ATTUALITÀ - Mondo Voc gennaio 2011                                                                 Torna al sommario

 

 

I giovani, tra miti e falsi miti.

 

Una missione: costruire e distruggere

 

È necessaria un’intensa opera di contro-informazione per aiutare i ragazzi di oggi a non cadere nella trappola di modelli ingannevoli.

 

di Carlo Climati

 

modello_climatiIl tempo passa. Cambiano le mode, i costumi, le abitudini. Ma una cosa è certa. Da sempre i giovani sentono il bisogno d’avere dei miti, dei modelli ai quali ispirarsi. Il mito è qualcosa di grande, di infinito, un esempio quasi irreale e irraggiungibile. È l’uomo-sogno, o la donna-sogno, che compie imprese capaci di affascinare e conquistare intere generazioni. È il martire che sacrifica la propria vita per un ideale più grande.

 

 

Voglia di libertà

Ogni essere umano può diventare un mito. Ed è importante che esistano certi punti di riferimento, nel momento in cui sono buoni e aiutano i giovani a credere in qualcosa. Penso, solo per fare un esempio, al sacrificio dei martiri non violenti che hanno dato la vita nella lotta per la libertà nell’Irlanda del Nord, negli anni settanta ed ottanta. Se non avessi letto il diario di Bobby Sands, io non sarei lo stesso. Nel cammino della mia esistenza, questa lettura ha significato molto. Bobby Sands e tutti gli altri martiri non violenti sono certamente un mio mito, un esempio da seguire, che ha indicato con chiarezza la strada da percorrere nella mia vita di ragazzo.

 

Il problema è che, oggi, con la presenza sempre più invadente dei mezzi di comunicazione, i miti sono sempre più spesso falsi miti, frutto di illusioni e di inganni, di ideologie fuorvianti e di mistificazioni. Perciò, ora, ci troviamo a dover compiere una doppia missione. La prima è quella di offrire sempre ai ragazzi delle buone dosi di ottimismo e di speranza. Occorre mostrare ai giovani esempi positivi, di persone che danno la vita per gli altri. Insomma: donare fiducia attraverso quei “miti” autentici che esistono ancora e che spesso non trovano spazio sui giornali, perché il bene non fa notizia. Più che “miti” dovremmo chiamarli semplicemente buoni esempi.


È di questo che i giovani hanno bisogno, per credere e sperare ancora, in un mondo che spesso appare cinico e crudele. I social network, in questo caso, possono rappresentare un grande aiuto. Attraverso strumenti semplici, su Internet, che tutti possono facilmente usare, è possibile realizzare pagine che diffondono buoni esempi da seguire.

 

 

Buone notizie

Un mio caro amico, Alfredo, alcuni giorni fa, ha diffuso una notizia che avrebbe meritato maggiore attenzione: la storia di Matteo, figlio di una cingalese trentenne, entrata in coma tempo fa, durante la gravidanza, a causa di una meningite fulminante. giornali_climatiPer la donna non c’era più nulla da fare, ma i medici, insieme al padre, hanno deciso di tenerla in vita, per permettere lo sviluppo del piccolo nel grembo materno e poi venire al mondo. E’ andato tutto bene. Matteo è nato. Il marito della donna è, ovviamente, distrutto dal dolore. Ma la sua scelta è uno splendido esempio di civiltà per tutti. Fra l’altro, l’uomo ha anche autorizzato la donazione degli organi della moglie. E questo è stato un ulteriore gesto d’amore e di civiltà, che contribuirà a donare speranza ad altre persone sofferenti.

 

Il sistema mediatico attuale, purtroppo, tende a distruggere e macinare tutto rapidamente. Notizie come questa sembrano interessare poco a giornali, Internet, radio e televisioni. Ma proprio per questa ragione dobbiamo sforzarci di mettere in pratica la missione “numero uno”: diffondere i buoni esempi attraverso qualunque mezzo noi abbiamo a disposizione. La missione “numero uno”, quindi, è costruttiva. La “numero due”, invece, dovrà essere necessariamente distruttiva. Ma sarà una distruzione pacifica, non-violenta, da realizzare a fin di bene.

 

 

Il rischio dell’inganno

I giovani, oggi, sono sottoposti ad un autentico bombardamento di notizie false e ingannevoli, che contribuiscono alla diffusione dei falsi miti di cui parlavo prima. Soprattutto attraverso Internet, nascono spesso vere e proprie leggende metropolitane che contribuiscono ad alimentare equivoci e disinformazione. La missione “numero due” sarà quella di cercare di distruggere, pacificamente, i falsi miti e i falsi profeti che minacciano le nuove generazioni. In che modo? Cercando di dialogare con i ragazzi e portando argomenti convincenti, in grado di distruggere le menzogne proposte. Fateci caso.

 

fitness_climatiAgli inizi del terzo millennio, diminuiscono i miti-persone. I miti-cose, i miti-oggetti, i miti materiali tendono a prendere sempre di più il loro posto. Un enorme falso mito dei nostri tempi è certamente quello dell’apparenza, della bellezza ad ogni costo, dell’inseguimento della perfezione fisica. Il corpo è diventato la divinità assoluta da adorare. Si pensa sempre di meno all’anima. Ed è la stessa mentalità assurda che porta a guardare con ingiusta commiserazione le persone cosiddette “disabili”. E che porta all’eccesso dell’aborto, dell’eugenetica, dell’eliminazione di chi non potrà nascere perfetto.

 

Un famoso romanzo di Oscar Wilde racconta la storia di un ragazzo, Dorian Grey, che sembra non invecchiare mai. Rimane sempre giovane, affascinante e bellissimo. Intanto, a causa di un sortilegio, un quadro invecchia al suo posto e mostra il suo vero volto: rovinato dal vizio e dalla tendenza a compiere azioni cattive. L’immagine proposta da Oscar Wilde è attualissima. È lo specchio perfetto dei nostri tempi. Come tanti Dorian Grey, vogliamo sempre essere in forma e adoriamo il dio-corpo. Nel frattempo, però, la nostra anima si avvelena. Diventa brutta e triste, come il quadro della storia.

 

 

Bisogna provarci

Troppi ragazzi sono schiavi del falso mito dell’apparenza. Ma la colpa è tutta loro? Sicuramente no. La colpa è di certi modelli di vita ingannevoli che vengono proposti dai mezzi di comunicazione. Per sentirsi qualcuno, bisogna assolutamente possedere l’ultimissimo modello di telefonino, di computer o di automobile. Per divertirsi bisogna per forza “sballare”, ubriacarsi e fare vacanze esotiche. Così, finalmente, si potrà assomigliare ai protagonisti di certi spot pubblicitari: abbronzatissimi, sempre in vacanza sulle loro barche, con donne meravigliose che prendono il sole e li massaggiano. Sono questi i falsi miti assurdi che propongono i mezzi di comunicazione.


Il punto d’arrivo dei ragazzi, secondo la mentalità imperante, dovrebbe essere una vita disordinata, schiava dello sfarzo e del consumismo sfrenato. Comprando l’ultimo modello di telefonino ci si illude di calarsi nel mondo delle vacanze esotiche miliardarie. Computer, cellulari, automobili, moto e maglioncini di marca si sono trasformati in terribili strumenti di discriminazione per i giovani. Si diffondono pericolosi fenomeni di emulazione e di competizione: una vera propria a gara a chi possiede l’oggetto più costoso. È questo il rischio dei falsi miti contemporanei, che riducono i giovani allo stato di un branco senza idee né ideali.


La nostra missione è quella di educare i ragazzi a distinguere i veri “miti” (se così li vogliamo chiamare) dai miti bugiardi e fuorvianti. Non è un’impresa facile, ma bisogna provarci...



Copyright © La riproduzione degli articoli di MONDOVOC richiede il permesso espresso dell'editore.