ATTUALITÀ - Mondo Voc febbraio 2012 Torna al sommario
I dati dell’ultimo rapporto Eurispes/Telefono azzurro
Nativi digitali e figli di Gutenberg
Ragazzi e adulti a confronto nelle indagini statistiche sul rapporto con le tecnologie
I dati confermano che le nuove tecnologie sono l’ambito in cui cambiano più velocemente preferenze e gusti dei bambini e ragazzi. Il trend è comunque in crescita e al primo posto nella classifica dei media più amati si affermano, per il 2011, cellulare e Facebook. Non così per i figli di Gutenberg (la generazione dei genitori) che preferiscono leggere quotidiani online all’interazione su Facebook ed usare il cellulare per telefonare e non come strumento multimediale. Molte le problematiche ancora aperte.
di Novella Caterina
“Sono stato scaricato il 1° gennaio del 2000”
Efficace. È così che si può appellare una simpatica vignetta, visionabile su google immagini, ambientata in un salotto domestico in cui una mamma spiega a suo figlio che non è stato “scaricato”. È nato!
Perché i nativi digitali (generazione post 1999) non credono più alla cicogna, ma pensano di essere venuti al mondo a seguito di un download e, nella loro lingua, termini come multitasking, upload, switch, download appunto sono non solo comuni, ma rappresentano il vocabolario base. Così come utilizzare un computer, video telefonare, profilarsi su Facebook sono azioni naturali.
I dati
L’ultimo rapporto Eurispes/Telefono Azzurro sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza 2011 mette in risalto il trend crescente nell’uso, da parte dei ragazzi (campione tra i 12 e i 18 anni), delle nuove tecnologie, evidenziando qualche elemento di forte preoccupazione e analizzando, di contro, il punto di vista dei genitori, etichettati come “figli di Gutenberg”.
Facebook e telefonino: gli immancabili
Dai dati emergono due evidenze assolute: il 97% dei ragazzi ha il cellulare, il 50,1% per la precisione possiede uno smart phone e il 39,5% lo usa come strumento multimediale (quest’ultimo dato è del 9° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione); l’85% ha il profilo su Facebook (solo il 2,5% dichiara di non usare il social network perché inutile).
Più nel dettaglio, il 10,1% dei giovani ha ben due telefoni cellulari e il 41,4% utilizza il telefonino dalle 2 alle 4 ore giornaliere. Il 21% ha ammesso di aver usato il cellulare per copiare un compito in classe; il 30,3% dichiara di usarlo anche a tavola, durante i pasti. Nell’ultimo decennio è quasi raddoppiata la percentuale di piccoli utenti che possiede un telefono cellulare, passando dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011 (fonte Istat su campione 11 – 17nni). Anche l’uso che se ne fa è diverso rispetto a ieri. Solo il 3,9% si limita ad effettuare telefonate, per la maggior parte del campione è invece uno strumento multimediale (fonte Istat). Tra i fenomeni preoccupanti legati all’uso del telefonino si segnala la pratica del sexting ovvero l’invio di immagini/video a sfondo sessuale. Lo ha fatto il 6,7% degli adolescenti, specialmente maschi. Nella maggior parte dei casi senza la consapevolezza di commettere un reato.
Quanto a Facebook, i ragazzi tra i 16 e i 18 anni trascorrono fino a 2 ore giornaliere sul popolare social network nel 35,5% dei casi e fino a 5 ore nel 15,1%. Il 30,8% del campione afferma di avere più di 500 amicizie mentre il 33,5% annovera tra i 200 e i 500 amici in rete. Quasi il 60% del campione però è consapevole che si tratta di rapporti virtuali e conferma di comunicare poco con i propri contatti in rete. Dato suffragato dall’evidenza di un altro indicatore: il 75% dei giovani preferisce parlare di cose importanti de visu.
Preoccupanti i dati sulla IAD, Internet Addiction Disorder, ovvero la dipendenza dal web che rende i giovani irritabili, nervosi e irrequieti, insonni, ansiosi o depressi. Il 49,9% degli intervistati dichiara di perdere la cognizione del tempo davanti al pc. Il 42,5% sente il bisogno di controllare freneticamente Facebook per verificare l’esistenza di nuovi messaggi. Il 19,5% ammette di sentirsi irrequieto se non può collegarsi alla rete e descrive la sensazione come una vera e propria crisi di astinenza. Si legge meno dal momento in cui l’uso di internet diventa abituale, lo dichiara il 46,1%; si sta meno all’aria aperta rivela il 21% del campione, si parla meno con mamma e papà dice il 14,3%.
Sì ad sms e chat. No alle e-mail e dvd
Tra i giovanissimi digital natives vanno forte anche gli sms, che rappresentano una modalità di comunicazione frequentissima; il 42,8% degli intervistati invia oltre 10 messaggini al giorno. Amata è anche la chat; il 23,6% degli adolescenti chatta 1 o 2 volte al giorno, mentre il 21,7% lo fa addirittura oltre 10 volte.
E-mail ed mms non sono molto in voga, come anche i dvd. La televisione resta sempre il media più seguito, anche se a passarci più tempo davanti sono i giovani tra i 12 e i 15 anni, preferendo i più grandi internet e videogiochi.
Il controllo da parte dei genitori: vigile sui videogiochi, carente su internet
A questo riguardo interessante è notare come la percezione che i giovani hanno del controllo messo in atto dai genitori sia diversa da quello che emerge intervistando questi ultimi.
I ragazzi dichiarano nel 45,7% dei casi di non essere sottoposti ad alcun controllo da parte degli adulti nella scelta e nell’uso dei videogiochi e che, se un controllo c’è, questo riguarda solo il fattore tempo (lo dice il 27,9% del campione). Dal canto loro i genitori dichiarano di non controllare i figli solo nel 18,4% dei casi. Il 22,6% dei genitori sceglie con i propri figli i giochi da acquistare, il 22,2% esercita un controllo attraverso limiti temporali, solo il 4,2% gioca con loro e solo il 2% adotta strumenti di controllo sulle consolle. Il 20% sostiene di adottare tutti questi metodi insieme. La percentuale totale di chi esercita in qualche modo un controllo è perciò pari al 71%. La vigilanza è comunque più assidua nei confronti dei ragazzi fino ai 15 anni. Anche i genitori come i figli però (rispettivamente nel 79,2% e nel 81,2% dei casi) non sanno quasi nulla delle indicazioni PEGI, Pan European Game Information http://www.pegi.info/it/index/id/964
Se l’attenzione rispetto ai videogiochi è, nel complesso, alta, non altrettanto si può dire nei confronti di Internet; un genitore su 5 infatti afferma di conoscere poco l’attività dei propri figli in rete. Il dato più preoccuante è però legato all’aspetto di valutazione dei rischi. Il 46,4% delle mamme e dei papà ritiene impossibile un contatto via internet di un adescatore con i propri figli; il 30,8% lo ritiene possibile ma poco probabile.
L’88,9% esclude poi che i propri figli si sottopongano alla pratica del sexting e l’84% che la propria prole possa commettere atti di cyberbullismo.
I figli di Gutenberg e i nuovi media
Insomma, sembra che le distanze tra i nativi digitali e i figli di Gutenberg siano siderali. Lo si capisce anche dai gusti e dalle abitudini digitali. Se i primi non possono fare a meno di Facebook e dell’Iphone, di scaricare musica e giocare con la playstation, i secondi usano internet, ma più per informarsi (il 34,9% però non sa navigare e il 33,5% non sa usare il computer), per inviare e ricevere mail, per guardare filmati su YouTube (unica attività che li accomuna davvero ai giovani).
Per un confronto su come velocemente evolvono i dati in questo ambito, si segnala l’articolo pubblicato un anno fa su Mondo Voc (febbraio 2011, in archivio). La fonte è la medesima (Eurispes/Telefono Azzurro), i numeri sono cresciuti, gli orientamenti cambiati, ma le problematiche di allora sembrano ancora aperte.
Copyright © La riproduzione degli articoli di MondoVoc richiede il permesso espresso dell'editore.