famiglia_e_sinodo21 Ottobre 2012

La vera sfida è ridare speranza a un mondo che appari smarrito

Sinodo, la famiglia soggetto della nuova evangelizzazione

La vera sfida è ridare speranza a un mondo che appari smarrito. E farsi carico di questa missione, irta si sfide, con tutte le forze, la capacitò di rigenerarsi, lo slancio pastorale di una comunità ecclesiale consapevole di avere qualche cosa di positivo di dire al mondo. È questa la prospettiva in cui deve muoversi la nuova evangelizzazione, così come sta emergendo dal Sinodo, arrivato, dopo il tempo dedicato all’analisi, a tradurre in proposte concrete le proprie riflessioni. Ieri, in aula, sono arrivate le riflessioni dei circuli minores, dove, con accenti diversi, si registra una sostanziale convergenza nell’identificare nella famiglia, nell’educazione dei giovani, nel dialogo ecumenico e interreligioso e in un rinnovamento della catechesi, special­mente quella indirizzata agli adulti, i punti centrali su cui concentrarsi. Tutto ciò senza trascurare altri ambiti attraverso cui passa l’annuncio: come ad esempio i mass media, o l’impegno dei politici cristiani, che sono chiamati ad agire in coerenza con la propria fede senza scendere a compromessi. Impegno, insomma, a tutto campo, con l’abbozzo anche di una proposta per una missione mondiale di evangelizzazione, che po­trebbe essere lanciata dal Papa durante l’Anno della fede.

Riferendo su quanto emerso nel proprio “circolo” di lingua italiana, il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, ha sottolineato che «il processo culturale di secolarizzazione è particolarmente marcato e merita di essere considerato sia per le sfide che pone alla Chiesa sotto il profilo culturale, sia come opportunità offerta al credente per rinnovare le proprie categorie spirituali e culturali». A proposito dei catechisti e della richiesta di istituire un ministero istituzionalizzato, Fisichella ha osservato come ciò «sia da escludere», in quanto «un tale ministero creerebbe più problemi di quanti potrebbe risolverne». Riguardo ai protagonisti della nuova evangelizzazione, riferendo sul proprio gruppo di lavoro Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha sottolineato come «ogni battezzato sia per vocazione e missione protagonista della nuova evangelizzazione». Ciò avviene «particolarmente nella realtà della la parrocchia, attraverso l’importante azione educativa dell’Azione cattolica e i carismi suscitati dallo Spirito Santo nelle nuove aggregazioni ecclesiali». I cristiani laici, però, «hanno un compito decisivo nel testimoniare la loro fede nel complesso rapporto con le realtà secolari in cui operano. In particolare, la famiglia nel suo insieme è protagonista decisiva della trasmissione della fede», e «in questo ambito va riconosciuto il ruolo importante che le donne hanno avuto e hanno nella trasmissione della fede cristiana».

Sul tema dei carismi è intervento anche il presidente del Rinnovamento dello Spirito, Salvatore Martinez, invitato come auditore al Sinodo, il quale ha osservato che «la madre di tutte le crisi che soffriamo è spirituale, dentro e fuori la Chiesa. Una crisi che deve essere letta, affrontata e vinta primariamente nell’ordine soprannaturale, prima che culturale, sociale, economico. Sarà nuova evangelizzazione se, mediante l’unzione profetica dello Spirito Santo, sapremo ridare all’uomo l’umano e ancora all’uomo il divino, così come alle nostre società neopagane una nuova "etica delle virtù"». Tra gli ultimi interventi in aula, da ricordare quello inviato per iscritto dal cardinale Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura vaticana degli Affari economici, il quale ha sottolineato che quando nella Chiesa si commettono «errori» nell’amministrazione del denaro e delle proprietà materiali, prima di tutto deve valere «la presunzione di buona intenzione e di onestà», finché non sia «dimostrato il contrario», anziché la «facile accusa di interesse o di potere personale », per cui «prima della denuncia all’autorità» si deve dare «la possibilità di ravvedimento e riparazione».

(Salvatore Mazza su www.avvenire.it)