LETTERE - Mondo Voc agosto-settembre 2013 Torna al sommario
√ Cosa resta delle Gmg? Sono solo un fuoco di paglia?
√ Il monsignore irriverente
Risponde Padre Sandro Perrone
Cosa resta delle Gmg? Sono solo un fuoco di paglia?
Caro Padre, ora che le esaltanti giornate di Rio de Janeiro sono finite, credo che si possa fare qualche bilancio: si è parlato di un’affluenza di milioni di persone, ma in un Paese dove i cattolici continuano a diminuire, a vantaggio delle sette evangeliche protestanti; si parla dell’afflusso dei giovani (minore, comunque, a quanto si era previsto, complice anche la difficile situazione economica mondiale), ma questi giovani, tornati in patria, inutilmente li si cerca in parrocchia: sembra che si accontentino della “presenza” straordinaria, ma poi siano refrattari alla vita cristiana di tutti i giorni. In breve, cosa resta di tutto quello che è avvenuto nelle settimane scorse in Brasile? La mia impressione è che sia stato acceso un bellissimo fuoco, ma di paglia!
Francesco Papa, Frascati (Roma)
Caro Francesco Papa (?), mi sembra che tu abbia usato gli occhiali molto scuri per leggere la realtà della Giornata Mondiale della Gioventù. È vero che il Brasile sta attraversando una “crisi di crescita” che mette in discussione molti parametri che eravamo abituati a considerare assoluti; per esempio, la crescita continua del cattolicesimo, mentre non sono stati tenuti nella debita considerazione alcuni “fattori”, che stanno cambiando le carte in tavola. E certamente la Chiesa brasiliana deve prendere coscienza di queste trasformazioni e reagire adeguatamente, attrezzandosi con una catechesi ed un impulso missionario ancora più decisi e credibili. Ma, per venire alla GMG di Rio, mi sembra che sia stata fatta molta retorica al riguardo, distratti forse da un certo gossip mediatico, più attento alla note di colore che non alle vicende vere e proprie della Giornata; si è parlato molto della “borsa” del Papa (portata personalmente), del caos organizzativo, delle automobili utilitarie, ecc. e si è perduto il nucleo essenziale: la grande testimonianza di fede che migliaia e migliaia di giovani hanno dato al mondo intero, sfidando crisi economica e rispetto umano. Tanto per essere chiari, a Rio si stanno organizzando dei corsi accelerati di lingua inglese per le prostitute, in vista dei Mondiali di calcio del 2014 e delle successive Olimpiadi. Vedere migliaia di ragazzi riniti a pregare, a riflettere, ad organizzare il lavoro pastorale per il ritorno a casa. Sentire Il “mandato” del Papa ai giovani: “Gesù ha fiducia in voi e vi affida la sua stessa missione: andate e fate discepoli”, accolto con entusiasmo e passione, che si traducono ogni giorno nell’impegno concreto della Caritas, delle mense per i poveri, dei campi scuola e campi di lavoro in Italia e all’estero e tante altre iniziative che non è il caso di citare. Questa è realtà concreta, non sogni o fantasie. Forse a volte siamo tentati di metter gli occhiali rosa per vedere il mondo colorato, bello ma falso; e a volte mettiamo quelli scuri, da ciechi, ma quelli ci “vedono” benissimo anche senza, noi invece andiamo a sbattere nei muri. Caro Francesco (Papa o non Papa), metti gli occhiali giusti, quelli della realtà: non tutto va bene, è vero, ma a questo è chiamato il cristiano, a lavorare con impegno ed entusiasmo nella vigna del Signore, che non ci ha detto di aspettarlo all’osteria, bevendo vino!
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Il monsignore irriverente
Caro Padre, la mia famiglia da tempo ha il piacere (e l’onore) di godere dell’amicizia di un Monsignore (un Vescovo, per la precisione) molto conosciuto. Spesso viene a farci visita in casa, trattenendosi anche a pranzo o a cena. In queste occasioni, svestita l’ufficialità, si sofferma a parlare con noi con totale libertà, lasciandosi andare a discorsi (e giudizi) che ben poco hanno di “ecclesiastico”, almeno secondo il mio concetto, “compromettendosi” gravemente (sempre secondo me) nel campo della fede e della morale (ho fatto degli studi di teologia e credo di poter parlare a ragion veduta): Ma quello che mi sconcerta non è tanto questo, quanto il fatto che in pubblico, persino alla televisione, esprime delle opinioni diametralmente opposte, con un rigore da giudice della Santa Inquisizione! Come è possibile questa contraddizione?
Mariella M., Assisi (Perugia)
Cara Mariella, io non meraviglierei più di tanto: non mi sembra né il primo né l’ultimo caso di persone “dissociate” nella loro coscienza. Quello che dicono pubblicamente non lo credono veramente, limitandosi ad esercitare un ruolo ed una funzione non dissimili da quella dell’attore sulla scena: recitano una parte e basta. Quello che credono veramente, poi, non hanno il coraggio di manifestarlo pubblicamente (se non a pochi, e fidati, amici), forse nel timore di perdere il ruolo e il prestigio che si sono conquistati. Ma, credimi, sono dei poveri infelici, che spendono più energie a “nascondersi” e “camuffarsi” che a vivere serenamente e regolarmente. Non so quale grado d’intimità abbia la vostra amicizia (tua e della tua famiglia), ma se fosse possibile, io spenderei qualche parola in proposito, anche con la scusa di “capire bene” quale sia la sua posizione su determinati argomenti o anche su uno solo, che si potrebbe manifestare la leva per sollevare la questione e, forse, aiutare un poveretto che si è cacciato in un vicolo cieco e non sa come uscirne. Credo che anche questa sia carità cristiana!
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