STORIE DI VITA - Mondo Voc giugno-luglio 2013 Torna al sommario
Quando la missione fa bene alla coppia
La storia di Gianluca e Gaia, una giovane coppia che in Brasile – in una comunità che accoglie tossicodipendenti, giovani sbandati, ragazzi di strada – realizza la ministerialità coniugale, la propria missione come coppia di credenti che hanno preso sul serio il sacramento del matrimonio e le sue esigenze di annuncio, testimonianza e servizio.
di Stefania Careddu
Va’ dove ti porta il cuore. L’amore, si sa, fa volare, apre orizzonte sconfinati, fa fare follie. Anche quella di mollare tutto: casa, routine, lavoro sicuro. Per andare lontano, in missione e far maturare lì il proprio cammino di coppia.
Il “mal di Brasile”
Gianluca e Gaia fanno parte della Comunità Cenacolo. Nella loro storia, amore, famiglia, servizio e missione sono un concetto unico, una strada da percorrere insieme, controcorrente rispetto alle mode del momento e ai sogni della maggior parte dei coetanei. Già quando erano fidanzati, ad esempio, avevano deciso di vivere un’esperienza missionaria con i ragazzi di strada in Brasile, dove erano ritornati subito dopo le nozze. Poi un breve stop, “un po’ per provare a vivere ‘fuori’ e un po’ per accontentare le famiglie”, in coincidenza con la nascita della prima figlia.
“Alla fine, vinti dalla voce che ci richiamava ad una vita più vera, rientrammo in Comunità, proprio quaggiù in Brasile, dove viviamo ormai da diversi anni e dove sentiamo continuamente la mano di Dio agire in maniera potente tra noi sposi e con i nostri figli”, raccontano sul sito della comunità fondata nel 1983 da suor Elvira Petrozzi per l’accoglienza di giovani tossicodipendenti o disagiati e ormai sparsa in Italia e nel mondo. “In questi anni abbiamo sperimentato la risurrezione della nostra famiglia: prima di tutto tra noi sposi e poi con i nostri bambini”, confidano Gianluca e Gaia che si dicono certi del fatto che Dio li abbia richiamati laggiù “per completare la sua opera su di noi”.
Se la missione diventa familiare
Per i due giovani, la missione è stata davvero il terreno fertile su cui spargere i semi del loro amore, prendersene cura fino a vederli germogliare e fruttificare. “Per due come noi, forse più che per altri, tutto questo è molto di più di un miracolo”, rivelano. Gianluca, infatti, figlio di genitori separati, aveva sofferto parecchio per questa rottura e per la successiva formazione di altri legami, tanto da perdere completamente fiducia nel matrimonio. A questo si aggiungevano un lavoro nel patinato mondo della moda, soldi, successo. “La famiglia missionaria – dice Gianluca - era proprio l’ultima delle prospettive”. Gaia invece era la classica “prima della classe”, figlia unica “al centro dei sogni di tutti i miei familiari”.
Tutto procedeva tranquillo fino a quando Dio ha bussato alle porte dei loro cuori. “Il Signore - spiegano - aveva visto fin da subito che nei nostri cuori palpitavano tanti bei desideri di bene, sepolti però dalle macerie di due giovani vite alla ricerca di un senso. E così, poveri e ciechi com’eravamo, Gesù ci ha fatti incontrare, ed è stato amore a prima vista”. “Esplosivo”. Così definiscono il loro incontro. Una sorta di colpo di fulmine, poi però il distacco e il cammino in Comunità per Gianluca. “Io – ammette Gaia - pensavo di non averne bisogno. Del resto, ero la prima della classe e una Comunità di ‘pubblici peccatori’ non faceva proprio per me”. Ma, aggiungono i due ragazzi, oggi genitori di Gemma, Tommaso e Benedetta, “Dio ha agito in maniera misteriosa e così ora siamo qua a rendere grazie a Dio per i fiumi di misericordia che ogni giorno riversa su di noi”.
Con Dio, sposi e genitori felici
A Mogi das Cruzes, ad un centinaio di chilometri da San Paolo, Gaia e Gianluca accolgono bambini abbandonati e di strada. Li aiutano a crescere, dando loro un’educazione cristiana e tanto amore. È proprio qui, tra la povertà e i sorrisi di chi non ha nulla, che si snoda il percorso di vita di Gianluca a Gaia. “Il Sacramento del Matrimonio è un’avventura nuova ogni giorno”, sottolineano. “Ci sono le lotte, le crescite, le conquiste e le sconfitte”, ma con Dio tutto assume un colore più brillante e un sapore più deciso. “A distanza di dieci anni dalle nostre nozze, con tre figli all’attivo e uno che ci precede nel Regno dei Cieli, noi – dicono i due giovani - ci sentiamo più innamorati di prima, più amici, più sposi”. Stupiti “di come l’amore vissuto in Dio sia capace di rigenerarsi e di tornare fresco come acqua di sorgente”.
Un amore dunque rinvigorito dalla bellezza della condivisione, del dono, del servizio al prossimo e di una fiducia incondizionata nella Provvidenza di Dio. “Possiamo solo ringraziare – concludono Gianluca e Gaia - per tutto quello che stiamo ricevendo come coppia e come genitori: come sposi, constatiamo ogni giorno con gioia e anche con stupore che la qualità del nostro amore è cambiata; come genitori, vediamo il cambiamento anche dei nostri bambini, che respirano ogni giorno la benedizione che passa attraverso il dono della vita comunitaria”.
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