ATTUALITÀ - Mondo Voc novembre-dicembre 2014 Torna al sommario
ARCHITETTURA SACRA
Così nascono chiese ed edifici ecclesiastici
Il ruolo strategico del Servizio per l’Edilizia di culto della CEI
Il Servizio per l’Edilizia di Culto è l’organismo operativo della Conferenza Episcopale Italiana che coordina la fase di progettazione di chiese, centri di catechesi, aggregazione e case canoniche. È il punto di riferimento per l’architettura sacra. Tra le sue attività anche la formazione e i concorsi. Lo dirige, da nove anni, monsignor Giuseppe Russo.
di Mimmo del Guercio
Come nasce una nuova chiesa? Chi si occupa di progettarla? Come si finanzia? Chi dà queste risposte è il Servizio per l’Edilizia di Culto, organismo operativo della Conferenza Episcopale Italiana. A guidarlo da nove anni è monsignor Giuseppe Russo. «Ci occupiamo della costruzione di nuove chiese e delle strutture annesse, importanti centri di catechesi, di aggregazione, di attività culturali».
Per “costruzione”, precisa Monsignor Russo «non si intende solo il cantiere vero e proprio, sarebbe troppo poco. Ci occupiamo infatti dell’intero processo di programmazione, progettazione, realizzazione e gestione di un edificio sacro. Lo stile è quello di una presenza accanto alle diocesi, per supportarle e coadiuvarle nel percorso».
Le fasi del progetto
In media vengono accolte ogni anno 120 richieste di realizzazione tra chiese, locali di ministero pastorale e case canoniche. Quando si avvia una pratica, l’idea del progetto è già condivisa a monte (o dovrebbe esserlo) tra comunità parrocchiale e diocesi. «Dialogo e sinergia che proseguono con il nostro aiuto e la nostra attività di verifica del progetto». Quando quest’ultimo è stato ultimato, lo si sottopone all’esame di un altro organismo CEI, il Comitato per l’edilizia di culto, fino al placet e quindi al finanziamento. E così il cantiere può partire. «Superfluo dire che l’intero processo può durare diversi anni, ma le cose belle costano, in tutti i sensi!»
I costi
Mediamente un nuovo complesso parrocchiale costa tra i 3 e i 4 milioni di euro, a seconda dell’estensione e del grado di sismicità del territorio su cui dovrà sorgere.
La CEI interviene finanziando i nuovi lavori con un contributo massimo del 75% della spesa preventivata dalla diocesi, che non deve comunque superare il limite fissato dai parametri approvati annualmente dal Consiglio Episcopale Permanente. Per gli interventi su edifici esistenti il contributo massimo è invece del 50%. «I progetti non vengono finanziati interamente - aggiunge il responsabile del Servizio per l’Edilizia di Culto - poiché si ritiene che il concorso alla spesa delle energie locali sia la manifestazione della partecipazione della comunità. Si tratta di un principio ecclesiologico ed educativo molto importante».
Le nuove chiese
Quando il progetto si riferisce ad una nuova chiesa scattano, all’interno della procedura, alcune importanti specificità.
Oltre alla committenza e al progettista, per esempio, è necessario indicare chi sia il liturgista e l’artista che si stanno occupando dei luoghi liturgici e del programma iconografico; oppure si chiede alla diocesi di documentare il modo con cui la comunità parrocchiale si sia preparata alla nuova costruzione, che idea abbia dell’architettura contemporanea, di impianti liturgici diversi dal proprio, e così via.
Architettura sacra
Il Servizio per l’Edilizia di Culto è dunque l’organismo per eccellenza che esalta l’architettura sacra. «La chiesa – spiega Monsignor Russo - è il luogo in cui si riunisce la comunità cristiana per celebrare i santi misteri, immagine della Chiesa tempio di Dio, edificato con pietre vive. Se l’architettura in genere si occupa di dare forma e realizzare spazi fruibili per le necessità dell’uomo, l’architettura sacra non è semplice arte del costruire, come una chiesa non è una delle tante costruzioni pur importanti che si possono incontrare ed ammirare».
Molti architetti, anche non credenti, ambiscono a progettare una chiesa, «perché vi trovano un tema unico e affascinante, in cui convergono domande radicate nel cuore dell’uomo, valori universali, da declinare in forme sempre nuove e ancorate a un territorio concreto. L’architettura, in quanto linguaggio che esprime la potenzialità artistica dell’uomo nel modificare il proprio spazio, è intrinsecamente evocativa della dimensione spirituale».
I concorsi
Per migliorare la qualità dell’architettura ecclesiale la CEI ha avviato un’importante operazione culturale istituendo dei concorsi. Secondo la Nota Pastorale della Commissione episcopale per la liturgia (1993) “La progettazione di nuove chiese”, la costruzione di una chiesa è «Un progetto culturale, pastorale ed ecclesiale» (n. 4). Ciò significa che l’innalzamento della qualità dell’edilizia di culto dipende dal dialogo tra Chiesa, mondo della cultura e prassi architettonica.
Negli ultimi 15 anni si sono svolte 6 edizioni di Concorsi CEI per “Progetti Pilota” di nuovi complessi parrocchiali, 18 le diocesi coinvolte. «Dal 2013 - evidenzia Monsignor Russo - il Servizio Nazionale per l’edilizia di culto ha istituito una nuova iniziativa a carattere sperimentale, di più forte affiancamento alle diocesi che intendono bandire concorsi». L’iniziativa si chiama: “Percorsi Diocesani” e prevede un lavoro sinergico con gli staff diocesani e parrocchiali, offrendo assistenza organizzativa e proponendo un iter strutturato fatto di lavoro in ufficio, incontri frequenti, scambi di documentazione, eventi sul territorio diocesano.
Laboratori di pensiero
I concorsi prevedono la creazione di equipe per la progettazione e l’attivazione di ‘laboratori di pensiero’ cui possano prendere parte i numerosi protagonisti interessati: committenti, progettisti, artisti, liturgisti, esperti, fedeli, ed anche cittadini non credenti o non praticanti «ma che abbiano interesse alla costruzione di una bella chiesa, anche per la sua funzione sociale ampiamente riconosciuta».
La formazione
L’idea del Servizio per l’Edilizia di Culto è che la committenza ecclesiastica (vescovi, parroci, collaboratori, comunità) deve nuovamente acquisire consapevolezza del proprio ruolo e competenze. La strada unica è quella della formazione. «Gli incontri che promuoviamo - conclude monsignor Russo - sono momenti in cui si affrontano i temi che, sia dalla nostra esperienza, sia dai contatti quotidiani con le diocesi, ci sembrano essere quelli più urgenti e comunque necessari: acustica architettonica, luce nelle chiese, bioarchitettura, manutenzione programmata, rito e spazio, concorsi di progettazione.
In tutti i casi, la domanda che poniamo è sempre la stessa: cosa fa la committenza? come agisce? Esperti di settore ci aiutano a trovare le risposte migliori. Valore aggiunto di ogni momento formativo è lo scambio di esperienze che i nostri partecipanti vivono con grande spontaneità. Li ritengo davvero molto utili, anche per la comunione ecclesiale».
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