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MEDIAEDUCATION - Mondo Voc aprile 2011                                                        Torna al sommario

 

 

La spettacolarizzazione del matrimonio ad opera dei media allontana dalla realtà e confonde sul valore dell’unione.


Cercasi principe disperatamente

 

Il matrimonio non è più un momento intimo e privato ma è diventato occasione per apparire, organizzando sfarzosi ricevimenti, momento di emulazione di vip e star o, in altri casi, avvenimento da dare in pasto, volontariamente o meno, ai famelici rotocalchi e programmi televisivi. Questo a causa della spettacolarizzazione che ne hanno fatto i media al punto da rendere il matrimonio uno show a tutti gli effetti e, insieme, un business.

 

di Stella F.


mediaeducation_1Le nozze del secolo

È quello che sta accadendo per  le nozze del principe William di Inghilterra. Tabloid e tv da mesi non parlano d’altro, sempre a caccia di curiosità e scoop sugli abiti che indosseranno gli sposi, sul ricevimento, sulla torta nuziale, gli invitati, i retroscena.


Stanno addirittura nascendo delle mode intorno a questo evento. Vanno a ruba gli abiti confezionati sui modelli indossati dalla futura principessa. Sono in produzione dvd e film sull’incontro dei due giovani e sul loro fidanzamento. In Inghilterra c’è anche chi ha organizzato il corso per diventare principesse e il primo aprile, due sosia di William e Kate hanno inscenato un finto matrimonio allo scopo di promuovere un libro che racconta la vita privata della coppia.


Online si trovano i video della squadra di 21 cuochi che sta approntando il menu del ricevimento reale. Per le attività commerciali il matrimonio del secolo è un business d’oro, specie in tempi di crisi, grazie alla vendita dei gadget di ogni genere che vanno dalle classiche tazze da the, cappellini, bandierine, t.shirt e simili, con i volti dei nubendi, alla bambola “Princess Catherine doll” (prodotta in soli diecimila esemplari e venduta esclusivamente in Inghilterra al costo di 35 sterline), alla quanto mai insolita birra “Kiss me Kate beer”, creata da un birrificio di Nottingham nelle due versioni: in bottiglia (pochissimi pezzi) e alla spina, o al frigorifero “William e Kate” (che serve un po’ di coraggio per comprare e mettere in cucina!).


mediaeducation_2Vogue UK dedicherà il numero di maggio all’evento più mondano del momento, permettendo alle lettrici di immedesimarsi nella favola che sta vivendo Kate Middleton (che poi Kate è il nome che le hanno dato i media; lei si chiama Catherine e vuole essere chiamata così).


Perfino la BBC sta lucrando sulle nozze. A parte le dirette, il network britannico ha venduto documenti e prodotto un videoWilliam and Kate, a Royal Engagement” che è stato distribuito in 32 paesi.


Ma ce n’è per tutti. Agenzie immobiliari (la Dudley Singleton & Daughter sta curando la vendita della casa in cui ha trascorso l’infanzia la futura principessa) e alberghi (quelli londinesi propongono pacchetti per il week end più gettonato dell’anno).

 


Il matrimonio è una favola da 50 milioni di euro?

Questa sarebbe la cifra, tradotta in moneta europea, del super matrimonio e quelli citati sono solo alcuni esempi della febbre da royal wedding che sta contagiando non solo gli inglesi, ma un po’ tutto il mondo. Ma cosa comporta tutto questo? Il rischio è che si inculchi nella testa dei giovanissimi l’idea del matrimonio da favola, allontanandoli dalla realtà e dalla normalità.


mediaeducation_3Si crea un grande equivoco sul significato del matrimonio, che viene così ridotto ad una sfarzosa festa e interpretato come il sogno ad occhi aperti, mentre si glissa sul valore dell’atto, ma anche sulle sue difficoltà che esistono e meritano attenzione perché la vita, anche quella matrimoniale, non è tutta rose, fiori … e corone.


Questa prerogativa, quella cioè di regalare sogni, è propria del cinema. Ma il cinema è finzione e si sa. Il pubblico lo sa, anche quello più indifeso.


L’operazione compiuta da media come stampa e televisione in modo particolare è diversa e ben più pericolosa.


Se la tv mostra una storia vera come quella di una ragazza qualunque alla quale è capitata la fortuna di sposare un principe e celebrare un matrimonio da sogno, enfatizzandone tutti gli aspetti e caricandoli di significati venali, allora le cose cambiano. Chiunque può sentirsi autorizzato a pensare che un matrimonio si possa definire tale solo se gli invitati sono 600, se il proprio volto finisce su ogni genere di oggetto esistente, se il futuro marito, per farla breve, è discendente di una stirpe blasonata.

 

 

 

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