30 gennaio 2013
Martinez (RnS) indica due priorità: un piano nazionale per riannunciare il Vangelo e la Fondazione ''Centro internazionale famiglia di Nazareth''
Missionari nuovi per evangelizzare
Perché elaborare, nell’Anno della fede, un piano nazionale per una nuova evangelizzazione?
“Il tema della fede oggi è diventato epocale. Benedetto XVI lo ha messo in evidenza con determinazione affermando che la vera crisi della Chiesa è una crisi di fede il cui rischio di annacquamento è molto forte, non solo in Occidente, come effetto di molte tendenze scristianizzanti e desacralizzanti presenti nelle società. L’evangelizzazione deve essere ripensata in modo confacente all’uomo nuovo rinnovato dallo Spirito”.
A chi si rivolge?
“Non si tratta solo di predicare il Vangelo in fasce geografiche più ampie o in contesti sociali e politici cambiati. Si tratta di riaccendere il fuoco del Vangelo dove la cenere sembra avere spento la fiamma dello Spirito, nei ‘vicini’, nei cristiani vivaci ma non troppo, per noi, per i nostri figli battezzati ma che vivono come se Dio non esistesse. È nuova evangelizzazione per una Chiesa che confessa una fede spenta. Per fare ciò la spontaneità, la buona volontà sono decisive ma non bastano. Occorre fissare le priorità, le modalità per favorire la loro realizzazione nelle città e nelle diocesi, procedendo con obiettivi e tappe condivise”.
Quali sono le linee guida del piano?
“Riannunciare con convinzione il Vangelo, riproporre l’esperienza di Gesù con nuovo fervore mediante mezzi sacramentali e carismatici di cui la Chiesa dispone tenendo presente il contesto esterno in cui essa vive e opera, fatto, tra le altre cose, di globalizzazione, di crisi economica, di egoismo generazionale, di indebolimento della vita umana, di crisi della famiglia, di sfiducia nella Chiesa e nelle sue istituzioni. A guidarci, in particolare, sono l’insegnamento del Concilio Vaticano II, la tradizione dei padri della Chiesa, la diffusione del Catechismo della Chiesa cattolica e della dottrina sociale della Chiesa”.
In concreto, quali azioni mette in campo?
“Azioni da porre in premessa al piano sono, a livello di preparazione spirituale, il recupero della preghiera, il fortificare a livello personale la vita di fede recuperando, per esempio, la pratica della lectio divina e degli esercizi spirituali. Sul piano esperienziale si tratta di rieducare alla condivisione del Vangelo e al dovere di dare testimonianza fuori dal contesto comunitario, mentre su quello metodologico si dovrà, ad esempio, favorire la creazione di nuovi gruppi di preghiera e riproporre ai giovani il catechismo loro dedicato (Youcat). Altre azioni sono il rieducare alla presenza nella società da cristiani, alla vita ecclesiale, il promuovere una nuova pastorale familiare, la formazione di catechisti e di responsabili, la difesa della libertà religiosa, della dignità della donna. Altri ambiti d’impegno sono, ancora, la valorizzazione dei pellegrinaggi e dei santuari, dei media, della musica, dell’arte, della creatività. A tale scopo giova segnalare la continuazione del progetto ‘10 Piazze per 10 Comandamenti’ che nei mesi di giugno e settembre vedrà una rappresentazione del Decalogo all’insegna di una laicità positiva e propositiva, per ridare alle nostre città un Dio coinvolto nelle vicende umane e agli uomini stessi la misura vera e giusta dell’umano”.
Come pensate di attuare questo piano?
“Innanzitutto motivando i responsabili e animatori sul fatto che il RnS esiste per evangelizzare. Da qui la necessità di ridefinire i servizi legati al gruppo come strumenti della nuova evangelizzazione, precisandone natura, missione, mezzi e fini. Nei nostri Gruppi e Comunità ogni componente, ogni fratello sarà ancora più stimolato a integrarsi con gli altri movimenti, nella vita della Chiesa, sentendosi missionario della propria Chiesa nel mondo, a partire dall’esercizio del carisma ricevuto. Rispondiamo all’invito a una nuova evangelizzazione con nuovi metodi, nuove opere e nuove strutture”.
(www.agensir.it)