parlamentoDicembre 2012

Nonostante i pessimi modelli che ci circondano non possiamo chiamarci fuori

La politica come vocazione

La politica come vocazione è il titolo della famosa conferenza di Max Weber del 1918, nella quale discuteva i cambiamenti che stavano trasformando la politica nei Paesi occidentali. Weber sottolineava che nei moderni Stati costituzionali ognuno è un politico solo per il fatto di votare e di discutere di questioni politiche con gli amici. Nel clima che si è venuto a creare oggi, tuttavia, l’associazione della parola “politica” con l’idea di “vocazione” probabilmente suona all’orecchio di molti come ridicola, specie se si accetta la visione corrente della politica come qualcosa che riguarda solo la ricerca del potere.
Nonostante le molte disillusioni e i pessimi modelli che ci circondano, la politica resta però un aspetto fondamentale per la costruzione della vita collettiva. Lo dimostrano gli esempi di Cicerone, Edmund Burke e Vaclav Havel, che scrisse: «Non è vero che una persona di solidi principi non debba darsi alla politica; basta che questi principi siano animati dalla pazienza, dalla capacità decisionale, dalla misura delle cose e dalla comprensione per gli altri. (...) La politica come pratica della moralità è una realtà possibile». Egli aggiunse, tuttavia, che non si sarebbe mai sognato di dire che si trattasse di una strada facile: come avrebbe potuto?
Questi esempi dimostrano che l'invisibilità degli sforzi compiuti da qualcuno nella propria vita non significa che tali sforzi siano stati vani. Il fatto che non conosceremo mai i risultati delle nostre vocazioni nelle nostre vite dischiude il problema che forse più di ogni altro scoraggia tanti dall’interessarsi attivamente alle questioni politiche: la sensazione, condivisa da molti, che il nostro destino economico e politico sia regolato da forze distanti, che sfuggono al nostro controllo.
Ma il mestiere della politica è ciò che determina se tutti gli altri ingredienti di una vita civile possano svilupparsi o meno. Se si considera quanto dipende dal fatto di praticare bene questo mestiere così noioso, rischioso e sporco, e quanto dipende dal farlo in modo pieno e responsabile, allora forse, dopotutto, non sembra più così ridicolo pensare alla politica come a una vocazione.

(MARY ANN GLENDON su http://www.osservatoreromano.va/. Postato da Massimiliano Nobile)