MEDIAEDUCATION - Mondo Voc aprile 2012                                                            Torna al sommario

 

 

Le nuove tecnologie a servizio della pastorale.


PASTORALE DEI MINISTRANTI

Piccoli laboratori vocazionali sbarcano su internet


Il gruppo ministranti è una realtà che in qualche modo è presente in tutte le parrocchie del nostro Paese. Un po’ ovunque ci sono ragazzi e giovani che sono impegnati nel prestare il loro servizio all’altare. È fuori di dubbio che il timbro vocazionale e l’attenzione alla cultura del dono di sé, è una caratteristica della pastorale dei ministranti. Pastorale che oggi grazie ad internet sta scoprendo nuove potenzialità. Siti internet, fan page e gruppi dei ministranti nei social network sono occasioni in cui i ragazzi rinforzano attraverso contenuti multimediali, link e altro la propria identità di gruppo e il senso di appartenenza.


di Antonio Bergamo


MINISTRANTILa realtà dei ministranti, conosciuti anche come chierichetti, è una realtà variegata e ricca che cambia a seconda delle zone geografiche e della cultura ma è accomunata da un potenziale comune: quello di essere piccoli e autentici laboratori vocazionali. Anche se nella maggior parte dei casi essi sono composti da bambini e ragazzi è sempre più comune riuscire a trovare la presenza di adolescenti e giovani che prestano il loro servizio con competenza e passione. Ciò che contraddistingue tutte queste fasce di età che, per periodi più o meno prolungati, vivono l’esperienza del servizio liturgico è la consapevolezza che la loro è, in qualche modo, una piccola chiamata da parte di Dio a mettersi in gioco per Lui di fronte alla propria comunità la cui risposta si declina nella capacità di dare del tempo, dare delle energie, dare un contributo perché ogni cosa possa esprimere il clima di festa autentica che può caratterizzare ogni celebrazione.


Questa consapevolezza di fondo emerge sempre di più attraverso la vita che comincia a circolare attraverso i siti internet e i social network su cui sono sbarcati anche queste “cellule” vive che sono i gruppi ministranti: condivisione di link, pensieri, foto dei momenti di festa e di incontro. Tutto fa trasparire la gioia di sentirsi parte di una realtà più grande e la dedizione nel proprio servizio che si allarga poi ai momenti della vita quotidiana. E così, oltre ai siti internet di riferimento per i ministranti, ai siti dei movimenti diocesani dei ministranti, ecco che ci sono gruppi parrocchiali o decanali che hanno il proprio sito o la propria fan page o gruppo su Facebook oppure il profilo Twitter dal quale in 140 caratteri modulano la loro avventura di servizio.


MINISTRANTI_2Oggi Internet sta diventando, infatti, sempre più non il contesto in cui ragazzi e adulti vivono una second life parallela ma un ambiente che integra in maniera crescente la vita reale di ciascuno. La diffusione degli smartphone, dei tablet, dei computer, l’esistenza di molteplici applicazioni della più varia natura, la presenza e l’utilizzo importante dei social network stanno cambiando il modo di apprendere, di relazionarsi, di essere al mondo. Si tratta di una vera e propria rivoluzione digitale che apre le porte a una cultura nuova, a una socialità diffusa, ad una condivisione diversa e che suscita talvolta disorientamento, paure e condanne. Eppure internet ha notevoli potenzialità positive. È in questo senso che il Coetus Internationalis Ministrantium (il centro internazionale che a livello europeo si occupa della pastorale dei ministranti) ha promosso alcune giornate di studio nel mese di settembre sul tema della pastorale dei ministranti e internet: una occasione per interrogarsi sulla varie esperienze già in atto e le possibilità di una pastorale integrata con i nuovi media per la crescita dei ministranti.


In Italia la pastorale dei ministranti è spesso affidata ai Centri Diocesani Vocazioni che propongono per i ragazzi iniziative specifiche o animano veri e propri Movimenti Diocesani, sebbene non sia raro che anche gli Uffici Liturgici Diocesani propongano iniziative di formazione per questi ragazzi e giovani. Spicca, ad esempio, in questo orizzonte la lunga e profonda esperienza del Movimento Chierichetti della Diocesi di Milano. Per diversi anni, con il vento del Concilio Vaticano II, a partire dai primi anni Sessanta, sotto l’egida del Centro di Azione Liturgica e l’animazione dei Padri Benedettini dei Monastero di San Giovanni Evangelista di Parma a livello nazionale è esistita una vera e propria associazione che si prendeva cura dei ministranti e che aveva la propria rivista di collegamento che si chiamava “Il ministrante”. Il timbro vocazionale e l’attenzione alla cultura del dono di sé, è sempre stata una caratteristica della pastorale dei ministranti in Italia. In altri paesi europei i ministranti sono nell’alveo della pastorale giovanile (come in Germania) o della pastorale liturgica (come in Portogallo) oppure costituiscono una dimensione che unisce la pastorale vocazionale e il percorso di fede dei ragazzi (come in Svizzera).


sito_ministrantiMa quali sono le potenzialità di Internet per la pastorale dei ministranti e quale “racconto” oggi i social media in particolare ci offrono di questa realtà? Senza entrare in una trattazione specifica che certamente richiederebbe molto più spazio e tempo si può dare una risposta dall’osservatorio che è il sito internet MinistrantiOk.com.


I siti internet, le fan page e i gruppi dei ministranti sono occasioni in cui i ragazzi rinforzano attraverso contenuti multimediali, link e altro la propria identità di gruppo e il senso di appartenenza. Utilizzati non solo per comunicarsi gli avvisi degli incontri essi diventano “luoghi virtuali” attraverso cui circola la vita che accompagna il loro cammino di fede, un cammino che non si riduce più solamente al servizio che dedicano ma anche alle relazioni di amicizia che essi vivono all’interno del gruppo. Non è raro, poi, che proprio per la condivisione in Rete essi producano piccoli video o altro materiale che non solo aiuta la formazione al servizio liturgico ma anche a ravvivare le motivazioni che gli spingono a proseguire il proprio servizio. Questa potenzialità può generare una creatività condivisa e una motivazione sempre nuova nel proprio percorso. Certamente questi strumenti rimangono tali, cioè semplici strumenti, non il fine del percorso formativo dei ministranti, ma possono essere alleati formativi in un contesto non sempre semplice e in cui ragazzi, bombardati da mille altri stimoli e messaggi, sono chiamati a riscoprire la forza dei segni e dei simboli e il perché profondo che sorregge la propria piccola chiamata a mettersi al servizio di Dio.

 

 

 

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