sunp16 dicembre 2013

Il caso di "The sun". Una band cristiana nel motore dell'evangelizzazione

La vocazione del sole

A colloquio con Francesco Lorenzi, leader in studio e sul palco (è la voce e l'autore dei testi). È stato lui a condurre i suoi compagni d'avventura Gianluca Menegozzo (chitarra), Matteo Reghelin (basso) e Riccardo Rossi (batteria) sul nuovo cammino. Storia di fede e successo. Dopo l'Incontro mondiale delle famiglie a Milano nel 2012 e la Gmg di Rio2013, il pellegrinaggio in Terra Santa (aprile 2014)

“Prima di ogni concerto, ci riuniamo in preghiera insieme agli amici sacerdoti e suore che poi staranno tra il pubblico. Affidiamo al Signore noi stessi, con le debolezze e le mancanze che ci appartengono, e il lavoro nel quale siamo impegnati. Affinché serva al Suo progetto, non al nostro”. A parlare è Francesco Lorenzi, 31 anni, leader della band veneta “The Sun”. Leader in studio e sul palco - è la voce e l’autore dei testi - ma, soprattutto, lontano dal microfono: è stato lui a condurre i suoi compagni d’avventura Gianluca Menegozzo (chitarra), Matteo Reghelin (basso) e Riccardo Rossi (batteria) sul nuovo cammino della fede, cinque anni fa. Una benedetta crisi. Il percorso musicale del quartetto nato a Thiene, in provincia di Vicenza, ha origine nel 1997. I ragazzi si chiamano “Sun Eats Hours” e l’album di debutto “Don’t waste time” li trasforma in un raro fenomeno da esportazione. Supporter nelle tappe italiane dei tour di “The Cure”, “Muse” e “Offspring”, sono catapultati in mezzo mondo, dalla Gran Bretagna al Giappone, tra show sold-out e cd in classifica. Quando la band è all’apice della fama, la macchina del successo s’inceppa: dall’esterno, il progetto appare nella sua massima realizzazione; dall’interno, è evidente l’inizio della sua disgregazione. Spiega Francesco: “Il nostro legame fraterno durato 10 anni stava andando in frantumi sotto i colpi di eccessi e vizi, tra alcol, droga, ragazze. Io non riuscivo a scrivere e sono entrato in crisi. Una benedetta crisi, che mi ha spronato ad ascoltare il cuore. E ad aprire le porte della chiesa parrocchiale, nella quale non mettevo piede da tempo. La famiglia era rimasta l’unico punto fermo. Non a caso, la proposta che mi ha cambiato la vita è arrivata da mia madre: seguire un corso di evangelizzazione. Rientrato a casa dall’incontro, ho avvertito la necessità di pregare, riallacciare il dialogo con il trascendente e ho ripreso in mano il Vangelo”.

Il grande disegno. Francesco intraprende un vero itinerario di fede “sull’esempio dei coetanei appena conosciuti: avevano una marcia in più rispetto a me, altro che persone insulse: nella loro semplice quotidianità, ben lontana dai riflettori del mio mondo così eccitante, trasmettevano armonia, gioia, soddisfazione. Al contrario di me”, aggiunge. Il passo definitivo avviene attraverso l’adorazione eucaristica: Francesco accetta di vegliare un’ora a settimana, di notte, il Santissimo: “Quei martedì sono stati una Grazia immensa, perché mi sono reso conto che Cristo non è in croce ma sta accanto alle persone che si presentano al suo cospetto. Era l’inizio del 2008 e, per merito delle nuove abitudini e dell’atteggiamento positivo, stavo trovando la mia direzione e l’ispirazione. In italiano, però: l’inglese limitava le emozioni forti e i pensieri di quel momento”, racconta. Per la band si preannunciava un suicidio discografico: il mercato estero non sarebbe stato interessato a un disco in italiano “eppure sapevo - dice il leader - che sarebbe stata la decisione giusta da prendere. L’esigenza di essere sincero e seguire il mio talento ha costretto me e i miei compagni a sopravvivere in mancanza di lavoro. Una Quaresima lunga un anno, al termine della quale ho spiegato a Riccardo, Matteo e Gianluca la strada che avevo imboccato. È stato, allora, che abbiamo compreso il grande disegno per il quale, poi, ci siamo fusi di nuovo in un’anima unica. Dio solo sa quanto ho pregato affinché i miei amici condividessero la mia esperienza”.

Una vocazione più profonda. La rivoluzione si compie: la band prende il nome di “The Sun” e, nel 2010, pubblica l’album “Spiriti del sole”. Il riscontro è inaspettato e i quattro ragazzi girano l’Italia, chiamati a esibirsi da insegnanti, preti, associazioni, ospedali: il messaggio cristiano, potente e immediato, è una calamita capace di attirare giovani e adulti. Dopo un viaggio in Terra Santa che lascia il segno, esce “Luce” e l’entusiasmo si moltiplica. Continua Francesco: “La luce che dà il titolo all’album è l’esplosione positiva che ci abbaglia da un anno e mezzo. Siamo in tour da giugno 2012 e le date si aggiungono di continuo. Le persone ci aspettano a fine serata per dirci che si rivedono nelle canzoni - del resto, i testi interpretano frammenti di realtà, come ‘Outsider’, in cui canto: ‘La salvezza personale non mi basta più, ho scelto un Credo essenziale’ - e di trovare spunti di riflessione. È proprio questo il nostro intento: la musica intrattiene, certo, ma racchiude una vocazione più profonda, ricoprire un ruolo di utilità sociale, e noi siamo al suo servizio, secondo l’insegnamento di Cristo”. La missione dei “The Sun” procede senza battute d’arresto. Presenti all’Incontro mondiale delle famiglie a Milano nel 2012 e alla Gmg di Rio2013, hanno conosciuto Papa Benedetto XVI e Papa Francesco; a febbraio hanno accolto l’invito del cardinale Ravasi di portare la loro testimonianza sulla questione giovanile all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della cultura e il pellegrinaggio in Terra Santa che hanno organizzato per aprile 2014 ha già raccolto oltre 200 iscrizioni.

(www.agensir.it)