ATTUALITÀ - Mondo Voc novembre 2011                                                           Torna al sommario

 

 

 

Genitori attivi per un futuro migliore

 

Mamme e papà devono tornare al loro giusto posto, per non lasciare un vuoto che potrebbe essere colmato in modo pericoloso.

 

di Carlo Climati

 

Climati_1_novembre_2011La grande crisi che sta attraversando la famiglia negli ultimi anni nasce soprattutto dall'assenza dei suoi principali protagonisti: i genitori. Le mamme e i papà dovrebbero essere il motore della famiglia, il nucleo centrale intorno al quale costruire l'educazione e il futuro dei giovani. Ma purtroppo oggi non è più così.


Tanti figli crescono sempre di più in condizioni di solitudine. I genitori, infatti, sono spesso fuori per lavoro. La sera, se sono stanchi, non hanno il tempo di parlare con i figli. Mangiano insieme a loro, ma spesso lo fanno con il sottofondo della televisione, che uccide ogni conversazione. Di conseguenza, negli ultimi anni, si è verificato un fenomeno un po' strano. I mezzi di comunicazione hanno assunto una vera e propria funzione di educatori “supplenti”, al posto di quelli che dovrebbero essere i veri maestri della gioventù.

 


Una proposta ingannevole

Climati_2_novembre_2011Siti internet, social network, televisione, musica, chat, riviste per ragazzi creano letteralmente l’educazione dei ragazzi del terzo millennio. Propongono loro messaggi, mode, abitudini, comportamenti, stili di vita.


E non sempre i frutti di questo bombardamento massmediatico sono buoni. Il mondo dei mass media, infatti, è dominato da spietate leggi di mercato, che puntano solo a vendere dei prodotti. Per questa ragione, vedono nei giovani delle macchinette fabbricasoldi da bersagliare a suon di spot pubblicitari. Propongono messaggi che generano paure e insicurezze.


A tutto questo si aggiungono i timori e le incertezze che nascono dalla grande difficoltà di comunicazione del mondo di oggi. Potrebbe sembrare assurdo parlare di difficoltà di comunicazione nella nostra epoca, invasa da internet e dai telefoni cellulari. Eppure è proprio così. All'aggressione dei mass media si contrappone spesso l'assenza di una comunicazione più semplice, umana, individuale, che dovrebbe essere trasmessa proprio dai genitori.


Immaginiamo la delicatezza con la quale, un tempo, le mamme e i papà educavano i figli a muovere i primi passi nella vita. Pensiamo al loro dialogo attento, pacato, sussurrato, frutto di un amore infinito. Purtroppo, oggi, questo tipo di comunicazione manca in tantissime famiglie. Ed è così che nascono i silenzi, le paure, i conflitti irrisolti, le insicurezze di tanti ragazzi.

 


Il senso della sobrietà

Climati_3_novembre_2011Pensiamo anche a come, un tempo, i genitori educavano i figli ad una sana cultura del limite. Una cultura fatta di pazienza, di sacrificio, di sobrietà, di accettazione dei momenti difficili. La dittatura della pubblicità ha completamente devastato il senso di sobrietà dei giovani. I falsi modelli imposti dalla televisione hanno danneggiato il rapporto dei ragazzi con il mondo che li circonda e con le cose che, effettivamente, sono necessarie per vivere.


Tanti giovani si sentono perennemente insoddisfatti. Hanno la sensazione di essere sempre alla ricerca di qualcosa che non troveranno mai. Sono spinti a comprare. Spendere soldi. Consumare. Anche quando non ce n’è realmente bisogno.


Proviamo ad accendere il televisore, il piccolo schermo che colma il vuoto lasciato dei genitori. E' un oggetto che tanti ragazzi hanno nella loro cameretta e che osservano in uno stato di completa solitudine. E quando si è soli, senza la guida di mamma e papà, è facile essere indottrinati, strumentalizzati, ingannati. Bastano pochi minuti e dalla televisione cominciano ad arrivare messaggi devastanti. Proviamo a contare quante volte, durante la giornata, vanno in onda gli spot televisivi di telefoni cellulari o di automobili superveloci. È un tormentone infinito. Il messaggio lanciato è chiaro: chi non possiede l’ultimo modello di quel particolare tipo di prodotto, si sente immediatamente inferiore, emarginato dalla società, dalle amicizie, dal mondo.


La dittatura del consumo, ormai, è entrata nei polmoni dei giovani. Impone ai ragazzi il suo ritmo di respirazione. In assenza dei genitori, punta a creare tanti giovani robot, indottrinati alla non-cultura del materialismo.

 


Climati_4_novembre_2011Le nuove divinità

Molti ragazzi oggi, affermano di non credere in Dio e di rifiutare qualunque tipo di religione. Ma è soltanto un’apparenza. Tra le nuove generazioni, gli atei non esistono. Sono in aumento, invece, i giovani “politeisti”. Ovvero, quelli che credono nelle nuove “divinità” del nostro tempo: il denaro, la carriera, la bella automobile, il computer perfetto, le vacanze esotiche, il sesso sfrenato, la voglia di successo ad ogni costo, magari lasciandosi spiare in un reality show.


E tutto questo è il frutto di una famiglia mutilata, fatta a pezzi, dove le nuove tecnologie danno il colpo di grazia agli ultimi possibili tentativi di comunicazione.


La proliferazione dei telefoni cellulari ha generato un modo di comunicare completamente nuovo. Un tempo, per chiamare la fidanzatina, si doveva comporre il suo numero di casa. Spesso rispondevano la mamma o il papà, ai quali ci si rivolgeva timidamente, dicendo: “Pronto, buongiorno, potrei parlare con…?”.


Questa frase sembra destinata a scomparire, perché il cellulare permette un contatto immediato. Diminuiscono, perciò, le occasioni per fare amicizia con i familiari della persona che si sta frequentando. A volte i genitori non sanno neppure che i propri figli hanno una relazione, perché tutto passa attraverso i fili invisibili del telefonino.

 


Climati_5_novembre_2011Le coscienze deformate

Un altro grande problema che nasce dall'assenza dei genitori, sostituiti dai mass media, è la deformazione delle coscienze. Di fronte agli occhi dei giovani, oggi, c'è un relativismo morale spaventoso, che spinge le nuove generazioni a perdere di vista il senso del bene e del male.


Quante volte ci capita di ascoltare i discorsi superficiali di genitori senza personalità, che parlando dei propri figli dicono: “Non voglio condizionarlo. Lo lascio libero di fare le sue scelte”. Oppure: “Deciderà lui quando sarà il momento. Io non voglio influenzarlo”. E i frutti di questo qualunquismo sono sotto gli occhi di tutti. Una delle frasi che sentiamo spesso dire dai giovani, di fronte a comportamenti oggettivamente scorretti e pericolosi è: “Che male c’è?”, oppure: “Ma lo fanno tutti”. E poi: “Lo ha detto anche la televisione!”.


Questo è ciò che accade quando il giusto ruolo dei genitori viene rubato dai mass media che diventano educatori-supplenti. Se la formazione intellettuale delle nuove generazioni è affidata ai reality show, è difficile aspettarsi uno stile di vita corretto da parte dei ragazzi. Molti giovani appaiono smarriti, sbandati, tormentati, violentati, travolti da un’esistenza priva di confini morali, in cui tutto diventa possibile: drogarsi, abortire, tradire, rubare, sgomitare, calpestare gli altri…


Per questa ragione, oggi più che mai, è necessario che i genitori tornino a fare i genitori. Non è facile, e questo lo sappiamo. Ma senza mamme e papà attivi, la famiglia non potrà avere un futuro. Il vuoto che lasceranno sarà inevitabilmente colmato dai cattivi maestri, pronti a gettarsi come avvoltoi sulla solitudine delle nuove generazioni.

 

 

 

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