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LETTERE - Mondo Voc dicembre  2011                                                              Torna al sommario

 


perrone

 

 

 

La prostituzione in Italia



Le vocazioni sono davvero poche!

 

   

Risponde Padre Sandro Perrone


 

La prostituzione in Italia

Caro Padre, mi permetta un piccolo rimprovero: ho come l’impressione che non solo lei ma tutta la Chiesa stia sottovalutando un fenomeno gravissimo, quello della prostituzione, almeno in Italia. Le rare volte che se ne parla nella stampa o alla televisione, noto un “compiacimento” morboso: con la scusa di denunziare, in realtà ci si “compiace” ancora più crudamente di uno squallore e di un degrado che non hanno uguali! Le femministe sono sparite da un pezzo e non mi sembra che abbiano mai fatto granché di serio e di utile. Le uniche voci di dissenso sono quelle dei cittadini… infastiditi e disturbati nei loro sonni dal via vai di macchine e clienti, che rendono impossibile il “quieto vivere” di questi probi padri di famiglia. Possibile che non ci sia niente da fare? Possibile che la Chiesa non abbia niente da dire? Si pronunci almeno lei!

(Vittoria, Roma)


Cara Vittoria, ormai non mi sorprendo più delle domande (e dei rimproveri) che mi tocca sentire! Adesso siamo quasi arrivati alla “connivenza” con il mondo della prostituzione! Lasciamo stare le inchieste giornalistiche che (e qui ti do ragione) sono più vicine alla pruderie da vecchi guardoni che non alla denunzia. In qualche caso, il reportage televisivo sembrava quasi uno spot pubblicitario per escort, trans e club per scambisti! Ma a parte questi estremi, c’è da lamentare il silenzio assordante di tutto un certo mondo femminile (e femminista), che non ha perso occasione per gridare slogan contro tutto e contro tutti, non accorgendosi affatto di questo fenomeno terribile. A costo di smentirti, cara Vittoria, l’unica voce contro, gli unici sforzi compiuti sono proprio quelli della Chiesa, che si è battuta, e continua a battersi, contro questo flagello. Non mi riferisco soltanto all’opera meritoria di don Oreste Benzi (peraltro sbeffeggiato da tanti benpensanti!), ma anche e soprattutto a quella di tanti Istituti Religiosi femminili, che nel silenzio si battono contro questa piaga morale e sociale, offrendo aiuto concreto alle donne sfruttate nel corpo e distrutte nella dignità. Ma permettimi anche di dire con tutta franchezza: come combattere contro tutto questo, quando esempi di alto (altissimo) rango hanno esaltato la mercificazione delle donne, la compravendita ad un tanto al chilo; quando giornali finti seriosi non mancano di lucrare su questo commercio con servizi patinati e luccicanti, ma sempre squallidi e sporchi; quando trasmissioni pseudo culturali non disdegnano presenze procaci e scosciate. La prostituzione è forse l’ultimo gradino di una scala che comincia molto in alto.

 

 

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Le vocazioni sono davvero poche!

Caro Padre, sono un giovane quasi-seminarista, in procinto di entrare nello “stato ecclesiastico”. E come può immaginare, in parrocchia cerco di dare il mio contributo. Tra l’altro, ho l’incarico dei ministranti e del gruppo di preghiera “eucaristica”, che si raduna ogni settimana per un’ora di adorazione, che io ho cercato di connotare come “vocazionale”. Ma… dove sono le vocazioni? Mi sembra che oggi si preghi molto di più che in passato per questa intenzione, ma se posso fare una battuta, sembra che più si prega e meno vocazioni ci sono! Un tempo i seminari e gli studentati degli Istituti religiosi erano pieni di aspiranti; oggi, molti sono chiusi e quasi tutti soffrono di una desolante povertà. Certo, è vero che altrove (Africa, India, Filippine) ci sono molte vocazioni, ma, mi domando, quanto sono “genuine” e quanto “interessate”? Perché tutti vogliono venire in Europa (e in Italia)? Sono vocazioni o frutto della miseria? Forse non sono io che dovrei dire queste cose, ma mi permetta la sincerità e lo sfogo. Mi benedica e preghi per la mia vocazione.

(Un quasi-seminarista già in crisi, Bari)


Caro seminarista già in crisi, mi sembra che la tua stessa lettera sia una smentita delle tue difficoltà! Da dove nasce la tua vocazione se non dalla preghiera che altri hanno fatto per te? Perché hai pensato di dire di sì al Signore se non per il fatto che altri ti hanno sostenuto con i loro sacrifici e la loro intercessione presso il Padrone della messe? Non è vero che manchino le vocazioni. Quello che manca è la risposta alla chiamata di Dio. Molti ascoltano la Sua voce, ma preferiscono le dolcezze del mondo piuttosto che la ruvidezza della croce di Cristo. Ripeto: non mancano le vocazioni, quello che manca è la fede, l’impegno nella vita cristiana; se non si è fedeli nel poco, come si può esserlo nel molto? La vocazione cristiana non è molto, è tutto, perché è Cristo stesso, seguirLo più da vicino, stare sempre con Lui, lasciando tutto il resto. Forse hai ragione nelle tue perplessità circa certe vocazioni estere, ma la verità è anche quella che nei Paesi nominati la vita cristiana è una cosa seria, fino al martirio, oggi, mica ieri o nei secoli passati. Un piccolo consiglio se vuoi: tra i tuoi chierichetti cerca di far brillare la bellezza ed il fascino di stare con Gesù, di servirLo nei piccoli e nei poveri, di seguirLo nella generosità e nella bontà. Semina con abbondanza, vedrai che le piccole piantine cresceranno e daranno frutto.