrivata_la_felicitUn titolo geniale
Un bel film da riscoprire in tempo di crisi e nell’epoca in cui il concetto di felicità appare inscindibile dai soldi. La pellicola, al cui titolo va riconosciuto il merito di essere geniale, mostra come quello che appaga davvero la gente è sentirsi soddisfatti di ciò che si ha e di ciò che si fa. L’arrivo della felicità non è dunque riferito ai 20 milioni di euro. L’aumento di reddito non è si per sé condizione per una vita più felice.


Lo ha dimostrato recentemente una ricerca dell’ American Psychological Association. L’indagine condotta in 135 paesi tra il 2005 e il 2011, su un campione di 806.526 persone, ha permesso di dimostrare come il sentimento di benessere delle persone è una grandezza, alla lunga, inversamente proporzionale all’aumento di reddito. L’aumento di reddito smodato poi è ancora peggiore da questo punto di vista. Lo racconta il film, ma lo provano con evidenza più incisiva anche i tanti esempi di persone (calciatori, attori, personaggi dello spettacolo) che, non avendo saputo gestire ingenti fortune, hanno rovinato le proprie vite.


Questo non vuol dire che i soldi non c’entrino niente con la felicità. Ma avere tanti soldi senza che ci siano la salute, la famiglia, senza l’amore, senza il coraggio, senza la carità, senza la fede permette davvero di vivere felici?


Quando il cuore è sereno per un periodo ben più lungo dell’attimo in cui dura l’ebbrezza di avere qualcosa, allora sì che è arrivata la felicità!

 

 

 

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