STORIE DI VITA - Mondo Voc marzo 2013                                                      Torna al sommario

 

 

 

La felicità ha mille volti

 

Un florilegio di citazioni di personaggi noti, e di impressioni raccolte da persone comuni, per esprimere i molti modi di intendere e vivere la felicità: piccola e possibile, grande e sognata, ordinaria ma non banale, mitizzata e irraggiungibile, così profondamente umana e così divina…


di Stefania Careddu

 

TramontoLe gioie quotidiane o un sogno irrealizzabile, il successo personale o un tramonto d’estate condiviso con la persona che si ama. La felicità ha declinazioni, sfumature, verità diverse. Può essere concreta, tangibile o una meta, per alcuni inarrivabile. Gilbert Keith Chesterton, scrittore inglese inventore del famoso Padre Brown, amava definirla “uno strano personaggio” che “si riconosce soltanto dalla sua fotografia al negativo”. Per la star hollywoodiana e premio Oscar Nicolas Cage invece consiste nel“vedere le persone che amo stare bene, viaggiare, conoscere; è anche l’oceano, una pietra, un albero. Insomma, le piccole cose”. Come lui la pensano in tanti.

 

 

Possibile e semplice

Felicit_5“È vedere i bimbi crescere, un adulto commuoversi di gioia, è vedere la generosità, cantare insieme”, spiega Riccardo Moro, economista dell’Università Statale di Milano ed esperto di questioni internazionali. “È prendere il tè con mia figlia e sapere che fra un po’ nascerà il quinto nipotino”, gli fa eco Marilena Bruschi, insegnante di religione. “Per me è vivere le gioie quotidiane, non esiste l’assoluta felicità: è gustare ogni attimo bello che il Signore ti dona”, sorride Dolores Gangi, giovane autrice di Tv2000. “Lo sciocco cerca la felicità lontano, il saggio la fa crescere ai suoi piedi”, diceva James Oppenheim, poeta e scrittore statunitense.

 

Pienamente d’accordo Marina Spinetti, insegnante di materie letterarie: “felicità per me, umanista, sta nel concetto classico, cioè è star bene in un contesto in cui chi ti sta intorno sta bene. Non in quello anglosassone – e odierno –   di successo personale. La felicità è intorno”.


Ho scoperto la vera felicità nel momento in cui ho smesso di cercarla – racconta Maria Derosas, moglie e mamma – e ne ho dedotto che sei felice quando ti senti dentro una grazia profonda che sprigiona una gioia immensa fatta di serenità, pace e tanto, tanto amore. Un amore così grande che non puoi tenerlo solo per te stessa, ma che senti l’esigenza di donarlo anche attraverso il più semplice gesto a chi ti sta vicino. “La felicità è guardare mio marito negli occhi e scoprirgli la stessa luce radiosa di quando ci siamo incontrati per la prima volta trent’anni fa; è vedere sorgere l’alba negli occhi dei miei figli e condividere con loro vittorie e sconfitte , gioie e dolori”, continua Maria per la quale la felicità è “ speranza per l’anima, luce per la mente, gioia per il cuore, calore contro la solitudine”.

 

 

Ha il profumo dell’Assoluto

Don_Nicol_AnselmiCosì, in barba alla recente indagine condotta dai ricercatori della Haas School of Business della University of California Berkeley secondo la quale la felicità equivale all’essere rispettati, ammirati, gratificati, per molti la ricetta sta nel godere di ciò che si ha, dono di un Dio presente. “È sapere di essere stati scelti dal Signore per svolgere un servizio nel suo nome, per distribuire la sua grazia, il suo amore, per partecipare alla sua missione salvifica. Felicità è sapere che Dio è sempre con noi, è misericordia e provvidenza infinita”, osserva monsignor Nicolò Anselmi, vicario episcopale di Genova e già responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Cei.


La felicità è potermi svegliare ogni mattina e, guardando negli occhi i miei figli, ringraziare nostro Signore per avermi dato la possibilità di trasmettere quell’amore che è come un soffio:  non potranno mai vederlo, ma potranno sempre sentirlo, ovunque saranno”, sottolinea Matteo Carlocchia, giovane papà e professionista affermato.

 

 

Felicit_6Chimera o realtà?

C’è chi, pessimista o estremamente razionale, considera la felicità un inganno: “è un semplice frutto della fantasia raccontato abilmente da scrittori, poeti e cantanti”, ammette senza giri di parole Francesca Cusieri, giovane impiegata in una società di leasing della Capitale. Secondo il poeta francese, Gustave Flaubert, la felicità “è un mito inventato dal diavolo per farci disperare”.


“Per essere felice, occorre una cosa sola: amare, e amare con sacrificio di sé, amare tutti e tutto, stendere in tutte le direzioni la tela di ragno dell’amore: chi ci capita dentro, quello va preso”, pensava Lev Tolstoj, autore di celebri romanzi come “Guerra e pace” e “Anna Karenina”.

 

“La suprema felicità della vita è sapere di essere amati per quello che si è, e più precisamente, di essere amati nonostante quello che si è”, diceva Victor Hugo, massimo esponente del Romanticismo francese, mentre per Gandhi, il profeta della non violenza, “la felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno”. E se per il padre della psicanalisi Sigmund Freud “ciò che si chiama felicità nel senso più stretto corrisponde all’improvviso appagamento di bisogni accumulati e per sua stessa natura può esistere solo come fenomeno episodico”, per Sant’Agostino la felicità ha un nome: “Nessuno – scriveva - è felice come Dio. Nessuno fa felici come Dio”.

 

 


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