ORIENTARSI - Mondo Voc agosto-settembre 2014 Torna al sommario
VERITÀ, AMORE E MISERICORDIA PER EDUCARE
Il vero Maestro
Gli insegnamenti educativi di Gesù
A partire da alcune narrazioni evangeliche – scontri, confronti, incontri di Cristo – si fa strada la Verità che svela i cuori, perdona le colpe, risana le ferite dell’anima, salva le persone e le restituisce a nuova vita.
di Graziano Ghisolfi
Insegnare la verità e con verità
Siamo a Gerusalemme. Gesù vi è entrato trionfalmente da alcuni giorni. Sa che sono gli ultimi perché conosce bene il suo destino. Ne approfitta per lasciare gli ultimi insegnamenti non solo ai suoi discepoli, ma anche a tutto il popolo d’Israele, capi compresi. I suoi argomenti, infatti, si fanno duri, diretti e chiari. Scribi e farisei «cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro» (Mc 12,12).
È questo il contesto in cui nasce il breve dialogo che ci interessa commentare: «Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità”…» (Mc 12,13-14). Il racconto prosegue, poi, con la famosa disputa sul tributo a Cesare; ma non è questo l’oggetto di questo commento. A noi interessa piuttosto la frase introduttiva già citata.
Farisei ed erodiani, come al solito, si presentano da Gesù non per un dialogo costruttivo, ma solo per avere un motivo per incriminarlo. E, paradossalmente, proprio in una situazione così conflittuale e poco sincera vengono pronunciate delle parole profondamente vere: “sappiamo che sei veritiero … insegni la via di Dio secondo verità”.
La verità unita all’amore
I nemici di Gesù, inconsapevolmente, hanno colto nel segno: hanno capito e spiegato come Lui si comporta con le persone, come costruisce gli incontri e le relazioni, anche educative.
Egli non insegna secondo convenienza, non accomoda la sua proposta per renderla più accettabile, non è un debole che ha paura di dire le cose come stanno. A volte è molto duro, è vero, ma quello che dice è la pura verità.
Ogni persona, dopo aver incontrato Lui, se ne va cambiata e rinnovata, non è più come prima perché una nuova luce si è accesa nel suo animo. E il bello di questi incontri è che Gesù sa essere profondamente vero e senza sconti con una grande misericordia: chi lo incontra fa l’esperienza della verità unita all’amore. Si sente amato e accolto. Gesù è il vero maestro.
Vogliamo fare qualche esempio?
La samaritana al pozzo
Proviamo a pensare all’incontro con la Samaritana: è un esempio incantevole di come dovrebbe svilupparsi un rapporto educativo. Gesù vuole incontrare questa persona e la vuole incontrare personalmente perché sa che può essere un momento di svolta per la sua vita. La situazione dice che ci sono tutti gli elementi che suggerirebbero di lasciar perdere: chi va ad attingere acqua a mezzogiorno sotto il sole cocente? Di solito si va al mattino presto! Non è proprio conveniente, poi, che un uomo si fermi a parlare con una donna, loro due, soli. A Gesù queste considerazioni non interessano, va avanti imperterrito: sa che da questo incontro la vita della donna ne può uscire profondamente cambiata.
Mentre parlano, Gesù porta gradualmente il discorso ad un livello sempre più profondo. La donna samaritana pensa di parlare del più e del meno, come tante volte si fa; Gesù non vuole essere superficiale, ma desidera affrontare argomenti seri, perché tutta la vita è seria. Ad un certo punto entra nel personale: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui. Gli risponde la donna: Io non ho marito». (Gv 4,16-17) La samaritana è obbligata ad affrontare a viso aperto la verità della sua vita. «Le dice Gesù: Hai detto bene: Io non ho marito. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero» (Gv 4,17-18). Anche se la donna cerca ancora di cambiare discorso Gesù prosegue nel dialogo mostrandosi come il Cristo: la samaritana si rende conto di avere il Signore davanti a sé, c’è Dio che le sta parlando e sta mostrando interesse per la sua vita. Comprende che Gesù la sta amando anche nel farle vedere dove la sua vita deve cambiare. Sarà proprio lei a correre al villaggio per dire a tutti: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» (Gv 4,39). Gesù cerca l’incontro, mostra interesse e amore per la persona che ha davanti e va fino al cuore del problema di questa donna perché possa essere finalmente affrontato e risolto: amore e verità insieme.
L’adultera o la verità della misericordia
C’è anche un altro episodio importante e significativo: quello che definiamo della “donna adultera”. Conosciamo la dinamica: viene portata davanti a Gesù una donna sorpresa in adulterio.
Gli scribi e i farisei vorrebbero condannarla alla lapidazione. Il Signore, invece, dopo aver detto: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7) si mette a scrivere per terra finché non se ne vanno tutti.
Ogni persona viene messa di fronte alla verità, non vengono fatti sconti. Anche la donna si sente dire: «Va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11). Solo Gesù poteva fare una cosa del genere. Ma unita alla verità c’è la misericordia: «Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno”» (Gv 8,10-11). Qui c’è il vero Maestro.
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