ATTUALITÀ - Mondo Voc ottobre 2014                                                       Torna al sommario

 

 

NELLA EVANGELII GAUDIUM UNA SINTESI VIRTUOSA

La laicità dello Stato tra due Concordati e papa Francesco

Storia di un cammino in continuo divenire


di Novella Caterina


TRATTATO_SantaSEDE

L’entrata in vigore della Costituzione crea un problema rispetto ai rapporti tra lo Stato, che ambisce ad essere non confessionale, e la Chiesa, che difende e rivendica il suo ruolo nella società e nel Paese. Le tappe di questa contesa sono sancite da due Concordati e un’Enciclica, che sembra trovare un compromesso sensato.

 


La religione di Stato

“L’Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell’articolo 1° dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, pel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato”. Recitava così l’articolo 1 dei Patti Lateranensi , il Trattato tra la Santa Sede e l’Italia sottoscritto da entrambe le parti  l’11 febbraio del 1929.

 


Le ragioni di una scelta

La previsione , che rimandava a quanto disposto nello Statuto Albertino, trovava la sua ragion d’essere in una contingenza richiamata nelle premesse del Tratto stesso.  “[…] la Santa Sede e l’Italia – vi si legge - hanno riconosciuto la convenienza di eliminare ogni ragione di dissidio fra loro esistente con l’addivenire ad una sistemazione definitiva dei reciproci rapporti, che sia conforme a giustizia ed alla dignità delle due Alte Parti e che, assicurando alla Santa Sede in modo stabile una condizione di fatto e di diritto la quale Le garantisca l’assoluta indipendenza per l’adempimento della Sua alta missione nel mondo, consenta alla Santa Sede stessa di riconoscere composta in modo definitivo ed irrevocabile la « questione romana », sorta nel 1870 con l’annessione di Roma al Regno d’Italia sotto la dinastia di Casa Savoia”.
In sintesi, quei Patti mettevano un punto ad una spinosa questione sorta con l’unificazione della penisola italiana, a seguito della quale la Chiesa si era vista 
depredata di beni ed averi.



I principi della Costituzione e le sue contraddizioni

costituzione-2L’entrata in vigore della Costituzione italiana, nel 1948, ha rappresentato nuovamente un momento critico nei rapporti tra Stato e Chiesa. La pulsione democratica contenuta nella Carta fondamentale dell’Italia ed espressa in numerosi articoli è stata frenata dalla previsione che ha salvato i Patti Lateranensi.


Se da un lato, infatti, la Costituzione afferma che l’Italia è una repubblica democratica (articolo 1), se riconosce e garantisce i diritti inviolabili di ogni uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali nelle quale si sviluppa la sua personalità (articolo 2), se sancisce il rispetto dell’uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini, senza distinzione – tra le altre – di religione (articolo 3 ), se si fonda sul principio di separazione fra l’ordine civile e quello religioso (articolo 7, comma 1) e se prevede il riconoscimento delle libertà, individuali e collettive, di religione e verso la religione (articoli 8, 17, 18, 19, 20, 21, 33 e 38), dall’altro stabilisce anche che i rapporti tra Stato e Chiesa “sono regolati dai Patti Lateranensi”, rintroducendo una prospettiva confessionale che il resto della Carta tentava di superare.

 


I lavori della commissione costituente

Tra il 1946 e il 1948, la questione accese un aprissimo dibattito politico tra i partiti a favore (democristiani e conservatori vari), che difendevano le radici cristiane del Paese e scongiuravano la riapertura della sanguinosa ferita causata dalla breccia di Porta Pia, e quelli contrari, tra cui comunisti e socialisti, che si opponevano ad un articolo che avrebbe inficiato i principi di laicità dello Stato, di libertà ed uguaglianza, fondamento della Costituzione. Alla fine l’articolo fu votato dalla maggioranza dei parlamentari (comunisti compresi, preoccupati probabilmente di perdere l’opportunità di governare al fianco della DC) nella versione in cui ancora oggi si presenta.

 


L’accordo di Villa Madama

governoNonostante ciò, la necessità di provvedere ad una revisione dei Patti Lateranensi - permessa dall’articolo 7 della Costituzione senza ricorso al lungo e complicato processo di revisione costituzionale, quindi con una normale votazione del Parlamento – è stata avvertita da subito. Bisognerà però attendere il 1984 perché i rapporti tra i due Stati fossero rimessi in discussione. “Il processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in Italia negli ultimi decenni – si legge nelle premesse al nuovo Concordato - e [gli] sviluppi promossi dalla Chiesa del Concilio Vaticano II” giustificano tale atto bilaterale.
Ai fini del discorso sulla laicità dello Stato, quello che interessa è l’abrogazione dell’articolo 1 dei Patti Lateranensi, a seguito della quale si considerava “non più in vigore il principio originariamente richiamato dai Patti Lateranensi, della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano”; un principio in sostanza reputato ormai fuori luogo.

 

In medio stat virtus

evangelii-gaudiumQuesta storia del processo di laicizzazione dello Stato non ha però né vincitori né vinti. La sintesi, equilibrata ed illuminata, la scrive 39 anni dopo papa Francesco nell’enciclica Evangelii gaudium, in cui – al numero 183 – si legge: “nessuno può esigere da noi [pastori] che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimerci sugli avvenimenti che interessano i cittadini”. Tuttavia, subito dopo – al numero 184 – chiarisce anche che: “né il papa né la Chiesa posseggono il monopolio dell’interpretazione della realtà sociale e della proposta di soluzioni per i problemi contemporanei”.

 

 

 

 

 

 

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