ATTUALITÀ - Mondo Voc aprile 2012 Torna al sommario
La famiglia e i suoi cambiamenti…
LA FAMIGLIA OGGI
Situazioni, dati e problematiche
Parlare oggi di famiglia significa far riferimento ad una varietà di situazioni con cui la società, il diritto, la Chiesa sono chiamate a fare i conti. I dati statistici inquadrano il fenomeno delle nuove tipologie di famiglia, evidenziando l’aumento di situazioni non fondate sul matrimonio.
di Stella F.
Nuove forme di “famiglia”
I primi anni ‘70 segnano uno spartiacque tra un modello di famiglia di tipo patriarcale intesa, nell’accezione costituzionale, come società naturale fondata sul matrimonio, e nuovi modelli di unione, declinabili variamente ma caratterizzati tutti da un assetto mononucleare.
L'introduzione nel diritto civile dell’istituto del divorzio e la riforma del diritto di famiglia, hanno ridisegnato i ruoli e gli schemi della società e delle sue componenti. Complici anche le lotte femministe degli ultimi anni sessanta, la concezione del nucleo familiare è cambiata radicalmente.
A differenza della vecchia famiglia pluriparentale, in cui vivevano insieme genitori, figli, nonni, zii, fratelli, legati da vincoli di sussidiarietà e mutuo soccorso, le unioni moderne si fondano su nuclei più ristretti e si basano su un assetto normativo completamente ridefinito che riconosce, in presenza del matrimonio, la parità e l’uguaglianza giuridica ed economica tra i coniugi. Manca invece totalmente un quadro prescrittivo di riferimento per le coppie non sposate, che però sono in aumento, ma non godono dei diritti e non hanno i doveri riservati ai coniugi.
Le nuove forme di “famiglia” sono molteplici e comprendono, in misura sempre crescente, coppie di fatto, situazioni monogenitoriali, sposati con il solo rito civile o uniti dal matrimonio concordatario. Questo scenario mette in crisi il concetto tradizionale di famiglia e porta ad interrogarsi su quale sia il suo significato. Come si presenta la famiglia odierna? Quando si può parlare di famiglia?
I problemi che si pongono sono numerosi e investono aspetti diversi: quello giuridico, quello morale, quello sociale. Dati alla mano, ecco il quadro che appare.
Le famiglie di fatto in Italia
A maggio 2011 l’Istat ha pubblicato i risultati di un’indagine condotta nei due anni precedenti, intitolata “Il matrimonio in Italia”, da cui emergono dati significativi sulla situazione delle famiglie nel nostro paese.
I numeri rivelano che l’ultimo biennio ha registrato quasi 30.000 matrimoni in meno, che tradotto in termini percentuali è pari al -6% annuo; una diminuzione decisamente accentuata se si considera che, in media, dal 1972 il calo è stato ogni anno del 1,2% circa.
Ciò non significa necessariamente che ci siano più single e meno famiglie; tutt’altro. L’indicatore in questo senso è fornito dal numero dei nati fuori dall’unione matrimoniale che, nel 2009, è stato del 21,7%, gran parte dei quali venuti al mondo all’interno di famiglie di fatto. Il loro novero è in aumento e si attesta intorno al mezzo milione (rilevazione 2007).
Tale evidenza è ormai talmente “pesante” dal punto di vista numerico che per la prima volta, nell’ultimo censimento Istat (anno 2011), sono state rilevate anche le coppie di fatto. E così, tra le opzione relative al numero di persone che vivono sotto lo stesso tetto, oltre ai coniugi e ai coaffittuari, sono comparsi anche i conviventi.
Il fenomeno non è ignorato neppure in ambito giuridico, tanto che nel 2008 una sentenza della Corte di Cassazione ha sancito, per la prima volta, l’equiparazione delle coppie di fatto alle famiglie unite dal matrimonio, riconoscendo ai conviventi gli stessi diritti dei coniugi e a fondamento di ciò ha individuato la stessa propensione alla reciproca solidarietà ed assistenza, per un apprezzabile periodo di tempo.
Le famiglie di separati e divorziati
Se un ventennio fa la percentuale delle separazioni, su 1000 matrimoni, era del 15% circa e quella dei divorzi inferiore al 10% , nel 2009 (anno dell’ultima rilevazione Istat in materia) si è separato il 30% delle coppie e ha divorziato il 18% circa.
Numeri significativi quelli emersi poco più di due anni fa quando sono stati contati nelle cancellerie dei tribunali civili italiani 85.945 separazioni e 54.456 divorzi. C’è poi naturalmente tutto il fronte delle separazioni di fatto, che non sono censite da questi dati ma rappresentano uno spaccato non irrilevante dello status quo.
Ci sono quindi famiglie formate da un genitore, divorziato o separato, e dai figli.
In altri casi i separati o divorziati contraggono nuovi matrimoni o iniziano nuove convivenze.
Nell’anno 2009 si sono risposati 539 sessantenni, 1170 cinquantenni, 1469 quarantenni, 463 trentenni, 133 venticinquenni.
che si sono risposati, che nel …dei casi si risposano o iniziano convivenze stabili, se hanno figli sono anche essi famiglie
Le famiglie monogenitoriali
Il quadro si completa con uno sguardo alle famiglie composte da un solo genitore che, quando non è vedovo o separato/divorziato, è single. In questo caso, nell’86,1% dei casi, di sesso femminile.
Questi nuclei annoverano, nella maggior parte dei casi, solo due componenti, un genitore e un figlio, e comunque sono famiglie.
La domanda torna. Quando si può parlare di famiglia? Cosa occorre per definire un’unione una famiglia? Bastano un legame stabile nel tempo, un reciproco impegno dei suoi membri ad aiutarsi e sostenersi costantemente, una organizzazione che contempla le esigenze e i bisogni di più persone ad individuare una famiglia? Oppure è nel vincolo sacramentale che si trova il senso e l’origine di ogni unione familiare?
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