ATTUALITÀ - Mondo Voc dicembre 2011 Torna al sommario
Quel seme gettato verso il futuro
I giovani sembrano non voler ascoltare consigli sui loro stili di vita. In realtà, hanno un grande bisogno di essere guidati con amore.
di Carlo Climati
Sono tanti, oggi, gli stili di vita “a rischio” che caratterizzano il mondo giovanile: il consumo di droghe ed alcolici, la sessualità disordinata, la cattiva alimentazione, la guida trasgressiva di veicoli, il doping nell’attività sportiva, l’uso esagerato di internet e l’immersione nei mondi virtuali…
Fortunatamente le istituzioni non stanno a guardare. Negli ultimi anni sono state organizzate numerose campagne di sensibilizzazione dedicate ai comportamenti pericolosi delle nuove generazioni. Fra queste, una delle più complete è il progetto “Guadagnare salute in adolescenza”, promosso nel 2011 dal CCM – Ministero della Salute e affidato alla Regione Piemonte per il suo sviluppo e coordinamento. Il progetto prevede un piano nazionale di interventi su cinque aree tematiche: tabacco, alcolici, sostanze; incidenti stradali; sessualità; alimentazione e attività fisica; salute mentale e benessere. Vi hanno aderito complessivamente 18 regioni e una provincia autonoma, per un totale di 69 progetti. È stata anche organizzata la formazione di 830 operatori.
L’abuso di alcolici
Numerosi, negli ultimi anni, sono stati gli interventi del Ministero della salute contro l’abuso di alcolici. Nel 2009 c’è stata la campagna “Ragazzi vediamoci chiaro”, con locandine presenti nelle principali discoteche italiane, annunci su riviste per ragazzi e banner sui siti internet particolarmente visitati dai giovani.
Nel 2007 ricordiamo una campagna che ha avuto grande successo: “Non giocare con la vita”, con una serie di spot che hanno visto protagonisti calciatori famosi come Totti, Buffon, Cannavaro, Gattuso e l’allenatore della nazionale campione del mondo Marcello Lippi. Intelligente l’idea degli spot. Un calciatore, infatti, può “ubriacare” il proprio avversario con una finta o un dribbling. Ma questo è ciò che accade nelle partite di pallone. Nella vita reale, invece, non bisogna lasciarsi stordire dall’ebbrezza di un momento. Un vero campione deve sapersi controllare sempre e dare il buon esempio ai giovani.
Nello stesso anno, dal 17 al 22 luglio, si è tenuta la prima edizione del festival Italia Wave a Sesto Fiorentino, con concerti, balli, esibizioni teatrali, film e mostre di fumetti. E’ stato distribuito materiale informativo contro l’uso d’alcolici, oltre all’affissione di striscioni e alla presenza di due megaschermi.
Un’altra campagna è stata promossa nel 2006, con il libretto informativo “Alcol: sai cosa bevi? Più sai, meno rischi” e manifesti con la scritta “Se devi guidare, lascia che l’ultimo a bere sia il tuo motorino”. Ci sono stati, inoltre, spot pubblicitari con il cantante Gigi D’Alessio e i ragazzi del programma televisivo “Amici”.
Nel 2005 Gigi D’Alessio è stato protagonista di un concerto a Napoli, accompagnato dallo slogan “Non c’è vita da buttare”. Un altro concerto si è tenuto al Palalottomatica di Roma, con Irene Grandi, Francesco Renga, Marco Masini, Massimo Di Cataldo ed altri.
Contro il doping e il fumo
Particolarmente importante è stata la campagna di sensibilizzazione contro il doping del 2006. Tanti giovani, purtroppo, subiscono pressioni nella loro attività sportiva, spesso caratterizzata da una competitività esasperante e disumana, che spinge a ricorrere al cosiddetto “aiutino”.
Sono stati diffusi opuscoli e manifesti con la scritta “Io valgo più del doping”. Inoltre un TIR ha viaggiato per le città d’Italia, sensibilizzando migliaia di giovani e informandoli sui gravi rischi che si corrono facendo uso di certe sostanze.
Significative anche le campagne del Ministero della Salute sulla dissuasione dal fumo, destinate alle fasce d’età più giovani. Sensibilizzando i bambini, a poco a poco, si potrà costruire una generazione nuova, libera dal tabagismo, in grado di educare anche gli adulti ad uno stile di vita più sano.
Ricordiamo l’intelligente spot interpretato dall’attore Renato Pozzetto, nei panni di un maestro elementare che interroga i suoi allievi sugli inevitabili danni del fumo. Colpiscono le risposte dei bambini, già perfettamente consapevoli dei rischi esistenti: “Il mio papà puzza”, “La mia mamma tossisce”. È vincente lo stile comunicativo scelto per questi spot, che puntano ad un linguaggio positivo, non aggressivo. Il messaggio risulta efficace e suscita certamente simpatia. E’ un perfetto esempio di come sia possibile informare su un tema delicato senza scadere negli eccessi del terrorismo.
La cattiva alimentazione
Un altro tema trattato con garbo e intelligenza dal Ministero della Salute è quello della cattiva alimentazione. Fra i vari interventi ricordiamo, nel 2007, la “Tre giorni della salute”, una manifestazione promossa nelle piazze di dieci città italiane con musica, stand informativi, distribuzione di opuscoli e la partecipazione di campioni dello sport e di personaggi Disney.
E’ stata realizzata anche un’edizione speciale di Topolino, con l’obiettivo di invitare a mangiare bene e di promuovere una sana attività fisica.
Negli ultimi anni, purtroppo, i bambini trascorrono sempre più tempo rinchiusi tra le mura di casa, ipnotizzati dallo schermo del computer. Il rischio principale, oltre all’isolamento e al ritardo sociale, è quello di una cattiva alimentazione fatta di merendine, patatine fritte, caramelle e bibite gassate.
I genitori, spesso ansiosi, hanno gravi responsabilità. Non mandano i figli a giocare al parco, perché temono che possano farsi male o incontrare qualche pedofilo. Così li parcheggiano davanti al computer o alla televisione. L’obiettivo della campagna è stato quello di stimolare una diversa cultura del cibo e di invitare i bambini ad uscire di casa. Una bella corsa, una partita di pallone e un giro in bicicletta possono vincere la concorrenza dei soliti videogiochi e delle amicizie virtuali.
Bisogna essere ottimisti
Vediamo, quindi, che le buone iniziative delle istituzioni non mancano. A queste si aggiungono le tante attività promosse nel mondo cattolico, soprattutto nelle parrocchie o grazie ad associazioni di volontariato.
Tante persone manifestano dubbi sull’efficacia di certe iniziative di sensibilizzazione. Serviranno davvero a qualcosa? C’è il dubbio che i giovani non abbiano voglia d’ascoltare e non amino le “prediche” su certi argomenti delicati della propria vita. Ma non bisogna essere così pessimisti. Le campagne di sensibilizzazione sono sempre utilissime, anche se, apparentemente, non sembrerebbero dare risultati immediati.
Rappresentano un seme. Un piccolo seme che viene gettato e che, un giorno, potrà dare frutti importanti.A volte i ragazzi possono sembrare indifferenti. Può sembrare che non vogliano ascoltare. Invece, dentro di loro, hanno già raccolto il messaggio.
E quel messaggio, quel piccolo seme, un giorno li aiuterà a non compiere quel passo pericoloso in più che potrebbe portarli nel burrone della trasgressione. Una parola, un suggerimento, un consiglio di oggi li aiuteranno a fermarsi e a non cadere giù.
Copyright © La riproduzione degli articoli di MondoVoc richiede il permesso espresso dell'editore.