IL TEMPO DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA
Perché Dio non va in vacanza
Un'occasione per rivedere le priorità
Una riflessione “slow” sulla vita quotidiana, la necessità di saper rallentare i ritmi, e allentare la presa su molte cose che finiscono per opprimerci, per scoprire quanto sia appagante abbandonarsi a Dio.
di Graziano Ghisolfi
Mi aveva molto colpito una riflessione sentita molti anni fa durante un ritiro con i giovani della mia parrocchia. Il sacerdote che predicava si era soffermato a parlare di come normalmente affrontiamo la vita di tutti i giorni. Facciamo tante cose, siamo sempre molto indaffarati a rincorrere diecimila impegni, come se le sorti del mondo dipendessero esclusivamente da noi.
Da una parte si prova la soddisfazione di poter realizzare qualcosa, rendendosi anche utili a qualcuno, ma spesso si sente più forte il senso di impotenza perché non si riesce a fare tutto.
In molti casi si ha l’impressione di essere sempre in ritardo con tutto, e che le persone che ci stanno attorno continuano a pretendere qualcosa da noi.
Sarà capitato a tutti, qualche volta, di aver voglia di mettersi al centro del mondo per poter gridare: BASTA!!!!
Ogni tanto tirare il freno
Questo normalmente accade quando pensiamo proprio che tutto dipenda esclusivamente da noi: in questo stare indaffarati Dio non c’è. Emerge una dicotomia interiore molto profonda: credere è una cosa, vivere la vita un’altra.
Non si riesce a sperimentare l’aiuto e la vicinanza di Dio nel fare quotidiano. E si è sempre stanchi e stressati, col desiderio continuo di evadere.
Quel sacerdote faceva un esempio chiarissimo: vivere così è come continuare a camminare con la zavorra di uno zaino pesantissimo, che dobbiamo portare sulle nostre spalle da soli. Quando, invece, ci apriamo alla dimensione religiosa della vita scopriamo la vicinanza di Dio. L’affidare al Signore ogni nostra preoccupazione ci fa sentire più leggeri e dinamici: non si cammina più con lo zaino sulle spalle, ma ci si rende conto che, nella vita, è lui che ti porta sulle spalle; anzi, è come se ti mettesse su di un aereo: tu stai tranquillo e la fatica la fa Lui.
Rivedere le priorità
Pensare al tempo delle vacanze significa, allora, ripensare al nostro modo di affrontare la vita. Se arriviamo a questo periodo stanchi e un po’ demotivati forse occorre rivedere le nostre priorità e dare più spazio all’esperienza con Dio.
Al capitolo 11 del Vangelo di Matteo leggiamo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Sembra un invito pensato proprio per noi. Abbiamo bisogno di vacanze e proprio per questo motivo abbiamo bisogno di Dio. Per molti mesi abbiamo continuato a fare come Marta nella casa di Betania che ha sì accolto Gesù, ma poi era «distolta per i molti servizi». È, ora, il tempo di Maria che «seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola» (Lc 10).
È questo il tempo dell’ascolto di Dio: possiamo avere più tempo per ascoltare la sua Parola.
È questo il tempo della preghiera: riprendere il filo della Celebrazione Eucaristica, anche feriale.
È questo il tempo della carità: se ci fermiamo un attimo possiamo scoprire che attorno a noi c’è tanta gente che ha bisogno, e nel volto del prossimo posso trovare il volto di Dio.
Benedetta, allora, la vacanza: perché Dio non va in vacanza.
Copyright © La riproduzione degli articoli di MondoVoc richiede il permesso espresso dell'editore