Il cinematografo nel salotto di casa propria.
Cinema in famiglia
Non per tutti cinema vuol dire sala cinematografica, poltrone con massimo confort, mega schermo e sistema Dolby Surrond, ma per alcuni significa salotto di casa e visione festosa con tutta la famiglia.
di Aldo Maria Valli
Mi sento molto inadeguato a parlare di giovani e cinema. Soprattutto di cinema. Non ho nessuna cultura in proposito. Confesso anzi che il grande schermo mi mette un po’ a disagio. Ha una forza così soverchiante rispetto al povero spettatore! Non vado quasi mai al cinema e poco ci vanno i miei sei figli, di età compresa fra i venticinque e gli undici anni. Vedo però che loro utilizzano molto i dvd e li guardano in casa. A volte li compriamo noi, a volte ce li presta la famiglia che vive al piano di sopra.
La visione del film, in famiglia, diventa così un momento di condivisione e di vita insieme. A me piace molto. Magari non guardo il film (di solito, mentre loro guardano , io sono al computer a scrivere), però mi arriva il sonoro e ascolto i loro commenti e le loro reazioni.
Ai miei ragazzi piace molto il genere fantasy (si dice così?). Guardano cose tipo Il signore degli anelli. Anzi, guardano e riguardano, perché mi sono accorto che una sola visione a loro non basta. Ci tornano sopra per verificare ogni dettaglio, per confrontarsi fra loro e fare a gara su chi conosce meglio storia e protagonisti.
C’è stato anche il periodo di Harry Potter, naturalmente, ma adesso vedo che è passato (è cresciuto lui, il maghetto, e sono cresciuti anche i miei figli!).
Un aspetto tipico del loro modo di guardare i film è quindi lo stare insieme. Non è mai una visione solitaria. Per l’appuntamento con il film si trovano in gruppo, e magari invitano anche qualche amico.
E poi noto con piacere la preoccupazione dei più grandi per la sensibilità della più piccola, Laura. Se i grandi si accorgono che qualche immagine o qualche contenuto non è adatto a lei, interrompono la visione, si interrogano, chiedono ai genitori. Spesso ne nasce un piccolo dibattito. Mia moglie ed io ne siamo orgogliosi, lo confessiamo, perché vuol dire che abbiamo trasmesso il senso di responsabilità.
La visione dei film dati in televisione è quasi nulla perché praticamente nulla, in casa nostra, è la visione della tv in generale. Se il televisore non è usato come supporto per metterci i dvd, se ne sta sempre spento. Veramente non c’è quasi nulla di interessante e di buono da vedere. E quando per caso una rete programma un buon film l’avvenimento è tale che ci si passa la parola.
A volte i miei figli mi fanno una concessione e allora mi lasciano scegliere il dvd. Io vado matto per La pantera rosa di Blake Edwards,con Peter Sellers nei panni dell’imbranato e irresistibile ispettore Clouseau. Qualche anno fa moglie e figli mi hanno regalato un cofanetto con tutti i film della serie, e quando vogliono farmi felice ne vediamo uno tutti insieme. Conosciamo i dettagli a memoria, ma ogni volta ci facciamo grandi risate. L’umorismo un po’ assurdo mirabilmente messo in scena da Sellers e le atmosfere anni Sessanta compongono un quadro lontanissimo dalla realtà dei giovani d’oggi, ma forse proprio per questo loro ne sono affascinati. Guardano questi film come se fossero reperti trovati su un altro pianeta e cercano di capire come si potesse vivere in quel mondo.
Alla fin fine, per me il cinema vuol dire non sala cinematografica, ma salotto di casa, e non visione solitaria ma festa in famiglia. Mi sembra che per i miei figli, più o meno, sia lo stesso, e siamo contenti che sia così!
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