STORIE DI VITA - Mondo Voc agosto-settembre 2013 Torna al sommario
Mi ha riscaldato il cuore
La storia di Angela che, da un momentaneo “fallimento” personale e attraverso una riflessione mediata da un libro su Papa Francesco, trova la forza per fare chiarezza in se stessa e riscoprire con più determinazione e maggiore consapevolezza la vocazione al servizio degli altri.
di Michele Pignatale
Angela è una ragazza di 27 anni, laureata in scienze sociali, della provincia di Pesaro. È rientrata per le feste pasquali dalla Guinea equatoriale, dove si trovava per realizzare un progetto socio sanitario della durata di quattro anni. È passato solo un anno dalla sua partenza e, in accordo con i suoi compagni di progetto, ha deciso di fare ritorno in Italia prima della tappa intermedia, al termine del secondo anno.
Le cause di questo ritorno forzato sono ancora oggetto di analisi e ricerca, riconducibili, questo sì già assodato, ad una affrettata partenza, senza, una adeguata preparazione a livello psicologico, tanto da non reggere alle prime prove che l’esperienza comportava. Ha cominciato ad avvertire un disagio tanto da non riuscire a manifestare quell’entusiasmo che era stato la molla della partenza.
Il fallimento di una scelta
È evidente che esperienze di questo genere provano profondamente la persona. Un fallimento di una scelta in cui avevi riposto forse molte aspettative è duro da metabolizzare. Anche se ai parenti e agli amici più stretti non ha nascosto nulla, parlando di impedimenti interiori che la costringevano a rinchiudersi in una apatia manifesta, che coinvolgeva gli altri con cui collaborava e che rallentava le tappe della realizzazione del progetto.
Mentre ascolto le sue parole, avverto nella sua voce un po’ di amarezza mista a nostalgia per il progetto che aveva cominciato a realizzare. “Non è stato facile tornare indietro prima del tempo – mi racconta Angela – ho dovuto fare una fatica enorme prima di arrendermi. Ma mi sentivo svuotata, senza energie e lì c’è bisogno che una persona sia efficiente per le difficoltà che ogni giorno incontri ad ogni livello. So anche di aver deluso le persone che hanno creduto in me, forse troppo. Ma sono stata testarda a non sottopormi ad un periodo più consono di preparazione prima della partenza. E le cose affrettate alla lunga le paghi.
Sento che mi manca molto quell’esperienza, gli amici, la gente con cui lavoravo, i bambini che incontravo. Era sempre una festa. Era bello. Ma tutto si fermava lì. Ad un certo momento, quando ho cominciato ad avvertire le prime avvisaglie del problema, ho cercato dentro di me quelle risorse necessarie per reagire e non ho trovato nulla. Immagina che delusione, accorgersi di costruire qualcosa senza che le fondamenta ci siano e siano solide”.
Pausa di riflessione e un aiuto insperato
Angela ha cominciato un periodo di terapia accompagnata da una psicologa alla ricerca delle ragioni del fallimento ed alla scoperta di eventuali punti neri della sua personalità. È un lavoro che è proseguito, dando i suoi frutti, per un paio di mesi fino a quando un’amica le ha regalato uno dei primi libri intervista su Papa Francesco in occasione del suo compleanno.
“L’ho trovato sinceramente strano questo regalo – continua a raccontare Angela – perché non fa parte del mio genere e la mia amica conosceva le mie preferenze editoriali. Ho cominciato a sfogliarlo tanto quanto bastava per dirigere il mio interesse su una persona che fino a quel momento mi aveva suscitato curiosità per il nuovo stile che stava affermando, anche se provavo fastidio per l’enfatizzazione che i media mettevano nel raccontare alcuni gesti che il Papa compiva con naturalezza perché facevano parte del suo modo di essere. Anche i media cattolici non erano da meno nel sottolineare ripetutamente alcuni gesti o parole del Papa dando una ridondanza eccessiva e per quanto mi riguardava controproducente. Così tramite internet ho cominciato a leggere notizie riguardanti Papa Bergoglio e soprattutto le omelie della messa quotidiana celebrata nella residenza di Santa Marta. Per me è diventato un appuntamento necessario leggere quelle parole e tantissime volte le ho avvertite come dette a me. Ho cominciato a riflettere su quelle parole e ho capito di non avere più bisogno di una psicologa ma di qualcuno che mi aiutasse a scoprire il mio profondo”.
Le parole come balsamo
È un percorso che Angela ha cominciato con un sacerdote amico a cui lei si rivolge periodicamente portando con sé tutte quelle parole del Papa che ha avvertito come dette a lei e che le hanno creato un fermento interiore. Mi ripete, spesso mentre racconta questo momento della sua vita, come le parole dette dal Papa le hanno suscitato il desiderio di ricerca interiore per scoprire quello che sia giusto e vero per la sua vita.
“Un giorno, prima di Pentecoste, se non ricordo male – dice Angela – in una sua Omelia il Papa ha parlato della contrapposizione tra la strada dell’amore e quella dell’egoismo e di Gesù che diceva, in quel giorno, una parola forte: Nessuno ha un amore più forte di chi dà la propria vita per amore. E poi più avanti diceva che chi ama dà la vita come dono, mentre l’egoista cura la sua vita. Ma le parole che mi hanno letteralmente scossa sono quelle pronunciate in occasione della festa di san Tommaso apostolo quando dice che per incontrare Gesù, devi incontrare le sue piaghe e dove si trovano le sue piaghe? “E le piaghe di Gesù tu le trovi facendo le opere di misericordia, dando al corpo, e anche all’anima, del tuo fratello piagato, perché ha fame, perché ha sete, perché è nudo, perché è umiliato, perché è schiavo, perché è in carcere, perché è in ospedale".
"Quelle sono le piaghe di Gesù oggi. E Gesù ci chiede di fare un atto di fede, a Lui, ma tramite queste piaghe”. E ancora continuando: “Dobbiamo toccare le piaghe di Gesù, dobbiamo carezzare le piaghe di Gesù, dobbiamo curare le piaghe di Gesù con tenerezza, dobbiamo baciare le piaghe di Gesù, e questo letteralmente. Pensiamo, cosa è successo a San Francesco quando ha abbracciato il lebbroso? Lo stesso che a Tommaso: la sua vita è cambiata!”. E allora come potevo rimanere indifferente davanti a queste parole. Ho rivisto il mio anno passato in Guinea e mi sono accorta di non avere avuto quell’atteggiamento. Eppure di piaghe ne ho viste, di sofferenza tanta. Il Papa mi ha riscaldato il cuore e attraverso le tante altre sue provocazioni lo ha purificato e lo ha reso un cuore di carne”.
Angela ha vissuto un’autentica conversione scoprendo con gratitudine ciò che le albergava nel cuore da sempre, il desiderio autentico di dare un senso vero alla sua vita. A settembre comincerà un nuovo corso di preparazione per l’esperienza in Guinea perché le sollecitazioni di Papa Francesco non rimangano solo parole ma diventino vita vissuta. Vita spesa per gli altri.
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