STORIE DI VITA - Mondo Voc dicembre 2012                                                            Torna al sommario

 

 

UN MOMENTO DA DEDICARE E PER DEDICARSI AGLI ALTRI


Mille luminarie nei loro occhi

 

Il Natale diverso...


Per il pranzo di Natale prenotano un tavolo … alla mensa della Caritas e a capodanno brindano in piazza, ma con i clochard. Sotto l’albero non infiocchettano regali, ma scartano l’egoismo e il consumismo per donare amore.

 

di Stefania Careddu


Povei_and_NataleC’è chi lo chiama alternativo. E chi semplicemente lo trova normale. È il Natale che non ha bisogno di cibi ricercati, di regali da mille e una notte, di corse affannate nei giorni della vigilia. È il Natale dell’accoglienza, della condivisione, dell’essenzialità.

Quello da trascorrere con i più poveri, con gli ammalati, con le persone sole.

Senza retorica e senza falsi buonismi, sono tanti – giovani e adulti – che durante le festività natalizie scelgono di tornare all’essenziale e di mettersi al servizio degli ultimi. Per regalare anche a loro un Natale diverso.

 


La gioia vera della festa

“Il materialismo dei regali è praticamente assente, ma la gioia della festa è ugualmente grande”, dice Giampaolo ricordando un Natale “passato all’equatore con 30° all’ombra”. A Kampala, in Uganda, dove “gli adulti hanno lo stesso entusiasmo dei bambini: salutano tutti, anche gli sconosciuti, rivolgendo costantemente gli auguri”. Quello che colpisce è la “luce negli occhi che sprizza autentica gioia interiore: la luce che manca rispetto alle nostre luminarie di Natale, – confida Giampaolo - è trasmessa direttamente da loro”.

 


Il pranzo in famiglia

pranzo_poveriIn missione, lontano da casa, oppure in città, magari nello stesso quartiere in cui si vive. Fabrizio ha passato la vigilia di Natale a “Casa Jobel”, una comunità di accoglienza per donne in difficoltà, promossa dalla Caritas di Monza e gestita dalla Cooperativa Novo Millennio, insieme ai profughi africani che sono riusciti a mettersi in salvo dalla guerra di Libia. È difficile tradurre in parole quanto si prova nel gesto di dare il pane o nel ricevere un sorriso da chi non ha nulla: sono insegnamenti di vita che fanno riflettere e che ci spronano ad essere operatori di pace e dispensatori di serenità in un mondo che, mai come oggi, ha bisogno di questi valori”, sottolinea Riccardo, volontario dell’Opera san Francesco per i poveri. Da qualche anno, al servizio ordinario presso la mensa, ha aggiunto la preparazione del pranzo di Natale. “Sappiamo che è molto importante, per coloro che non hanno nessuna soluzione alternativa – spiega - non sentirsi abbandonati proprio nel giorno in cui tutti festeggiano in famiglia”.


Lo sa bene la Comunità di Sant’Egidio che dal 1982, il giorno di Natale, invita a pranzo barboni, mendicanti, stranieri, zingari, anziani soli. La festa si svolge nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, a Roma, ma da qualche anno la tradizione è andata diffondendosi nei Paesi dove la Comunità è presente: in America Latina, in Indonesia e in Africa.


Come Sant’Egidio, sono numerosissime le parrocchie e le associazioni che durante le festività natalizie si mobilitano per servire i pasti, visitare gli anziani, animare le serate con musica e giochi nelle comunità di accoglienza e nei reparti degli ospedali, distribuire le coperte ai senza dimora rimasti in strada. Ed è grazie al contributo di tanti volontari che queste attività possono essere realizzate. Così, quelle ore trascorse alla mensa della Caritas, quei piccoli pacchetti donati ai piccoli di una casa famiglia, quelle chiacchiere scambiate con gli anziani o i disabili e quel panettone condiviso con i clochard della stazione danno un gusto particolare al Natale e rendono speciale un Capodanno.

 


Il capodanno dell’anima

mensa_per_i_poveri_1“Abbiamo sciolto l'amore nel vedere i loro occhi che brillavano più di mille alberi di Natale”, raccontano Daniela, Elisabetta, Anna Maria, Maria Rosaria, Stefania e Andrea che hanno accettato l’invito del Movimento giovanile Santa Giovanna Antida ad aspettare l’arrivo del 2012 alla Mensa Caritas della Stazione Termini di Roma. “È stata un’esperienza unica, particolare e molto intensa: ci ha fatto capire che ormai siamo davvero un gruppo e che il nostro essere O.F.T.A.L. è davvero importante, perché ci sta facendo crescere anche a livello di fede e soprattutto di condivisione”, aggiunge Stefano, che si è dato da fare per organizzare il Capodanno con i ragazzi dell’Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes (Oftal) di Milano.


“Ci si scervella per trovare qualcosa da fare, eppure da fare ce n’è tanto se si vuole pensare agli altri e non solo a se stessi”, osserva Francesca, ormai una veterana del “Capodanno di gratuità” proposto dalla pastorale giovanile di Venezia e dalla Caritas diocesana. Marco invece il suo San Silvestro lo ha condiviso con gli ospiti del centro di riabilitazione Don Guanella di Roma: “sono momenti in cui dimentichi la frenesia del quotidiano e inizi a essere protagonista di una ri-nascita, di un cambiamento che tocca profondamente il tuo cuore, cambia lo sguardo che rivolgi alle persone, tocca profondamente l’intimità della tua anima”.

 

 

 

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