Catania: don Aristide, un punto di riferimento per rinascere
A fari accesi nella notte della droga
Librino, il quartiere bunker di Catania regno dello spaccio, trova in don Aristide un punto di riferimento per rinascere. Perché se le famiglie non vanno in parrocchia è la parrocchia che va dalle famiglie.
Librino, quartiere catanese, diventato supermarket della droga. Entrare in questo quartiere quando è sera inoltrata e il buio ha preso il sopravvento, è davvero sconfortante, la zona dove c’è il palazzo di cemento è in mano agli spacciatori.
Il palazzo di cemento è magazzino per le droghe e di fronte, in altre abitazioni, ci sono movimenti che fanno immaginare un grosso giro di stupefacenti, in strada tante macchine parcheggiate venute da tanti posti per rifornirsi nel centro della droga. Numerose moto e scooter girano a velocità, nelle vie di Librino, a fari spenti, per controllare il territorio e probabilmente per fare da corrieri. In alcuni delle palazzine, nei pressi del palazzo di cemento, ci sono dei figuri che controllano il territorio e a richiesta vendono droga. In questo scenario apocalittico, dove regna il male c’è una speranza, una parrocchia ricolma di belle iniziative. E’ la parrocchia nostra Signora del Santissimo Sacramento, guidata da don Aristide Raimondi, uomo che ha chiesto di stare accanto ai più poveri dei poveri.
Don Aristide è un prete giovane, catanese doc, membro della Papa Giovanni XXIII, che all’inizio del suo mandato presbiterale era stato destinato in una ricca parrocchia etnea, ma lui ci don Aristidesoffriva, voleva stare con i poveri e come ha potuto, si è fatto inviare a Librino. La giornata inizia presto nella chiesa di don Aristide; alle 9 c’è la preghiera e poco dopo la colazione. E’ una colazione aperta a tutti, la comunità parrocchiale mette a disposizione, latte, biscotti e un buon caffè, sovente anche dolci preparati in casa dalle donne di Librino. Questa colazione viene offerta a ragazze madri, senza fissa dimora, anziani soli e altra gente che desidera vivre un momento di fraternità. Subito dopo ci sono i lavoretti in parrocchia ma non appena l’orologio segna le undici, don Aristide si mette in cammino per andare a trovare i suoi parrocchiani, facendosi accompagnare spesso da volontarie che sono anche madri di famiglia. Ed è allora che don Aristide si mette in ascolto della gente, si fa raccontare i loro bisogni, le difficoltà, è tanta la povertà in questo quartiere che ospita quarantamila persone. A volte sono piccoli problemi, dove basta un semplice aiuto, altre volte sono situazioni più complesse. “Il battesimo di un bimbo- spiega don Aristide- può essere la scusa per andare a casa di una famiglia, dove chiediamo se hanno bisogno di qualcosa, spesso manca il latte, i vestitini e noi li procuriamo”. La sera dopo le 19 fino alle 21.30 don Aristide va ad incontrare nuovamente gli abitanti di Librino; e si mette in ascolto della gente. “Spesso salgo sui bus – spiega il sacerdote- per ascoltare le persone e mi accorgo che in tanti si lamentano ma non esiste il darsi da fare, il guardare il positivo”. Ogni mercoledì mattina il parroco si reca al mercato di viale Bummacaro per incontrare la gente, le prime richieste sono un pacco della spesa, una bolletta da pagare. “Dare un pacco della spesa – spiega il presbitero- è per me un modo per avviare un discorso più profondo e capire quali sono le domande vere. Superata l’esigenza primaria dell’alimentazione,vengono fuori altre problematiche: lo stare insieme, i rapporti umani. Che cosa posso fare per migliorare la mia vita? Questa è la domanda che affrontiamo quando la conoscenza diventa più intensa”.
Il sabato sera è il momento in cui i parrocchiani vanno a operare il giro notturno per incontrare i senza fissa dimora di Catania, sono stati scelti due posti: Corso Sicilia e la stazione dei treni; solo due luoghi, in modo da passare molto tempo con chi vive in strada, recitando una preghiera insieme e anche impartendo una breve catechesi. Il venerdì sera, dopo la santa messa, una volta a settimana viene preparata la cena comunitaria cui può partecipare chi lo desidera. Le cuoche sono le donne del rione, che si stabiliscono nella cucina annessa alla chiesa e preparano cene squisite. Alla cena prendono parte volontari, senza fissa dimora, famiglie in difficoltà, anziani e anche i ragazzi della Comunità Papa Giovanni XXIII. Numerosi sono i volontari assidui della parrocchia: Mattia, Salvo, Angela, Anna, Anna Lucia, Pina, Salvo, Enza, Enzo, Cristian, Raffaella, Katiuscia, Giorgia, Alessandro, Nino. “Fulcro di queste belle iniziative – pone l’accento don Aristide- sono la messa e l’adorazione eucaristica che facciamo ogni pomeriggio”. Librino non è solo droga e povertà, c’è anche spazio per i sogni!
(Riccardo Rossi su www.goleminformazione.it/le-buone-notizie/quartiere-droga-catania-librino-parrocchia-don-aristide.html Postato da Carla)