ATTUALITÀ – Mondo Voc gennaio 2011 Torna al sommario
Sì ad un utilizzo di internet moderato e responsabilmente condiviso.
Il grande inganno
Molti credono che se non hai internet non sei nessuno. Invece è proprio in internet che sei “nessuno”, o meglio puoi essere chiunque ma non te stesso. L’attività di social networking sembra aver sostituito gli incontri faccia a faccia tra i giovani e sono diventati ormai i luoghi di incontro della maggior parte dei ragazzi. Da tutto questo emerge però un forte desiderio di compagnia, di voglia di amici e di condivisione delle giovani generazioni.
di Antonella Prenna
Quando parlo di “grande inganno”... non mi riferisco all'intricata trama del film di Jack Nicholson, bensì a quello che è il mio personale punto di vista sull’evoluzione e sull’uso smodato fatto da tanti giovani dei mezzi di comunicazione odierni, internet in primis.
Vox populi intenderebbe che se non hai internet non sei nessuno... ma è qui l'inganno! È proprio in internet che sei “nessuno”, o meglio puoi essere chiunque ma non te stesso. E allora, come sopravvivere all’era mediatica, alla voglia irrefrenabile di essere a tutti i costi presenti con un proprio sito o protagonisti di una pagina web? Tuffandosi instancabilmente nell’etere, ad ogni ora del giorno e della notte e in ogni occasione, oppure prendendone le dovute distanze e stabilendo un rapporto un po’ meno spasmodico con quello che rimane pur sempre uno strumento di comunicazione virtuale?
Email, instant messaging, blog, social networking, musica, video, sono il quadro attuale dei luoghi di incontro della maggior parte dei ragazzi che si ritrovano non più amici in carne ed ossa ma un monitor con il quale relazionarsi, al quale parlare di sé, chiedere consiglio, confrontarsi, giocare e soprattutto... rischiare senza essere visti. D’accordo che siamo oramai passati ad un’era tecnologicamente molto avanzata nella quale non è possibile fare a meno del computer o di internet, è giusto però prendere un po’ di sane contromisure, in particolare per evitare di essere completamente inghiottiti dal mondo virtuale perdendo ogni contatto con la realtà “vera”, quella concreta degli incontri con gli amici per una passeggiata o una partita a tennis, quella di un po’ di tempo trascorso insieme a ridere e scherzare guardandosi negli occhi, anche ad ascoltare musica o guardare un film, ma insieme in carne ed ossa. Sembrerebbe tutto così normale eppure non lo è.
L’attività di social networking sembra aver sostituito gli incontri faccia a faccia tra i giovani che sono sempre più propensi a costruirsi identità e mondi virtuali nei quali rifugiarsi senza il timore di essere riconosciuti e giudicati. Inoltre, nella grande rete del web gli interessi variano a seconda delle fasce di età.
I bambini più piccoli, ormai abilissimi più degli adulti, tendono a giocare davanti allo schermo con mostri irreali piuttosto che con gli amichetti e con giocattoli veri e propri. Gli adolescenti usano i siti per conversare con amici, spesso senza sapere effettivamente con chi si ha a che fare. A giustificare queste tendenze nelle grandi città sicuramente gioca molto il fattore delle distanze che non facilita grandi rapporti interpersonali concreti. Nei piccoli centri c'è la scusa di non avere tante possibilità, e il risultato finale è che si tende ad isolarsi, a circondarsi di migliaia di amici e di interessi tutti rigorosamente virtuali.
La gara per chi ha più amici su Facebook impera tra giovani e anche adulti! Mi è capitato più volte di sentire ragazzi affermare che se non hai almeno 500 amici su facebook sei “solo” ma, proviamo a vederla sotto un altro aspetto: se non fossi tra quegli amici costantemente collegati ad un computer potrebbe anche significare che sei impegnato in qualche cosa di diverso, più vivo e reale!
Emerge tuttavia forte un desiderio di compagnia, la voglia di amici, di condivisione, fantasia, che nulla hanno a che vedere con l’appiattimento a cui porta spesso un virtuale mal gestito. Per gli utenti il web è un mezzo per sopperire alla solitudine pur rischiando di rimanere isolati, un altoparlante per dire quello che si pensa senza essere riconosciuti. Resta però da chiedersi quale alternativa offre la società odierna?
Noi adulti, siamo certi di prestare le dovute attenzioni a questi ragazzi, ci chiediamo e chiediamo loro di cosa hanno davvero bisogno o ci fa più comodo saperli camuffati nella realtà ma tra le mura di casa?
Le famiglie sono preoccupate dall’eventualità che i propri figli possano imbattersi in siti internet con contenuti rischiosi o che possano essere contattati da malintenzionati, e soprattutto possano perdere il contatto con la realtà. Ma quanto tempo siamo disposti a condividere materialmente con loro per aiutarli a colmare vuoti, trovare punti di riferimento e contenere la crescente perdita di valori che sta divorando la società?
È difficile presi come si è dal lavoro e dagli impegni quotidiani che tendono ad allontanare, a far tralasciare quelle domande di senso che servono per la crescita di ognuno. Via l’internet di massa, inteso come regno del caos, e sì ad un utilizzo di internet moderato e responsabilmente condiviso, senza dimenticare di diffondere una maggiore consapevolezza su un uso corretto di questo strumento.
Copyright © La riproduzione degli articoli di MondoVoc richiede il permesso espresso dell'editore.