ATTUALITÀ - Mondo Voc febbraio 2012 Torna al sommario
Storie di vocazione nate grazie alle nuove tecnologie.
WWW… Ora le vocazioni sono online
Come scoprire la propria vocazione? Online. La risposta può sembrare insensata, provocatoria, folle. Eppure l’esperienza dimostra che la rete, a volte, suggerisce percorsi a chi è in ricerca, a chi vuole capire quale senso dare alla vita, a chi ha bisogno di una guida.
di Stefania Careddu
È successo ad Elisa, ventiquattrenne neolaureata in lettere classiche che ha appena iniziato il cammino di postulante in una congregazione francescana. Sei anni fa si era rivolta ad una clarissa del monastero di Rimini per avere soluzioni ai suoi interrogativi. Attraverso “una grata elettronica”. Sì, il loro incontro è avvenuto con uno scambio di mail. “Ho conosciuto suor Nella Letizia - racconta - in un momento in cui mi ponevo tante domande e la vita mi aiutava, forse anche mi costringeva, a pormene ancora di più. Volevo capirne di più sulla clausura, sulle suore, sulle ragioni che spingevano una persona ad intraprendere una strada così… folle? inutile?”. Messa alle strette dai dubbi, prova a sfruttare le potenzialità del web: “ho trovato questa opportunità, spero di venire ascoltata”, scriveva a suor Nella con uno stile diretto e conciso, ma con un tono decisamente giovanile. Forse la prima luce sul percorso da fare è stata gettata proprio da quella mail. “Il cammino è stato lungo e lo sarà ancora. Sono caduta, cadrò ancora. Oggi non ho nessuna risposta pronta in tasca: se riesco a darmi piccole risposte è perché mi do il tempo e lo spazio per ascoltarmi, per prima cosa, e per ascoltare anche Lui”, confida Elisa che si augura di “scoprire sempre più la verità” su se stessa e il “progetto d’Amore” di Dio. In una parola: “la mia vocazione responsabile”.
Alcide, infermiere di quarant’anni, navigava alla ricerca di un luogo dove trascorrere un periodo di relax. Tra le possibilità prospettate dalla rete, resta affascinato dalla descrizione della Comunità monastica di Siloe che si inserisce nel solco della tradizione benedettina. Decide di andarci e quelle due settimane di riposo si trasformano in una scelta di vita: lo scorso agosto infatti Alcide ha professato i voti definitivi.
Quelli di Elisa ed Alcide non sono gli unici casi. Sono molti infatti i ragazzi che si affidano ai consigli “virtuali” di un sacerdote o di una suora per guardarsi dentro. Senza paura e senza vergogna. Sono 150-200 al giorno ad esempio coloro che si confrontano a colpi di post con padre Alberto Tortelli, frate francescano minore conventuale della Basilica di sant’Antonio di Padova. Il blog, spiega, “vuole essere uno spazio di dialogo e di incontro con tutti i giovani che si interrogano e si sentono interpellati dal Signore”. E ad Angelo, 20 anni, che sta “maturando l’idea di seguire le orme di San Francesco” e lo ringrazia per una riflessione pubblicata sul blog, padre Alberto risponde: “sono proprio contento che il mio blog vocazionale ti sia servito e spero sia ancora di aiuto ai tanti giovani come te in ricerca che quotidianamente mi seguono e mi scrivono”. Segno che per alcuni il web può rappresentare davvero un approdo, fatto di suggerimenti ed indicazioni. Per qualcun altro invece la rete è stata fonte di ripensamenti: “sono sempre stata credente, e crescendo anche praticante, sento che la mia fede è forte, ma il tuo blog ha un po' stravolto i miei ‘piani’. Passi tutta la vita a pensare di doverti sposare..”, ammette un’internauta.
C’è infine chi, su internet, ha ritrovato se stesso. È un giovane sacerdote che, ad un certo punto della sua storia, si è sentito assalire da “uno sconforto ed una delusione indescrivibili”. “Ero prostrato, completamente demotivato. Non sentivo più nulla né per Dio né per gli altri e addirittura avevo un certo ribrezzo per me stesso”, racconta. Così, una notte di giugno, decise di farla finita. “Volevo procurarmi la morte, tutto non aveva senso: per ore – confessa - cercai un motivo, almeno uno, per continuare la mia esistenza e stranamente non lo trovavo. Buio”. Pur essendo trascorsi quasi 15 anni, il sacerdote rivive ogni drammatico fotogramma di quella notte: “davanti agli occhi facevo passare tutte quelle persone che si sarebbero dispiaciute e avrebbero pianto per la mia morte e per il mio gesto insano e nessuna di loro mi riusciva a frenare, a farmi desistere dal mio proposito”. E mentre nella sua mente si affastellavano le domande più profonde sul perché fosse arrivato a tanto e sul come mai non riuscisse ad affidarsi a Dio per uscire dal baratro, il giovane prete non vedeva sbocchi. “Mi ero collegato ad internet - rivela - per vagare nei meandri dello squallore più assoluto e per sbaglio appare sul monitor il sito delle Carmelitane di Carpineto”. Tra le varie notizie legge anche che le monache pregavano per coloro che ne facevano richiesta: “mi metto subito alla tastiera e lancio il mio appello di SOS disperato”. Un ultimo disperato tentativo. “Mi arriva poco dopo una lettera, una risposta ininterrotta che dura fino ad oggi”, spiega aggiungendo che ora può dire di essere “un sacerdote felice con l’entusiasmo di servire Dio nella Chiesa”. Grazie ad una mail, ad una mano virtuale ma ugualmente vigorosa.
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