ATTUALITÀ - Mondo Voc aprile 2012                                                                          Torna al sommario

 

 

Cosa ci si aspetta dal prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano?

 

Famiglia e lavoro, riconciliarli è possibile?


Dovrebbero essere alleati, e invece troppo spesso famiglia e lavoro sono posizionati su fronti opposti. L’Incontro Mondiale delle Famiglie punta a disegnare un nuovo orizzonte di pacificazione, in nome del bene comune.

 

di Salvatore Izzo

 

famiglia_lavoroA causa degli “sbandamenti umani” che caratterizzano questo tempo di eclissi dei valori, sempre di più “l'esperienza della sofferenza segna anche la famiglia”, il cui cammino “si fa faticoso e difficile: incomprensioni, divisioni, preoccupazione per il futuro dei figli, malattie, disagi di vario genere”. E la situazione “è aggravata dalla precarietà del lavoro e dalle altre conseguenze negative provocate dalla crisi economica”.


Benedetto XVI ha riassunto così il senso delle meditazioni lette il Venerdì Santo alla “Via Crucis” del Colosseo: parole dalle quali emerge un quadro drammatico. L’attacco alla istituzione famiglia, peraltro, data da assai prima della crisi economica, se 9 anni fa, in occasione dell’Anno della famiglia, lasciando il Policlinico Gemelli dove aveva subito l’ennesimo intervento chirurgico, il beato Giovanni Paolo II lanciò un grido di allarme: “La famiglia è minacciata, la famiglia è aggredita”. È per questo, spiegò, che “deve essere aggredito il Papa, deve soffrire il Papa, perché ogni famiglia e il mondo vedano che c’è un Vangelo, direi, superiore: il Vangelo della sofferenza, con cui si deve preparare il futuro, il terzo millennio delle famiglie, di ogni famiglia e di tutte le famiglie”.


Dal 1994, purtroppo, la situazione è solo peggiorata. “Sinceramente, a immaginare il futuro verrebbe da scoraggiarsi, anche per certe leggi che vengono promulgate e che sono contrarie al disegno di Dio. Ogni giorno siamo chiamati a fare delle scelte non facili per mantenerci fedeli ai nostri ideali, in quanto la società non aiuta, anzi, ha confidato Anna Maria Zanzucchi, autrice con il marito Danilo delle meditazioni per la Via Crucis e con lui anche iniziatrice del Movimento Famiglie Nuove che fa capo ai Focolarini.


Incontro_Mondiale_famiglieA tutto questo si deve reagire, e per sottolinearlo Papa Ratzinger ha deciso di partecipare all'intera celebrazione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie “La famiglia: il lavoro e la festa” che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Il tema scelto presenterà il lavoro come una risorsa per la famiglia nel duplice senso di costituire una fonte di sostentamento e di sviluppo della famiglia e al tempo stesso luogo in cui si esercita la solidarietà tra le famiglie e tra le generazioni.


L’insegnamento della Chiesa suggerisce di tenere in correlazione il lavoro con la famiglia. Del resto, quale modello di sviluppo potremmo immaginare senza la famiglia che ne raccoglie i frutti e che attraverso le proprie scelte generative ne orienta gli ulteriori sviluppi? Laborem Exercens, una delle più belle encicliche di Papa Wojtyla, che da giovane era stato anche operaio alla Solvay, propone la correlazione del lavoro con la famiglia e ci ricorda che “la famiglia è, al tempo stesso, una comunità resa possibile dal lavoro e la prima interna scuola di lavoro per ogni uomo”.


Il tema della conciliazione famiglia-lavoro è stato scelto prima che tante famiglie precipitassero nel baratro della disoccupazione, ma ugualmente appare provvidenziale perché nelle ristrettezze aumentano i conflitti e le contraddizioni. In questi anni, infatti, i problemi legati al tentativo di tenere insieme un lavoro sempre più precario e i compiti di cura sempre più impegnativi sono in costante aumento: tra i motivi delle patologie correlate allo stress da lavoro sono compresi i problemi legati alla mancata conciliazione.


Secondo una recente ricerca Iref/Acli, il 67,7% delle persone con un lavoro a professionalità medio-bassa teme di perdere il lavoro, percentuale che aumenta al 72% se in famiglia si è l’unico percettore di reddito. Le famiglie e i lavoratori rimangono sostanzialmente abbandonati a se stessi nella gestione di questa “nuova ansia”.


famiglia_lavoro_2In un Convegno preparatorio dell'Imf (Incontro Mondiale delle Famiglie) che si è tenuto nelle scorse settimane a Milano è stato detto che le associazioni, che per loro natura sono enti intermedi, hanno la possibilità di costituire un prezioso luogo di ascolto, e anche di consiglio e rimessa in moto, ma occorre coinvolgere “anche le istituzioni legate ai lavoratori e ai datori di lavoro, oltre che le parti sociali, perché è importante anche il loro ruolo nel favorire, per esempio, i servizi che possano entrare nella conciliazione famiglia-lavoro, oggi sempre più necessaria”, come spiega don Walter Magnoni, responsabile del servizio per la Pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi ambrosiana.


Ma al di là del richiamo che arriverà alla classe politica, agli imprenditori e ai sindacati, l'IMF si rivolgerà soprattutto alle famiglie, con uno scambio di esperienze che potrà incoraggiare un rinnovamento e rafforzamento dal basso. “Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore”, dice il Libro dei Proverbi e dalle storie che saranno raccontate dai protagonisti all’Imf proprio questo emerge: sono spesso le mamme a tenere insieme il nido per i loro piccoli, esposto alla tempesta e reso più fragile dalla crisi economica. Tuttavia, non è sempre così: proprio le donne che lavorano sono oggi più esposte - per il repentino cambio culturale che le ha come travolte - ad una sorta di fragilità affettiva che porta alla rottura di moltissime coppie. Racconta C.W., una signora inglese oggi attiva nel Movimento Famiglie Nuove: “Un collega di lavoro che conoscevo da tempo ha cominciato a mostrare interesse nei miei confronti: grazie a questo affetto e aiuto, la vita mi sembrava meno gravosa, anche se cominciavo ad avvertire una tensione che mi stava facendo ammalare”. Su consiglio di un’amica, la donna ha provato ad avviare un cammino di fede comune con il marito e lui “ha fatto lo stesso, iniziando persino a dare una mano in casa. Eravamo in ristrettezze economiche, ma in pace e parlavamo insieme dei nostri problemi. La relazione tra noi stava fiorendo di nuovo”. “Vorrei dire alle famiglie in difficoltà - commenta Anna Maria Zanzucchi, sposata da 60 anni - che anche noi abbiamo avuto problemi. Il nostro matrimonio è nato dall’amore reciproco, come quello di ogni coppia di sposi. È questa scintilla che alimenta il matrimonio. A causa di molti fattori, però, questo amore a volte si smorza, rimane nascosto e si dimentica, ma la sua spinta iniziale resta anche se soffocata dalle preoccupazioni, dalle incomprensioni e dai drammi quotidiani”.


famiglia_lavoro_3La difesa della famiglia, aggredita da fattori culturali ed economici non può muoversi però su un doppio binario, con interventi separati di sostegno economico e socio-psicologico: Mauro Magatti, preside della facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sottolinea come la famiglia oggi sia sempre più messa da parte, in favore di un modello individualizzante sostenuto sia dal modello economico occidentale, sia dal comportamento sociale. “Siamo oggi - osserva - in una fase storica in cui non si può dare per scontata la famiglia. La famiglia va inserita nel modello economico perché è soggetto di valore. Occorre quindi ragionare sulle forme che rendono possibile questa alleanza in modo concreto, per esempio attraverso la messa in discussione degli attuali sistemi di welfare”.


Se la coppia è unita, di certo le situazioni contingenti possono però essere superate meglio. “Le circostanze impongono di avere una maggiore attenzione economica e acquisire uno stile di vita essenziale, ma soprattutto di cambiare il punto di vista da cui guardiamo noi stessi e gli altri”, spiegano Roberto e Patrizia Grieco che vivono a Casavatore, in provincia di Napoli, e come tante famiglie italiane sono messi a dura prova dalla crisi economica.

 

 

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