ATTUALITÀ - Mondo Voc marzo 2014 Torna al sommario
LE NORME ITALIANE E COMUNITARIE SULLE PARI OPPORTUNITÀ
La donna vista dalle leggi
Le conquiste tra luci ed ombre
Qual è la condizione della donna nella società di oggi? Per rispondere a questa domanda, l’autore propone un excursus tra le norme – nazionali e comunitarie, che sono intervenute nei vari ambiti della vita per tutelare le pari opportunità.
di Carlo Climati
Una premessa è doverosa. Ultimamente, nelle varie leggi, è stato introdotto un termine che ha un forte sapore ideologico. Non si parla più di sesso, ma di “genere” (“gender” in inglese).
La teoria del “gender” punta a cancellare l'idea del sesso biologico, che verrebbe sostituito dalla percezione che ognuno avrebbe della propria sessualità. Sarebbe meglio, perciò, non utilizzare questo termine, che rappresenta una società in cui non esisterebbero il sesso maschile e femminile, ma diversi “generi”.
I frutti di questa mentalità sono già sotto gli occhi di tutti. Pensiamo all'ottusità burocratica di chi cancella le parole “mamma” e “papà” per sostituirle con “genitore uno” e “genitore due”. Sono questi, purtroppo, i risultati dell'ideologia del “genere”.
L’uguaglianza è sancita nella Costituzione
Storicamente, in Italia, l'idea delle pari opportunità ha le sue radici nella Costituzione italiana.
L'articolo 3 della stessa afferma: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Esaminando l’evoluzione che ha avuto la normativa italiana a partire dalla Carta costituzionale, possiamo dire che qualcosa è stato fatto. Ma il cammino è ancora lungo.
Il percorso legislativo
È del 2006 il “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” (D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198) con disposizioni per la promozione delle pari opportunità nei rapporti etico-sociali, economici, civili e politici.
Precedentemente c’era stato il tentativo, fallito, di tutelare la maternità. La legge 22 maggio 1978, n.194 afferma che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dall'inizio. La contraddizione è evidente, perché si tratta della legge che ha legalizzato l'aborto.
La tutela della donna mamma
Seguiranno iniziative più utili, soprattutto per tutelare la donna nell'ambiente di lavoro, affinché il periodo della maternità non diventi occasione di discriminazione.
Nel 2000 abbiamo le “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città” e nel 2001 il “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53”.
Di grande importanza sono state anche le iniziative per tutelare le detenute madri, affinché l'applicazione della giustizia non si trasformi in ingiustizia per il bambino che dovrà venire al mondo.
È dell’8 marzo 2001 la legge n.40, recante “Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori”, che garantisce i diritti delle donne a vivere la maternità in modo più umano.
Le norme anti violenza
Giusta e necessaria è la normativa sulla violenza, considerando i frequenti casi di femminicidio e di abusi che vengono commessi anche nella vita di coppia. Per contrastare questi problemi c’è stato il decreto legge 14 agosto 2013, n.93, “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”. Sarà poi convertito, con modificazioni, nella legge 15 ottobre 2013.
La tutela della donna lavoratrice
C’è, poi, la normativa che riguarda le cosiddette “quote di genere”, che punta a garantire la presenza della donna nel mondo del lavoro. In questo campo i rischi di discriminazione sono notevoli e la distanza che separa uomini e donne, nei numeri, è ancora grande.
Norme in ambito internazionale
Numerose sono anche le iniziative a livello internazionale, con direttive che riguardano parità di trattamento in materia di occupazione, impiego, formazione e accesso a beni e servizi; tutela della maternità, congedi parentali e lavoro a tempo parziale; parità di trattamento in materia di sicurezza sociale; molestie, violenze sessuali e altre forme di discriminazioni.
Tutte cose bellissime. Ma non dimentichiamo che il mondo non si cambia soltanto con le leggi. Si cambia con la cultura e l'educazione. Oggi si fanno tanti discorsi sulla volontà di tutelare maggiormente le donne. Ma, nello stesso momento in cui si parla di questo, partono gli aerei per i Paesi poveri, con a bordo persone che vanno a caccia di bambini da comprare e di gravidanze da affittare. Che civiltà è questa?
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