Sinodo_primo_giorno06 Ottobre 2014

Sinodo: cronaca del primo giorno

Sinodo, la prima giornata: ecco le sfide

“Parlare con parresìa e ascoltare con umiltà”. È con questi due atteggiamenti che si esercita la “collegialità”. A spiegarlo ai 191 padri sinodali (LEGGI CHI SONO I PARTECIPANTI) è stato il Papa, aprendo oggi, lunedì, la prima Congregazione generale della terza Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, in corso in Vaticano sul tema: “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.

“È una grande responsabilità”, ha ammonito il Papa: “Portare le realtà e le problematiche delle Chiese, per aiutarle a camminare su quella via che è il Vangelo della famiglia. Una condizione generale di base è questa: parlare chiaro”, ha detto il Papa entrando nel dettaglio dei compiti dei partecipanti: “Nessuno dica: questo non si può dire; qualcuno penserà di me così o così... Bisogna dire tutto ciò che si sente con parresìa. E, al tempo stesso, si deve ascoltare con umiltà e accogliere con cuore aperto quello che dicono i fratelli. E fatelo con tanta tranquillità e pace - ha proseguito il Santo Padre - perché il Sinodo si svolge sempre ‘cum Petro et sub Petro’, e la presenza del Papa è garanzia per tutti”. (LEGGI IL DISCORSO DEL PAPA)

La relazione introduttiva del cardinale Erdo (di Luciano Moia)
In una società che ha smarrito il valore dell’affettività e della sessualità, e dove tutto viene banalizzato e reso superficiale, non c’è da stupirsi che anche tanti cattolici finiscano per essere travolti, magari inconsapevolmente, da un clima di diffusa indifferenza, da un atteggiamento dove il relativismo diventa malintesa tolleranza anche di scelte e comportamenti lontani dalle indicazioni della Chiesa. Ma questo non significa che le coppie cristiane abbiano smarrito i riferimenti di quel «patrimonio da custodire, promuovere e difendere». A proposito per esempio dell’indissolubilità del matrimonio, coloro che si dicono convinti della necessità e dell’opportunità di mantenere un’indicazione che nasce dalle parole stesse del Vangelo, rappresentano ancora oggi la maggior parte dei fedeli. L’ha messo in luce il cardinale Peter Erdo (leggi il testo integrale), relatore generale del Sinodo sulla famiglia, aprendo stamattina i lavori dell’assemblea. «Non le questioni dottrinali ma le questioni pratiche - inseparabili tra l’altro dalle verità della fede - ha fatto notare l’arcivescovo di Esztergon-Budapest che anche presidente della Ccee - sono in discussione in questo Sinodo, di natura squisitamente pastorale. Erdo ha poi passato in rassegna alcuni dei temi nell’agenda dei 191 padri sinodali. A proposito della spinosa questione dei separati e dei divorziati, ha invitato a non generalizzare. Perché, ferma restando l’indicazione dell’accoglienza, non è possibile mettere sullo stesso piano «chi ha colpevolmente rotto un matrimonio e chi è stato abbandonato». E ha ribadito che in ogni caso è opportuno studiare la prassi di alcune Chiese ortodosse che prevedono – pur senza mettere in discussione la dottrina dell’indissolubilità – la possibilità di seconde e terze nozze, dopo un cammino penitenziale serio e condiviso. La questione di fondo, ha concluso il relatore generale, rimane di carattere culturale. Come proporre cioè in modo convincente e avvincente, oltre la cerchia dei cattolici praticanti, il fascino del messaggio cristiano sul matrimonio e sulla famiglia.

La relazione del cardinale Baldisseri
“Gratitudine” per “la bella notizia e grazia che i padri sinodali e la Chiesa intera accolgono e ricevono con gioia, della beatificazione di Paolo VI, che si celebrerà domenica 19 ottobre alla conclusione di questa assemblea generale straordinaria”. Ad esprimerla al Papa è stato il cardinale Lorenzo Baldisseri (Leggi la relazione integrale), segretario generale del Sinodo dei vescovi, nella relazione tenuta durante la prima Congregazione generale dell’assise sinodale sulla famiglia. Tra le principali novità dell’assise odierna, Baldisseri ha segnalato la scelta del Papa di dividere il Sinodo in due tappe, l’attuale assemblea straordinaria e quella ordinaria del prossimo anno, e la scelta di articolare i lavori, durante la prima settimana e a partire dalla seconda Congregazione generale, un ordine tematico in corrispondenza con le parti e i capitoli dell’Instrumentum laboris. Altra novità, la “Relatio Synodi”, cioè il documento che raccoglie la sintesi dei lavori sinodali e che, dopo il lavoro nei Circoli minori, sarà presentato in Aula nella stesura definitiva per l’approvazione.

Il briefing di padre Lombardi
“Non è prevista la partecipazione del Papa emerito ad un Sinodo così importante e prolungato”. A renderlo noto ai giornalisti, durante la prima conferenza stampa del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, nella tarda matinata di lunedì, è stato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede. “Invece tutti speriamo di vederlo alla beatificazione di Paolo VI”, ha auspicato il portavoce vaticano. Quanto ai lavori di questa mattina, dopo le relazioni dei cardinali Baldisseri ed Erdõ - ha reso noto padre Lombardi - ci sono stati alcuni interventi liberi, nell'ordine, dei cardinali Maradiaga, Martinez Sistach, Napier, Muller e Marx. Tra gli argomenti trattati negli interventi liberi, ha riferito padre Lombardi, figurano “l’importanza della preparazione al matrimonio, il passaggio della fede da una generazione all’altra, lo sguardo in avanti che il Sinodo deve avere” sulla famiglia.

Gli interventi liberi
Per quanto riguarda gli interventi liberi, il cardinale Rodríguez Maradiaga ha messo in luce una contraddizione: tutti gli aspetti della vita vengono preparati con attenzione tranne proprio il matrimonio. A cui, ha detto, ci si accosta a volte in modo improvviso e anche irresponsabile; manca una sorta di catecumenato che potrebbe iniziare già al momento della preparazione alla Cresima. Dunque si tratta di pensare anche a una nuova pastorale giovanile. Il cardinale Martínez Sistach ha espresso la soddisfazione per il fatto che nella Relatio si sia tenuto conto delle indicazioni suggerite dalle Conferenze episcopali e dalle singole diocesi. L'arcivescovo giapponese Okada ha voluto ricordare l'eroica testimonianza dei laici del suo Paese che hanno saputo conservare la fede nella persecuzione e trasmetterla di famiglia in famiglia. Una "reazione positiva" alle linee dettate dalla Relatio è venuta dal cardinale Napier, che ha rimarcato soprattutto l'immagine del buon samaritano accanto alle persone ferite dalla vita. Infine, quinto e ultimo della mattinata, ha preso la parola il cardinale tedesco Reinhard Marx, che ha invitato a guardare alla situazione della famiglia così come è oggi, tenendo conto dei tanti cambiamenti, in meglio e in peggio, avvenuti negli ultimi anni, rispondendo così con il Vangelo alla nuova situazione di oggi.

La sessione del pomeriggio
I lavori sono ripresi alle 16.30, con la Seconda Congregazione generale testimonianza di una coppia di coniugi australiani, Romano e Mavis Pirola, direttori del Consiglio cattolico per il matrimonio e la famiglia (LEGGI QUI), introdotti dal cardinale francese Andrè Vingt-Trois.

Nel corso della seconda Congregazione generale, è iniziato il dibattito generale. Il tema previsto, secondo l’ordine dell’Instrumentum Laboris, era: "Il disegno di Dio su matrimonio e famiglia" (I parte, cap. 1) e "Conoscenza e ricezione della Sacra Scrittura e dei documenti della Chiesa su matrimonio e famiglia" (I parte, cap. 2). Partendo dalla premessa che la famiglia è nucleo fondamentale della società umana, culla dell’amore gratuito, e che parlare di famiglia e di matrimonio implica una educazione alla fedeltà, si è ribadito che la famiglia va tutelata perché ne va del futuro dell’umanità.

Da più parti, inoltre, è emersa la necessità di adeguare il linguaggio della Chiesa, affinché la dottrina sulla famiglia, la vita, la sessualità sia compresa nel modo giusto: bisogna entrare in dialogo con il mondo, guardando all’esempio del Concilio, ovvero con un’apertura critica, ma sincera. Perché se la Chiesa non ascolta il mondo, il mondo non ascolterà la Chiesa. Ed il dialogo si può basare su temi importanti, come la pari dignità tra uomo e donna ed il rifiuto della violenza. Il Vangelo non va spiegato, ma va mostrato – si è detto in Aula – e soprattutto vanno coinvolti i fedeli laici nell’annuncio della Buona Novella, evidenziandone il carisma missionario.

L’evangelizzazione non deve essere una teoria spersonalizzata, ma deve fare sì che le famiglie stesse diano, concretamente, testimonianza della bellezza e della verità evangeliche. La sfida, si è detto, è quella di passare da una situazione difensiva ad una propositiva e attiva, ovvero rilanciare la capacità di proporre il patrimonio della fede con un nuovo linguaggio, con speranza, ardore, entusiasmo, offrendo testimonianze convincenti, creando un ponte tra il linguaggio della Chiesa e quello società. In questo senso, è stato auspicato l’uso di una catechesi "biblica" piuttosto che "teologico-speculativa" perché – nonostante le apparenze – la gente non è più soddisfatta dall’egoismo e cerca ideali. Anche perché l’uomo vuole la felicità ed il cristiano sa che la felicità è Cristo, ma non riesce più a trovare il linguaggio adatto per dirlo al mondo.

La Chiesa, invece, deve essere "magnetica", lavorare per attrazione, con un atteggiamento di amicizia nei confronti del mondo. Quanto alle coppie in difficoltà, si è sottolineato la necessità che la Chiesa deve essere loro vicina con comprensione, perdono e misericordia: la misericordia – è stato detto – è la prima prerogativa di Dio, ma bisogna guardarla nel contesto della giustizia, solo così si rispetterà davvero l’insieme del piano di Dio. Il matrimonio è e resta un sacramento indissolubile; tuttavia, poiché la verità è Cristo, una Persona, e non un insieme di regole, è importante mantenere i principi, pur cambiando le forme concrete della loro attuazione. Insomma, come diceva Benedetto XVI, novità nella continuità: il Sinodo non mette in discussione la Dottrina, ma riflette sulla Pastorale, ovvero sul discernimento spirituale per l’applicazione di tale Dottrina davanti alle sfide della famiglia contemporanea. In questo senso, la misericordia non elimina i comandamenti, ma ne è la chiave ermeneutica. Inoltre, è stato sottolineato come anche situazioni imperfette debbano essere considerate con rispetto: ad esempio, unioni di fatto in cui si conviva con fedeltà ed amore, presentano elementi di santificazione e di verità.

Essenziale, quindi, guardare innanzitutto agli elementi positivi, affinché il Sinodo infonda coraggio e speranza anche a forme imperfette di famiglia, che possono essere valorizzate, secondo il principio della gradualità.

Bisogna amare davvero le famiglie in difficoltà. Nel contesto di una società in cui prevale una sorta di "ego-latria" che porta alla defamiliarizzazione, bisogna rilevare una perdita del senso dell’Alleanza tra l’uomo (e la donna) e Dio. L’annuncio della bellezza della famiglia, quindi, non deve essere un estetismo, la presentazione di un mero ideale da imitare, ma deve presentare l’importanza dell’impegno definitivo fondato sull’Alleanza dei coniugi con Dio. Altro punto essenziale, il rifiuto del clericalismo: talvolta la Chiesa sembra più preoccupata del potere che del servizio ed è per questo che non ispira i cuori degli uomini. Necessario, allora, tornare ad imitare Cristo, ritrovare l’umiltà: la riforma della Chiesa deve iniziare dalla riforma del clero, perché se i fedeli vedono pastori che imitano Cristo, allora torneranno ad avvicinarsi alla Chiesa, così che essa potrà passare dal solo evangelizzare all’essere evangelizzatrice. E’ stato anche affrontato il tema del valore essenziale della sessualità all’interno del matrimonio: si parla talmente tanto, infatti, criticamente della sessualità al di fuori del matrimonio, che quella coniugale sembra quasi la concessione verso una imperfezione.

Il Sinodo ha poi accennato – in modo più sintetico - alla necessità di una maggiore formazione per i sacerdoti, di politiche in favore della famiglia e del rilancio della trasmissione della fede all’interno della famiglia. Durante l’ora di discussione libera, dalle 18 alle 19, sono emersi anche due suggerimenti: che il Sinodo mandi un messaggio di incoraggiamento e di stima alle famiglie in Iraq, minacciate dallo sterminio perpetrato dal fanatismo islamico e costrette a fuggire per non rinunciare alla loro fede. Il suggerimento è stato sottoposto a votazione ed approvato a maggioranza. Un altro invito ha riguardato la necessità di riflettere anche sul clero sposato delle Chiese orientali, che spesso vive anch’esso delle "crisi familiari", che possono giungere alla domanda del divorzio.

(www.avvenire.it)