STORIE DI VITA - Mondo Voc giugno-luglio 2014 Torna al sommario
STORIA DI UNA COPPIA E DI UNA SCELTA DIVERSA
Missione viaggio di nozze
Dall'altare al Vietnam
di Carlo Climati
Ci sono persone che scelgono di dare un significato ancora più profondo ad uno dei momenti più belli della vita: il matrimonio. E lo fanno in modo concreto, dedicando il proprio viaggio di nozze ad un’esperienza di missione, al servizio degli altri. Su questo tema abbiamo intervistato Vincenzo e Giulia, che ci raccontano la bellezza di ciò che hanno vissuto insieme e che porteranno per sempre nel cuore.
Potete presentarvi e raccontarci brevemente qualcosa di voi?
Io mi chiamo Vincenzo e mia moglie si chiama Giulia. Ci siamo sposati il 18 maggio del 2013, dopo un paio di anni di fidanzamento. Io ho 32 anni e mia moglie 26 e siamo entrambi giornalisti. Lavoriamo a stretto contatto con le Chiese dell'Asia e abbiamo viaggiato insieme anche in altre occasioni, visitando la Cina, l'India e Taiwan. Entrambi amiamo l'incontro con le culture diverse dalla nostra e cerchiamo - con i limiti del caso che sono enormi - di allontanare noi stessi e poi le persone che vengono in contatto con noi dagli stereotipi ancora troppo collegati all'Asia e agli asiatici.
Come è nata l'idea di dedicare il viaggio di nozze
ad un'esperienza di missione?
Lavorando con due "specializzazioni" diverse - io mi occupo di Asia orientale mentre Giulia segue quella meridionale - avevamo pensato sin da subito di dedicare le tre settimane del viaggio di nozze (un periodo così lungo di ferie insieme non lo avremo mai più) a un'area che conosciamo meno.
La prima scelta era la Terra Santa, in realtà, ma diverse complicazioni ci hanno spinto verso il Sud-Est asiatico. Quindi, da lì, l'idea del Vietnam.
Un Paese meraviglioso dal punto di vista naturalistico, dove la Chiesa e la comunità cattolica stanno percorrendo un percorso molto interessante per allontanarsi dalla persecuzione del governo.
Qual è stata la vostra missione?
Dove siete stati e che cosa avete fatto?
Abbiamo girato tutto il Paese, partendo dalla capitale Hanoi e scendendo verso Sud fino a Ho Chi Minh City (Saigon). Per ovvi motivi non è stata una vera e propria missione "strutturata". Il governo non ama che gli stranieri si interessino troppo agli affari dei cattolici (o dei buddisti) vietnamiti. In realtà è stato più un viaggio "di sostegno" a quelle realtà che, sia per l'atteggiamento del governo che per il pregiudizio occidentale, sono ancora molto poco conosciute. Abbiamo visitato chiese e centri cattolici per il sostegno ai tossicodipendenti, facendo il possibile per dare una mano - giorno dopo giorno - secondo le necessità. Purtroppo, chi va in Vietnam spesso viaggia con scopi repellenti - il turismo sessuale al primo posto - che rendono le comunità locali molto scettiche rispetto agli occidentali. Abbiamo cercato di dare una visione diversa anche della nostra gente.
Che cosa vi ha donato questa esperienza?
Tanta speranza per il futuro e molta delusione per l'atteggiamento "di casa nostra".
Vedere realtà costrette alla semi-clandestinità lavorare con amore e passione per gli emarginati, toccare con mano la fede incrollabile di chi vive lontano dalle nostre comodità ci ha fatto capire quanto siamo fortunati noi e quanto siano coraggiosi loro.
La delusione deriva da come invece siamo lontani noi da questo modo di pensare e di vivere la fede cristiana, il sentirsi stanchi e spossati a fronte di quella che dovrebbe essere sempre una chiamata alla missione.
In ogni viaggio di nozze ci sono sempre alcuni momenti particolari, indimenticabili, che si portano nel cuore. Potete raccontare qualcuno di questi momenti che ricordate particolarmente del vostro viaggio?
Uno dei momenti più belli e toccanti - a parte quelli relativi alla nostra nuova famiglia, che sono e restano privati - riguarda la "scoperta" del quartiere cattolico che circonda la cattedrale di Hue, la vecchia capitale imperiale che sorge sulle rive del Fiume dei Profumi nel centro esatto del Vietnam. Passare dalla visita alla cattedrale - piena di ragazzine in gita - per le strade del quartiere e vedere bambini sorridenti, anziani che ti invitano in casa per un tè, enormi copie di opere d'arte cattolica sui muri (la Pietà di Michelangelo va fortissimo), ci hanno stupito e fatto veramente felici. Una mattinata veramente diversa da quelle già vissute.
Avete pensato di ripetere la missione, anche altre volte?
Assolutamente sì, la speranza è quella di continuare quando possibile a dedicare il nostro tempo libero alle Chiese e ai cattolici dell'Asia. E, se possibile, trovare un modo per passare un lungo periodo di tempo - almeno un paio d'anni - dando una mano a chi ne ha bisogno.
Che cosa vi sentite di consigliare alle coppie che vogliono sposarsi?
Di farlo, perché il matrimonio è davvero un sacramento in cui gli sposi sono ministri. E quindi è un percorso di vita nuovo e stimolante che rende tutto molto più bello. Ovviamente è anche tutto molto più impegnativo, ma se si trova la persona giusta qualunque ostacolo diventa superabile. E l'amore di Cristo, attraverso l'amore per l'altro, è l'aiuto più duraturo che ci sia.
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